Per migliorare il servizio di ristorazione in volo, le grandi compagnie di linea cercano soluzioni innovative, collaborano con celebri chef, propongono servizi su misura. Le ultime idee più originali? La fattoria verticale di Emirates e i pasti per astronauti di Lufthansa.
Mangiare in volo
Che mangiare bene a bordo di un aereo sia ancora un terno al lotto non è un luogo comune. Troppo spesso anche le più blasonate compagnie di linea offrono (nel migliore dei casi, perché spesso parliamo di servizi a pagamento) pasti trascurabili e insapore, dimenticando completamente gusto ed estetica. Negli ultimi anni, però, non pochi gruppi del settore hanno scelto di puntare su un miglioramento dei servizi al passeggero che passa anche dalla qualità dell’offerta gastronomica (un sito per viaggiatori che non vogliono rischiare brutte sorprese recensisce le migliori e peggiori esperienze col cibo in aereo). E in questo senso non sono mancati esperimenti con grandi chef al servizio delle esigenze di volo (con menu ideati ad hoc per essere facilmente riscaldati e serviti ad alta quota, e persino qualche estemporanea apparizione a bordo, per cucinare in occasione di tratte speciali) e team esperti al lavoro per ideare nuove soluzioni esclusive. Contemporaneamente anche l’offerta degli aeroporti, sempre più inclini a ospitare moderne food hall, è migliorata in direzione di una proposta più variegata e di qualità: non pochi chef hanno deciso di sposare la causa e diversi sono gli scali aeroportuali gourmet rintracciabili nel mondo, da Heathrow a Londra all’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino, che ormai quasi due anni fa inaugurava un nuovo terminalad alta concentrazione di insegne ambiziose, con gli Attimi di Heinz Beck, la cucina di Cristina Bowerman per Autogrill, il ristorante di Michelangelo Citino (senza dimenticare l’Open Bistro di Antonello Colonna, veterano dello scalo romano).
La fattoria verticale di Emirates
Ma c’è pure chi progetta ambiziosi piani per il futuro, come l’Emirates Flight Catering, la compagnia che fornisce prodotti e alimenti agli aeroporti emiratini: in accordo con il gruppo Crop One, specializzato nella realizzazione di fattorie verticali, la compagnia finanzierà la costruzione della fattoria verticale più grande del mondo, a partire dal prossimo inverno a Dubai. I lavori richiederanno oltre un anno per essere completati, ma quando la struttura di oltre 12mila metri quadri sarà operativa garantirà l’approvvigionamento di prodotti sempre freschi (365 giorni all’anno, senza l’utilizzo di pesticidi e in ambiente controllato con strumenti digitali di precisione) per le oltre 100 compagnie aeree e i 25 lounge aeroportuali del Dubai International Airport serviti da Emirates. L’ambizione del progetto fa già parlare della più grande operazione di ristorazione aerea del mondo, anche per la netta riduzione dell’impatto ambientale in termini di emissioni di anidride carbonica legate al trasporto dei prodotti (oggi gli Emirati importano l’85% dei prodotti alimentari, mentre la fattoria verticale restituirà 2700 chili di frutta e verdura al giorno, senza dispendio eccessivo di risorse idriche).
Cibo per astronauti… In aereo
Di tutt’altro stampo è l’operazione fin quasi goliardica di Lufthansa, già molto attiva nello sviluppo di soluzioni innovative per coccolarei propri clienti a bordo. Dalla fine di agosto la compagnia tedesca offrirà ai passeggeri che volano in business class su voli a lungo raggio in partenza dalla Germania la possibilità di ordinare un pasto molto speciale. L’obiettivo? Simulare per il tempo di un pasto l’impressione di essere nello spazio, in compagnia degli astronauti di una missione spaziale. Anzi, una nello specifico, quella della stazione spaziale ISS, dove il tedesco Alexander Gerst e il suo team si trovano dall’inizio di giugno. All’inizio dell’anno, infatti, anche il gruppo LSG Lufthansa ha collaborato con l’Agenzia spaziale europea per ideare sei pasti calibrati sulle esigenze di un astronauta in vista della missione tedesca; le stesse pietanze saranno servite su richiesta in business class, in speciali contenitori simili a lattine, molto simili a quelli utilizzati dall’equipaggio della stazione spaziale. Ma non c’è da aspettarsi specialità astruse: come molti astronauti obbligati a trascorrere molti mesi lontano da casa, anche Gerst, originario della Svevia, ha scelto di portare con sé piatti che gli ricordassero la cucina di tutti i giorni, seppur ripensata tenendo conto dell’assenza di gravità. Quindi largo a spatzle, pollo con funghi e ragù, maultaschen (una pasta ripiena tipica della Baviera). Non si può dire che i creativi di Lufthansa manchino di originalità.
a cura di Livia Montagnoli