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Come si mangia al Kanal Street Food Market di Bruxelles, la food hall del nuovo Centre Pompidou

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Ancora non sono partiti i lavori, ma il Kanal-Centre Pompidou è già in piena attività, con esposizioni temporanee negli spazi ancora da ristrutturare, uno shop e una food hall perfettamente funzionante.

 

Quando aprirà, nel 2022, il polo museale – tra i più importanti in Europa - conterà 38 mila metri quadrati, alloggiati negli spazi che erano di una sconfinata officina di automobili familiarmente chiamati Garage Citroen, destinati ad accogliere il Museo di Arte Moderna e Contemporanea, le collezioni di architettura e urbanistica della Fondazione Civa, concerti e spettacoli, con un auditorium da 400 posti. Questo tra quattro anni. Ma anche oggi, a pochi mesi dalla sigla dell'accordo, il Kanal-Centre Pompidou sta già cambiando le coordinate cittadine attirando interesse e visitatori in un quartiere in piena riqualificazione.

L'ingresso del Kanal-Centre Pompidou

 

È l’année de préfiguration, quello della transizione verso la realizzazione del nuovo Centre Pompidou di Bruxelles, non il primo fuori dalla Ville Lumière. Perché già dal 2010 si inseguono filiazioni da una parte all'altra del mondo in piena concordanza con quanto avviene anche per altre istituzioni museali francesi (e il recente Louvre di Abu Dhabi ne è prova provata). Insomma: siglato a fine 2017 l'accordo tra il Beaubourg e la città di Bruxelles per avere marchio ed expertise, oltre che opere in prestito (circa 300) e consulenza per la creazione di una collezione propria, non si è perso tempo. In attesa di giugno 2019, quando comincerà la ristrutturazione firmata da noAarchitecten (Bruxelles), EM2N (Zurigo) e Sergison-Bates (Londra), lo spazio è aperto alla città con iniziative ed esposizioni pensate per far familiarizzare con la struttura e far scoprire, gradualmente, questo edificio pieno di luce, alto 21 metri, fino a oggi dismesso.

kanalL'oopera di Tinguely 

Food Market

In questa cattedrale oggi ci sono installazioni e sculture (come quella enorme di Tinguely all'ingresso), impalcature, pareti in lamiera e strutture provvisorie. E un gran fervore per dare, nel migliore dei modi, un assaggio di quel che sarà il Kanal. E sarà un luogo aperto alla città, con aree per eventi, uno shop con produzioni di creativi belgi, e uno spazio ristorativo. O meglio, già lo è: uno street food market da subito frequentatissimo tanto che, in un giorno feriale di inizio estate, a meno di un mese dall'apertura al pubblico, gran parte dei tavoli sono occupati durante l'ora di pranzo. Giovani e meno giovani, studenti, impiegati degli uffici vicini, gente in vacanza, pensionati, operai del cantiere o addetti del museo.

 

Tutti accomodati su tavolini e sedie di recupero “quelle delle scuole belghe”, ci dice Gonzague, insieme a Charles, Thomas e Joachim autore della food hall del Kanal. Apertamente ispirata ai grandi mercati coperti visti in giro per il mondo, declinata come uno street food market, volutamente semplice negli arredi: è pur sempre il ristorante di un cantiere dentro una ex fabbrica, e questa identità industriale non si vuole in nessun modo tradire. Il primo spazio del genere della capitale belga. A firmarlo il quartetto di giovani freschi di università.

Universitari alla carica

Charles e Gonzague studiano il panorama di questo genere di mercati nell'ultimo anno di master alla Solvay, la facoltà di economia e management di Bruxelles. L'obiettivo è aprirne uno così in città. Capiscono che il successo di questi market è legato alla libertà che offrono, di gironzolare tra stand, assaggiare cose anche diverse tra di loro, parlare con i produttori e avere un contatto ravvicinato con chi il cibo lo produce. Dopo la laurea continuano a lavorare sul progetto, accolgono nel team un architetto e un designer; rispondono a un bando della regione e del Kanal Pompidou e lo vincono. Così nasce il Kanal Street Food Market, una sorta di mercato gastronomico, con 7 diverse aree, ognuna versa una quota a Gonzague & friends, che a loro volta pagano un affitto al museo. Feschi di università, i 4 non avevanoesperienze pregresse nel food, solo Gonzague ha alle spalle l'organizzazione di alcuni eventi in cui ha risolto la parte relativa all'offerta gastronomica portando dei food truck. Ma nulla a che vedere con questo. Che è uno spazio provvisorio destinato a diventare permanente. “Rimarremo qui per circa un anno”, ovvero fino alla chiusura del temporary museum, quando cominceranno i lavori veri e propri di ristrutturazione e loro si sposteranno in un'altra parte della città, per poi tornare all'apertura ufficiale del Museo. Come sono stati scelti i 7 stand presenti? “Abbiamo seguito tre criteri: che fossero realtà poco note, che fossero locali e che avessero la capacità di personalizzare i loro spazi”. Per quanto riguarda l'aspetto più prettamente gastronomico, invece, si sono avvalsi del supporto di un amico, chef di uno dei locali di punta di Saint Gilles, quartiere in forte gentrificazione.

Chi sono i vostri clienti?

Difficile dirlo con precisione oggi” risponde Gonzague “abbiamo aperto da poco, inoltre l'offerta è così diversificata che credo lo siano anche i nostri clienti”. E infatti nell'area food, immediatamente alla destra dopo l'ingresso del grande edificio, ci sono Wild,dentro una roulotte vintage che offre cucina contemporanea belga, croque madame & affini, un ampio bancone bar, e 4 piccoli box tagliati direttamente nelle pareti di lamiera originali della fabbrica: Pistola, per hamburger vari, Ô Banh Mì: street food coreano, Poke Ceviche con una proposta hawaiana di ricche e colorate insalate, Las chicas del tramvia con tacos & nachos e un bar à vin aperto solo la sera, quando lo spazio si anima e accoglie talvolta anche musica e iniziative di vario genere, tra poco anche nello spazio estero, una terrazza affacciata sul canale attrezzata con sdraio e altri arredi molto easy going. In quello stile che invita al relax e all'operosità, in cui gente che chiacchiera tranquillamente si trova gomito a gomito con chi, latpop alla mano, lavora sodo. Come Gonzague, che trovate facilmente seduto a uno dei tavoli del market.

 

 

Kanal – Centre Pompidou - Belgio – Bruxelles - Quai des Péniches, 1000 - http://www.kanal.brussels

 

a cura di Antonella De Santis

 

 


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