Sono passati più di vent’anni dall’istituzione di una giornata dedicata alla stile di vita cruelty free, che a tavola si traduce nel rifiuto di carni, formaggi, uova e derivati animali. Ma i vegani sono sempre meno e intanto in Toscana si preoccupano di difendere la carne rossa dagli allarmismi.
Veganesimo. Le origini
La ricorrenza si celebra dal 1994, quando la Vegan Society londinese – che nel 1944 aveva dato il via al movimento - istituì un giorno di festeggiamenti condivisi per promuovere una filosofia di vita cruelty free che allora cominciava a coinvolgere una comunità sempre più numerosa a livello internazionale. Ma il veganesimo - che ben oltre la scelta alimentare rifiuta anche il l’utilizzo di prodotti testati sugli animali, pelli, lana e tessuti di seta – ha vissuto un boom di adesioni solo negli ultimi anni, con il proliferare di negozi e supermercati specializzati, ristoranti vegani e manifestazioni di confronto su un tema che molto ha a che spartire con la causa della sostenibilità ambientale e del benessere a tavola. E ironia della sorte, la celebrazione del World Vegan Day fissata per il 1 novembre arriva a distanza di pochi giorni dall’allarme dell’Oms che ha diviso l’opinione pubblica in favorevoli e contrari sul consumo di carne rossa (lavorata o meno, l’allarmismo ha finito per generalizzare sulle presunte relazioni con l’insorgere del cancro al colon). Quindi in futuro diventeremo tutti vegani?
I dati Eurispes: i vegani sono sempre meno
A giudicare dagli ultimi dati Eurispes sulle abitudini alimentari degli italiani sembra proprio di no: gli allarmi ciclici su carni, prodotti lavorati, formaggi non sono stati sufficienti per rimpolpare il fronte del movimento vegano, che nonostante il proliferare di ristoranti e spazi dedicati, nel 2015 registra un calo del 55% a fronte dell’anno precedente. Cosa significa questo in termini di numeri? Che in Italia solo lo 0,2% della popolazione si dichiara vegana (erano lo 0,6% nel 2014) e l’emorragia è costante: nel 2013 si superava l’1%. Molti di loro hanno preferito assumere posizioni più moderate, magari passando al vegetarianesimo, che infatti si attesta sul 5,7% di unità: oggi quei 3 milioni e mezzo di persone che hanno scelto la strada veg in Italia sono soprattutto vegetariani. Ma intanto le iniziative del World Vegan Day si moltiplicano su tutto il territorio nazionale, con l’obiettivo di sensibilizzare sulla necessità di un mondo privo di sofferenza animale, tra degustazioni, proiezioni, dibattiti, cene tematiche e feste di piazza nelle principali città italiane.
Io sto con la carne rossa. La battaglia di Coldiretti Toscana
E nel frattempo cosa succede in Toscana? La macchina della Coldiretti regionale si è già attivata in difesa della qualità della carne rossa Toscana, famosa in tutto il mondo. Ecco perché per tutta la settimana, fino al 7 novembre, gli agriturismi di Campagna Amica – di comune accordo con allevamenti certificati e produttori di qualità – proporranno menu tematici a base di carni rosse fresche, trasformate e lavorate nel rispetto della tracciabilità e della trasparenza, dalla Chianina alla Limousine, dalla Maremmana alla Garfagnina; per non parlare di pancette, salsicce e salami prodotti da suini allevati sul suolo nazionale. Al grido di Io sto con la carne rossa sono 4mila le strutture che hanno aderito, proponendo anche degustazioni e attività di approfondimento per un consumo consapevole di carne, ottenuta in questo caso nel rispetto di rigidi disciplinari di produzione, che vietano per esempio il trattamento con ormoni.