Avrà sede sull'isola di San Giorgio, ed è frutto della collaborazione tra il Seminario Veronelli, che tiene vivo il ricordo di uno dei più grandi comunicatori enogastronomici di tutti i tempi, e la Fondazione Giorgio Cini, con il sostegno di Banche Generali. L'obiettivo? Restituire dignità alla comunicazione enogastronomica. Ecco come.
L'eredità di Luigi Veronelli in Laguna
È intitolata a Luigi Veronelli, ne tiene vivo il ricordo e riflette l'impegno di una vita intera, l'Alta Scuola Italiana di Gastronomia che aprirà battenti all'inizio di luglio in Laguna, sull'isola di San Giorgio Maggiore, a Venezia. Un'operazione ambiziosa che coinvolge da vicino il Seminario Permanente Luigi Veronelli, l'associazione che lui stesso fondò nel 1986 per tenere alta la bandiera dell'impegno critico sul terreno dell'enogastronomia, di cui è stato valoroso e instancabile divulgatore, fino al momento dell'ultimo saluto, nel 2004. Partner dell'iniziativa, la Fondazione Giorgio Cini, che sull'isola ha sede, e in qualità di polo culturale di riconosciuto prestigio a livello internazionale si farà promotrice del nuovo istituto (“una scelta coerente con la missione della nostra Istituzione” ha sottolineato il presidente Pasquale Gagliardi a proposito di considerare la gastronomia come parte integrante del patrimonio culturale italiano), con il sostegno di Banche Generali. Cosa sarà, dunque, l'Alta Scuola Italiana di Gastronomia? Indubbiamente un luogo ispirato dal pensiero di chi le dà il nome, quelle idee che Veronelli spese per restituire dignità al lavoro della terra e alla tavola intesa come rispettosa celebrazione del prodotto contadino. A coordinare i lavori il direttore del Seminario, Andrea Bonini, e un organo scientifico ribattezzato significativamente Laboratorio di Cultura Materiale, dove membri del Comitato Scientifico (presieduto da Alberto Capatti, già rettore di Pollenzo, con Andrea Alpi, Pierluigi Basso Fossali, Gianluigi Brozzoni, Ilaria Bussoni, Renata Codello, Aldo Colonetti, Pasquale Gagliardi, Dario Guerini, Alfonso Iaccarino, Gian Arturo Rota, Roberta Sassatelli) e docenti si confronteranno per mettere a sistema temi e linguaggi alla base del percorso formativo.
Valorizzare la cultura enogastronomica
Dopo l'inaugurazione – dal 2 all'8 luglio con i seminari, gli incontri e le degustazioni della Settimana della Cultura Gastronomica – la Scuola proporrà percorsi rivolti agli operatori del settore e a chi vuole intraprendere un cammino di riflessione su temi inerenti l'intero ciclo produttivo agroalimentare e l'estetica del gusto: quindi titolari di aziende agroalimentari e addetti al marketing, personale di ristoranti, enoteche e wine bar, strutture alberghiere e ricettive, giornalisti e guide turistiche, ma anche futuri operatori come gli studenti universitari che seguono corsi di laurea attinenti all’agroalimentare. Ma il primo corso di Alta Formazione partirà solo nel 2019 (nel 2020, invece, dovrebbe partire il corso dedicato alla cucina), sarà riservato a 25 iscritti selezionati in aula per 150 ore complessive, e si concentrerà sul mondo del vino, riprendendo un tema caro a Luigi Veronelli: Camminare le vigne. Luoghi, persone e cultura del vino italiano. Questo, come i corsi che seguiranno, modulati sull'idea che “gli atti alimentari debbano essere vissuti e proposti come momenti di conoscenza, e occasioni per nutrire corpo e mente”, come ha spiegato in conferenza stampa alla Triennale di Milano Angela Maculan, presidente del Seminario Veronelli. Sul percorso tracciato da Veronelli a partire dal secondo Dopoguerra, precorrendo i tempi della comunicazione di settore. L'obiettivo oggi è quello di non essere scontati, specie in un sistema comunicativo che procede per stereotipi e conoscenze superficiali: quindi a pieno regime si ragionerà di arte e paesaggio, filosofia, gusto ed estetica.
a cura di Livia Montagnoli