Ha inaugurato all'interno del supermercato Hema di Shanghai da qualche settimana, e fa parlare di sé per l'alto livello di automazione nella gestione di ordini e servizio. Tramite smartphone il cliente prenota il tavolo, sceglie il prodotto, interagisce con il robot-cameriere che porta il piatto. Ma i cuochi sono in carne e ossa.
I robot nella ristorazione
Si fa un gran parlare, in America, di automazione della ristorazione, e di quanto la progressiva sostituzione di macchine intelligenti all'operato umano possa rappresentare una soluzione utile per l'abbattimento di sprechi e costi di gestione, suscitando per contro preoccupazione per le ricadute occupazionali. Diversi sono stati gli esperimenti che hanno preso forma negli ultimi mesi, da Boston a San Francisco, proponendo al pubblico format gastronomici amministrati da robot, con cucine a vista ipertecnologiche e diavolerie hi tech programmate per operare in catena di montaggio, fino a completamento del piatto ordinato. Molto limitato l'intervento umano (invece indispensabile per la messa a punto delle ricette), specie quando il ristorante propone una formula self service. Ancora diversa è l'esperienza proposta da qualche settimana a questa parte ai clienti del supermercato Hema di Shanghai (il gruppo è stato acquistato da Jack Ma, fondatore di Alibaba, circa un anno fa): chi vuole fermarsi a mangiare, può farlo sperimentando il servizio automatizzato di Robot.He, futuristico ristorante inaugurato all'interno della struttura. Le istruzioni per l'uso? Quasi tutto passa attraverso gli input impartiti direttamente dal cliente attraverso il proprio smartphone, che interagisce con i robot programmati per eseguire ognuno un compito specifico, a supporto del personale umano, ottimizzando così l'esperienza di chi mangia.
I camerieri robot di Shangai
La novità più evidente, però, riguarda proprio il momento del servizio al tavolo, operato tramite robot-navetta che consegnano le vivande al commensale destinatario dell'ordine, muovendosi su nastri trasportatori seguendo algoritmi codificati, che triangolano le informazioni tra clienti (che interagiscono tramite l'app dedicata), cucina e robot. La preparazione dei piatti, infatti, resta demandata a cuochi in carne e ossa, a differenza dei precedenti casi americani; quel che cambia radicalmente, però, è l'esperienza al ristorante nel suo insieme, che diventa altamente interattiva, dalla prenotazione via app del tavolo alla gestione dell'ordine, alla scelta del pesce – il menu è tutto dedicato ai prodotti del mare, scelti tra i banchi del supermercato – e della cottura preferita, indicata sempre tramite smartphone a chi si occuperà di portarla a termine prima del servizio. Ma il rapporto diretto con il personale impiegato da Robot.He resta centrale: con lo staff, prima di accomodarsi al tavolo, il commensale può confrontarsi per scegliere il pesce, acquistarlo e ricevere un QRCode che lo aggiorna sui tempi di preparazione mentre attende al tavolo, dove eventualmente può procedere con l'ordine di pietanze di accompagnamento, come una ciotola di riso. Il robot navetta completerà il servizio, sollevando la “cloche” (o perlomeno qualcosa che le assomiglia molto, seppur in materiale trasparente) solo una volta arrivato a destinazione, ai tavoli posizionati lungo il percorso dei nastri trasportatori.
E il progetto lanciato a Shangai sembra destinato a moltiplicarsi rapidamente in altri punti vendita del Paese, dove il diretto competitor di Alibaba, JD.com ha recentemente annunciato l'obiettivo di aprire ben 1000 ristoranti completamente automatizzati in Cina, entro il 2020.