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L'Umbria torna a festeggiare il Natale. Riaprono i ristoranti di Norcia colpiti dal sisma

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Una conta dei danni lunghissima e straziante, quella avvenuta in seguito al terremoto dell'agosto 2016 in tutta l'Italia Centrale. Dopo le mille iniziative messe in campo nel mondo agroalimentare, a più di un anno di distanza giunge un'altra buona notizia: riaprono i ristoranti di Norcia.

I danni del terremoto

Un anno, 3 mesi e 20 giorni. È il tempo trascorso da quel 24 agosto che ha squarciato l'Italia Centrale, colpendo famiglie e attività commerciali, agroalimentari in primis. Un sisma che ha messo in ginocchio intere comunità, un dramma umano pesantissimo, con oltre 200 vittime, e un danno inestimabile a edifici storici e realtà agricole. Sono state moltissime le iniziative di sostegno e raccolta fondi messe in piedi per aiutare le popolazioni delle zone colpite. Anche nel mondo alimentare, la conta dei danni è stata lunga e dolorosa: produzioni di legumi, ortaggi, allevamenti interi traumatizzati dal terremoto, aziende crollate e raccolti rovinati sono solo alcune delle conseguenze che si sono abbattute sulla terre umbre, marchigiane, laziali e abruzzesi.

Le conseguenze sull'agricoltura

Ciauscolo, principalmente, ma anche prosciutto e altri salumi: tutta l'area tra Umbria e Marche ha una solida tradizione norcina. Le difficoltà sono state di vario genere: allevamenti, laboratori di trasformazione, locali per la stagionatura o lo stoccaggio dei cereali. Il terremoto ha colpito tutto e tutti. Anche i Comuni non coinvolti direttamente nella tragedia hanno risentito dell'accaduto: Spoleto, Trevi e altre località del Centro Italia che non hanno subito danni gravi si sono ritrovate comunque a dover far fronte a una realtà molto più dura. Il forte calo del turismo nella regione, per esempio, ha comportato una perdita di clienti, visibilità e vendite notevole: i produttori, dopo aver faticato per anni per promuovere le specialità locali, si sono ritrovati a dover ripartire da zero.

L'Umbria. Un anno dopo

È difficile, ma restituire valore a una terra così aspramente ferita è possibile, attraverso la costanza e la dedizione. E la solidarietà. Lo hanno dimostrato le tante iniziative concrete, come il progetto lanciato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Regione Umbria e Perugina, #RinascitaCastelluccio, ovvero un Villaggio per le Attività Produttive ed Economiche, pensato per consentire ai piccoli produttori e commercianti locali di continuare la propria attività grazie a capannoni e magazzini per lo stoccaggio e la vendita. E ancora la caparbietà di aziende a conduzione familiare come la Alberti Guido, che nonostante le difficoltà non si sono arrese. Anzi, hanno lavorato con ancora più tenacia.

Norcia: riaprono i ristoranti delocalizzati

Fra le località colpite, Norcia, custode di antiche tradizioni, fra cui quella di salumi e carni insaccate. In questo borgo caratteristico, uno dei maggiori centri della gastronomia e cucina regionale (dove Palazzo Seneca, con la cucina d’autore del suo ristorante, è stato tra i primi a riaprire), erano diversi i ristoranti tra Porta Romana e Porta Ascolana delocalizzati dopo il sisma. Erano, appunto. Perché quest'anno si prospetta un Natale diverso, grazie alla riapertura dei locali. Granaro del Monte, Palatino, Salicone: questi i nomi dei primi tre ristoranti a Porta Romana che, già dal prossimo fine settimana – 16 e 17 dicembre – torneranno ad accogliere i propri ospiti. “Prima del 25 dicembre contiamo di vedere riaperti anche Il Tartufo e La Cantina di Nursia, dove sono in corso i lavori di rifinitura degli interni”, ha spiegato all'Ansa Giuliano Boccanera, assessore ai Lavori pubblici e allo Sviluppo economico. Le insegne di Porta Ascolana, invece, dovranno attendere ancora un po': “La consegna dei locali è prevista per il 27 dicembre, e confidiamo che per quella data le opere siano state ultimate”. In corso anche i lavori per Cantina 48, “che riaprirà i battenti in fondo a viale della Stazione, non distante dal centro storico”, e perIl Manicomio, “nella zona industriale”. Nel frattempo, a Norcia si può festeggiare, come ha sottolineato Vincenzo Bianconi, presidente umbro di Federalberghi e dell'associazione “I love Norcia”: “Intanto perché il patrimonio naturalistico dei nostri luoghi è perfettamente intatto, e poi perché la città, per quel che è possibile, è vestita a festa. Si respira la magia del Natale, che vuol dire anche solidarietà”. Un anno fa Norcia piangeva i suoi morti. Oggi, il dolore resta, ma la città reagisce. Insieme a tutto il mondo della ristorazione.

a cura di Michela Becchi


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