Produrre il proprio Barolo “adottando” un filare in Langa, coltivando e accudendo in prima persona la pianta. L'iniziativa di Sara Vezza, titolare della cantina Josetta Saffirio di Monforte d'Alba.
Il lavoro in vigna
Vivere a 360 gradi l'esperienza in vigna, coltivando le viti, vendemmiando e producendo da sé il proprio vino. Un Barolo, per l'esattezza, uno dei più celebri rossi piemontesi, e fra le specialità della cantina Josetta Saffirio di Monforte d'Alba, Cuneo. Una realtà vitivinicola gestita dalla giovane Sara Vezza, vignaiola appassionata che ha deciso di lanciare un'iniziativa per coinvolgere maggiormente il pubblico nel mondo del vino. Adotta un filare è un progetto pensato per tutti gli amanti del buon bere, che vogliono sperimentare la vita in vigna, un'occasione unica per toccare con mano il lavoro dei viticoltori, seguendo il ciclo della vite e realizzando il proprio vino.
Il progetto
“Il progetto “Adotta un filare di Josetta Saffirio” ha anche come obiettivi la salvaguardia del paesaggio vitivinicolo dichiarato patrimonio dell'umanità dall'Unesco ela sopravvivenza dei piccoli produttori, da secoli custodi di queste colline”, spiega Sara. Ma non finisce qui, perché l'idea prevede anche la creazione di “itinerari turistici e culturali a Monforte d'Alba”. Per fare luce su un territorio unico, dai paesaggi incantevoli e la natura integra: “Il Barolo non è solo economia: è cultura”.
La cantina
A dedicarsi con amore alla propria terra è proprio lei, classe '80, quinta generazione di contadini impegnata nella coltivazione delle vigne, e in forze all'azienda di famiglia fin dall'età di 19 anni. Oggi Sara gestisce 5 ettari di terreno, quasi tutti nebbiolo da Barolo, per una produzione di circa 40mila bottiglie l'anno. Oltre a curare i filari, si occupa anche della parte imprenditoriale, scommettendo su nuovi investimenti significativi: 5 ettari a Roddino coltivati a nebbiolo e barbera e 16 ettari a Murazzano, dove ha intenzione di produrre le bollicine piemontesi, Alta Langa. Una viticoltrice giovane e con le idee ben chiare, che guarda al futuro senza dimenticare le proprie radici: quella di Josetta Saffirio, infatti, è una storia antica, che inizia alla fine dell'Ottocento con Giovanni Battista, per continuare poi nel Novecento con Ernesto. A dare una svolta, però, è la figlia Josetta, che, laurea in agraria alla mano e marito enologo a fianco, nel '75 decide di prendere il timone dell'attività, iniziando a produrre un Nebbiolo di livello.
Come funziona
Ora è possibile immergersi in quest'atmosfera suggestiva, fatta di natura, fatica, sacrifici e passione, grazie all'ultima idea nata per volontà della giovane Sara. Il patto di adozione del filare è molto semplice, e può essere anche un'ottima idea regalo per eno-appassionati. L'adozione prevede il nome e cognome della persona sul palo di testa del filare adottato, la possibilità di donare il filare a terzi, un certificato di adozione, una visita in cantina in qualsiasi momento dell'anno, con degustazione gratuita di tutti i vini accompagnata da una selezione di prodotti tipici locali, aggiornamenti costanti sulle varie fasi di lavorazione e 6 bottiglie di Barolo DOCG del filare adottato, oltre a 6 bottiglie miste a discrezione dell'azienda. Per prendere parte al progetto, basta scaricare il modulo sul sito www.adottaunfilare.it, compilarlo e spedirlo all'indirizzo mail info@josettasaffirio.com. È possibile adottare uno o più filari, sia a nome proprio che a nome di terzi. Dopo aver fatto il bonifico, si riceverà immediatamente un attestato di adozione personalizzato per ogni filare. La durata del patto è pari a 12 mesi, mentre la quota di adozione è di 400 Euro, ai quali corrisponde una porzione di 40 metri lineari di filare.
a cura di Michela Becchi