In quasi trent'anni di storia, il Grand Prix alla cucina assegnato dall'Academie Internationale de la Gastronomie è finito tra le mani di molti grandi chef del mondo. Tanti francesi, ma nutrita è anche la compagine degli italiani, da Massimo Bottura a Enrico Crippa, l'ultimo ad aver ritirato il premio nel 2017. Quest'anno l'esordio del Portogallo, con il suo chef di punta: Josè Avillez.
Il Grand Prix per la Cucina. La storia del premio
Dal 1990 l'Academie Internationale de la Gastronomie assegna un premio al talento gastronomico, uno dei riconoscimenti più ambiti dagli chef di tutto il mondo. Il primo Grand Prix de l'Art de la Cuisine, quasi 30 anni fa, se lo aggiudicarono parimerito il francese Joel Robuchon e lo svizzero Fredy Girardet. Ma negli anni a seguire, l'Accademia di stanza a Parigi ha premiato alcune tra le personalità più significative del mondo dell'alta ristorazione, da Alain Ducasse (l'unico ad aver bissato, nel 1993 e nel 2007) a Ferran Adria (1994) e a Gordon Ramsay (1996). Da Daniel Boulud e Michel Bras, a Heston Blumenthal, René Redzepi, Grant Achatz. Evidente la prevalenza di cuochi francesi - compreso Marc Veyrat (2003), fresco tristellato per la cucina de La Maison des Bois di Manigod – anche la quota italiana è ben rappresentata: in passato hanno ritirato il premio Giorgio Pinchiorri e Annie Feolde, Nadia Santini, Alfonso Iaccarino, Massimo Bottura (nel 2010). E l'ultimo a essere salito da vincitore sul palco parigino, per l'edizione 2017, è italiano: Enrico Crippa. Del resto il compito dell'Accademia, che riunisce delegazioni nazionali da tutto il mondo gastronomico, è quello di promuovere la salvaguardia e lo sviluppo dei patrimoni gastronomici regionali e nazionali, favorendo iniziative a carattere culturale, educativo, nutrizionale e turistico. Oltre a incentivare la ricerca scientifica di settore. E nel novero delle attività, all'Assemblea Generale Ordinaria è attribuito il compito di assegnare 4 Grand Prix, per la Cucina, la Cultura Gastronomica, la Scienza dell'Alimentazione, il Servizio di sala.
La prima volta del Portogallo. Con José Avillez
E quest'anno l'assegnazione del riconoscimento che mette in risalto competenza e creatività in cucina segna l'esordio di un Paese finora assente dall'albo dei premiati, il Portogallo, sottolineando la maturità gastronomica di José Avillez. Lo chef di Cascais è probabilmente la figura più significativa della ristorazione d'autore portoghese contemporanea, esempio di talento creativo e solidità imprenditoriale: al suo nome fa capo un gruppo in crescita costante, che oltre alla casa base Belcanto (il ristorante gastronomico condotto assieme a chef David Jesus) conta numerose insegne più o meno informali nella capitale lusitana, un indirizzo di riferimento a Porto (il format già consolidato a Lisbona, Cantinho do Avillez), e tre nuovi concept inaugurati di recente all'ultimo piano dal grande centro commerciale El Corte Ingles di Lisbona. E proprio alla cultura gastronomica portoghese sono dedicate le prime parole di ringraziamento per l'assegnazione del Grand Prix, in qualità di ambasciatore di una cucina finora rimasta in disparte sullo scacchiere internazionale (oscurata pure dal grande fermento dell'avanguardia spagnola), ma decisamente in evoluzione negli ultimi anni: “Il premio porterà nuova visibilità alla cucina portoghese”. Di questo José Avillez si dice certo. E anche noi, nei prossimi mesi, ne parleremo. E molto.
a cura di Livia Montagnoli