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La Via del Sale in Alta Langa. L'arte contemporanea per la riscoperta di luoghi e tradizioni gastronomiche antiche

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70 chilometri che si snodano a cavallo tra Liguria e Piemonte, su e giù per le colline dell'Alta Langa e in vista del mar Tirreno, sul tracciato dell'antica via del sale, che oggi è un'opportunità per scoprire paesaggi e tradizioni del territorio. Dal 14 luglio (e fino a ottobre) c'è un motivo in più per visitarlo: la decima edizione della kermesse di arte contemporanea, che riscopre dieci attrazioni storiche e invita a godere dei sapori del luogo. 

Le antiche vie del sale. Tra Piemonte e Liguria

Un tempo rotte commerciali, oggi tracciati da riscoprire con curiosità, in cerca delle testimonianze dei tempi che furono, tra castelli e pievi secolari, tradizioni contadine ed enclave culturali che sul percorso delle antiche vie del sale si sono cementate in secoli di storia. Dall'Alta Langa alla Liguria, uno di questi itinerari percorsi a piedi e a dorso di mulo prima, e poi dai carrettieri (i cartunè) che sostituiscono i viandanti a partire dal XIX secolo, attraversava la Valle del Bormida, collegando la Francia al Piemonte da un lato e la Liguria ai centri della Pianura Padana dall'altro. Oggi i Comuni che punteggiano la rotta, tra l'entroterra imperiese e savonese e le colline piemontesi sono riuniti nell'associazione che tutela le tradizioni del territorio, con l'obiettivo di promuovere un percorso comune a tutta l'area che spazi dalla cultura all'enogastronomia, al trekking, diventando strumento operativo per lo sviluppo sociale, economico e turistico di un'area a cavallo tra due regioni, unita da un passato comune.

La Via del Sale oggi tra l'Alta Langa e la Valle del Bormida

Un paesaggio nascosto tra il Basso Piemonte e la Liguria ricco di fascino, forse proprio perché ancora sconosciuto al turismo di massa, nonostante sia compreso sotto il cappello di Langhe e Monferrato, e quindi riconosciuto patrimonio immateriale dell'umanità dall'Unesco, per i valori storici e culturali che si sommano su un territorio plasmato dall'antropizzazione nel rispetto dei ritmi della natura. In questo contesto si innesta il percorso de La Via del Sale, manifestazione ideata 10 anni fa dall'associazione Il Fondaco, che sull'arte contemporanea fa leva per tracciare reti culturali e turistiche nella regione del Bormida, ricalcando l'antica strada commerciale. Un itinerario “guidato” tra pievi, torri medievali, cappelle e castelli immersi nel paesaggio collinare, che ogni estate rivivono grazie alle opere site specific di artisti italiani e internazionali chiamati a raccolta dalla kermesse nata nel 2002 dal sodalizio tra l'artista francese Jean Gaudaire-Thor, lo scrittore Nico Orengo e Silvana Peira, presidente dell'associazione il Fondaco di Bra.

Le decima edizione de La Via del Sale (che così si rilancia dopo qualche anno di stop), a cura di Silvana Peira e Marco Enrico Giacomelli, inaugurerà il 14 luglio prossimo, per protrarsi fino al 7 ottobre 2018: per tutto il periodo, tutti i siti storici coinvolti – 10 luoghi per 10 artisti - saranno aperti al pubblico in contemporanea, disegnando un percorso mai così esteso nella storia della rassegna, circa 70 chilometri che si snodano tra la Bormida di Millesimo, l'Alta Langa in provincia di Cuneo, la Langa Astigiana e l'Alto Monferrato. Dieci le attrazioni toccate (visitabili gratuitamente), che ospiteranno pure una serie di appuntamenti collaterali per valorizzare le specificità del territorio, enogastronomia compresa: Monesiglio, Saliceto, Camerana, Cortemilia, San Giorgio Scarampi, il Monastero di Bormida, Bistagno, Rivalta Bormida e Cassine.

Alla scoperta di antiche ricette di confine

Un'opportunità per scoprire un itinerario turistico alternativo, come da obiettivo del contenitore più ampio che ospita la manifestazione, il circuito La Valle Bormida si espone (a cura del Comitato Matrice Fondazione di Partecipazione), ideato per stimolare la promozione del territorio locale con 14 appuntamenti tematici che prenderanno forma da qui a marzo 2019. Perché è recuperando la propria identità culturale che si mette in moto un sistema di ripresa economica e turistica, tra i muri a secco che delimitano i vigneti e i monasteri costruiti con la pietra di Langa, gli affreschi quattrocenteschi nascosti in pievi dimenticate e i piccoli caseifici, i noccioleti (proprio Cortemilia, con la vicina Cravanzana, è considerata la capitale della nocciola piemontese) e le torri che si stagliano all'orizzonte.

Senza trascurare l'opportunità di riscoprire tradizioni gastronomiche che proprio lungo la via del sale si sono consolidate, grazie allo scambio reciproco tra specialità regionali – vino e formaggi come la tuma di Murazzano dal Piemonte alla Liguria, olio e acciughe nella direzione opposta – con bagna caoda, acciughe al verde e vitello tonnato protagonisti sulle tavole contadine piemontesi come risultato dell'incontro tra prodotti locali e olio e acciughe che salivano dalle coste liguri. Una cucina di “confine” da scoprire lungo La Via del Sale, (anche) grazie all'arte contemporanea.

 

www.viadelsale.org

 

a cura di Livia Montagnoli

foto di apertura di Giovanni Pilone

 


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