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La Francia verso la legge contro lo spreco alimentare, al vaglio del Senato. Ecco cosa cambia

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Nel 2013 il governo francese si era impegnato a dimezzare lo spreco alimentare entro il 2025. E dall'anno scorso sono scattati i provvedimenti normativi che favoriscono il riciclo delle eccedenze. Ora è il momento della legge antispreco, la prima in Europa. 

Lotta allo spreco. La necessità di un quadro normativo

Sollecitato dalle riflessioni dell'ultima Expo, il mondo si mobilita contro lo spreco alimentare. L'iniziativa di privati e associazioni, la sensibilizzazione dell'opinione pubblica, le start up che si concentrano sull'utilizzo delle più moderne competenze digitali al servizio del riciclo accomunano un fronte trasversale che chiede a gran voce soluzioni concrete e provvedimenti a sostegno dell'impegno dei singoli. Norme che si spingano oltre il comune senso etico (e civico), fornendo solidi strumenti ai paladini della lotta alla spreco.

Un bell'esempio di civiltà arriva in queste ore dalla Francia, dove al Senato è in corso l'approvazione della legge che rende lo spreco alimentare un reato. Se facciamo un passo indietro, un primo segnale di mobilitazione collettiva era arrivato solo qualche giorno fa, inaugurando il 2016 con un provvedimento rivolto a tutti i ristoranti sul suolo francese in grado di servire almeno 180 pasti al giorno, ora obbligati a fornire il servizio “doggy bag” a tutti i clienti che lo richiedono (anche se i sondaggi raccolti finora non fanno ben sperare: se in Italia la consuetudine di portare a casa il cibo avanzato non è ancora riuscita a imporsi, i francesi sembrano ancora più restii ad accettare un sistema molto diffuso negli Stati Uniti). Ancora prima, la primavera scorsa, era arrivata la normativa relativa al riciclo delle eccedenze dei supermercati transalpini, tenuti a donare un terzo dei prodotti in scadenza o invenduti alle associazioni volontarie, riducendo notevolmente la quantità di alimenti che ogni giorno finisce nella spazzatura.

L'esempio della Francia. Verso la legge anti gaspillage

Iniziative legate all'impegno concreto del governo francese per dimezzare entro il 2025 lo spreco alimentare, un obiettivo fissato nel 2013 per contrastare lo spreco di un surplus che solo per il comparto della ristorazione equivale in Francia a un milione di tonnellate l'anno (e ogni abitante getta nella spazzatura tra i 20 e i 30 chili di cibo ogni anno). L'ultimo inevitabile passo sul cammino intrapreso è la legge antispreco, provvedimento a firma Guillaume Garrot, scritto a più mani dai gruppi socialista, ecologista e radicale di sinistra con l'appoggio di 300 deputati tra maggioranza e opposizione. Dopo la presentazione davanti all'Assemblea nazionale del 9 dicembre, che aveva raccolto consensi trasversali, il passaggio in Senato (dove si discute da ieri) dovrà sancire l'approvazione definitiva, che ormai sembra poco più di una formalità.

Cosa cambia per la grande distribuzione

E si chiariscono i contorni normativi: per la grande distribuzione scatterà il divieto di gettare nella spazzatura o distruggere cibo ancora consumabile rimasto invenduto, mentre sarà obbligatoria la sottoscrizione di un protocollo con associazioni solidali che favoriscano la donazione degli alimenti in eccedenza. E anche i prodotti restituiti al fornitore – finora distrutti per obbligo di legge - potranno essere donati. Contemporaneamente, per ribadire il valore fondante dell'educazione alimentare, la lotta allo spreco diventerà argomento di discussione privilegiato nei programmi delle scuole francesi.

Così la Francia si impegna a fornire un quadro legale alla campagna antispreco, proponendosi come esempio virtuoso per gli altri Paesi dell'Unione. Certo, i dati parlano chiaro: in Francia la grande distribuzione è responsabile del 10% dello spreco di cibo, ma il resto è da imputare soprattutto alle cattive abitudini casalinghe, da cui dipende ben il 70% del fenomeno. E allora la partita si giocherà soprattutto sulla formazione delle generazioni di domani.

 

a cura di Livia Montagnoli


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