Firmato dal Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo il decreto che istituisce il marchio identificativo del regime di qualità “Prodotto di montagna”. I primi passi di Centinaio.
Il ministro
È sull’esponente leghista Gian Marco Centinaio che il nuovo governo italiano ha scelto di fare affidamento per portare avanti le linee programmatiche del contratto di governo redatto da Lega e M5S in materia di tutela dell’agricoltura, sostegno della piccola pesca e made in Italy. Dopo aver ricevuto un primo cartellino giallo lo scorso 9 luglio, quando la filiera nazionale del vino gli ha inviato una lettera-appello con cui lo ha invitato a velocizzare alcune pratiche fondamentali per tutto il comparto, come la nomina del Comitato nazionale vini del Mipaaf e il bando Ocm promozione, Centinaio continua il suo percorso destreggiandosi fra i principali nodi del settore agroalimentare italiano.
Il marchio
Fra le prime mosse, la creazione di un nuovo marchio di qualità, il Prodotto di montagna, che identifica tutte le materie prime che provengono da zone montane e gli alimenti trasformati, stagionati o maturati in montagna. “Tutelare i prodotti di montagna vuol dire premiare il lavoro di migliaia di piccole e medie imprese che contribuiscono a tenere viva l’economia del nostro Paese”, ha spiegato il Ministro in una nota. “Questo vuol dire anche riconoscere il valore sociale, ambientale e turistico di queste aree”. E aiutare il pubblico a selezionare con consapevolezza gli ingredienti: “Con questo marchio, inoltre, sempre nell’ottica della maggiore trasparenza e tracciabilità, sarà più facile per i consumatori riconoscere e scegliere queste produzioni Made in Italy”.
Il settore agricolo montano
Il logo – verde, con una montagna stilizzata – può essere utilizzato sui prodotti previsti dal regime di qualità omonimo (attualmente, non è ancora disponibile il disciplinare per ottenere il marchio). Ma quanto conta, oggi, l’agroalimentare montano per il comparto nazionale? Secondo i dati della Fondazione Montagne Italia, il valore dell’agricoltura montana in Italia è di 9,1 miliardi di euro (6,7 miliardi negli Appennini e 2,4 miliardi nelle Alpi). Proprio in occasione della nascita del nuovo marchio, poi, l’Uncem (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani) ha rivelato i dati relativi agli occupati nel settore, che tra il 2011 e il 2016 sono aumentati del 10% nelle province alpine.
Il valore delle imprese di montagna
Numeri che “confermano quanto il comparto, con le sue filiere, sia importante”, ha commentato Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem. E continua: “Con le associazioni di categoria, grazie al lavoro che il Ministro Centinaio e tutto il Mipaaf stanno facendo, vogliamo valorizzare e far crescere le imprese e alimentare una nuova consapevolezza culturale nel consumatore”. Secondo Bussone, il marchio permetterà ai cittadini di “riconoscere più facilmente dalle etichette le produzioni e supportare queste attività e il loro valore non solo economico, ma sociale e ambientale”. Proprio nei giorni scorsi, infatti, Uncem ha lanciato il programma “Compra in valle, la Montagna vivrà”, per invitare il pubblico a scegliere botteghe e imprese agricole artigianali delle Alpi e degli Appennini.
a cura di Michela Becchi