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Mercati di quartiere. Il Comune di Milano scommette sulla gestione dei privati: il bando

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È un piano destinato a coinvolgere l’intera rete dei plateatici comunali quello presentato dal sindaco Giuseppe Sala con l’assessore Cristina Tajani, con l’obiettivo di restituire spinta ai mercati rionali coinvolgendo gestori privati. Si comincia con l’assegnazione di tre strutture: Wagner, Zara e Morsenchio. Ecco le condizioni. 

 

I mercati di Milano. I precedenti

Wagner, Zara, Morsenchio. A Milano sono 19 i mercati comunali coperti in attività, alcuni più celebri di altri per aver avviato in tempi non sospetti progetti di riqualificazione delle strutture e dell’offerta, con il benestare del Comune della città. I modelli da prendere a esempio, nel capoluogo lombardo, sono tre, ognuno diverso dall’altro per i differenti contesti sociali e urbanistici in cui è maturato il rinnovamento: il gioiellino di Santa Maria del Suffragio restituito da qualche anno alla città più simile a una poco probabile food hall gastronomica che a una piazza rionale per la spesa quotidiana, con i box raccolti in un piccolo spazio e l’area attrezzata per il consumo sul posto; il mercato della Darsena, in zona Navigli, che non smette di attirare turisti in cerca di street food di qualità (e la persona giusta a cui affidarsi è Giuseppe Zen); la periferica struttura di Lorenteggio, trasformata in un centro di aggregazione culturale per chi abita nel quartiere. I prossimi della lista, invece, sono il mercato di piazza Wagner, la struttura di piazzale Lagosta (Zara) e il mercato comunale Morsenchio di largo Guerrieri Gonzaga.

 

I nuovi gestori: spazio ai privati

Proprio tra i banchi di Morsenchio, qualche giorno fa, il sindaco Giuseppe Sala ha lanciato la sfida ai privati che nei prossimi mesi vorranno scommettere sul rinnovamento delle tre strutture, che a loro volta saranno d’esempio per i progetti futuri. L’obiettivo finale è quello di ripensare in chiave moderna e quanto più sensibile a recepire le esigenze della comunità i mercati rionali, coinvolgendo direttamente chi quelle strutture le conosce meglio di chiunque altro: i commercianti. Approvati dalla giunta i due provvedimenti per il rilancio, il sindaco e l’assessore al commercio Cristina Tajani hanno presentato a stampa, operatori e potenziali investitori il piano d’azione; già all’inizio del 2018 l’amministrazione si muoveva per ripensare un regolamento considerato obsoleto, risalente agli anni Cinquanta, perché i mercati potessero recuperare la duplice funzione di “fondamentali luoghi di socialità e presidio territoriale”, come annunciava la Tajani allora. Così Palazzo Marino si impegnavaa partecipare alle spese per l’adeguamento di plateatici con decenni di attività sulle spalle, favorendo in particolar modo la creazione di spazi per la somministrazione di cibi e bevande che potessero attrarre investitori privati, gestori unici (anche di natura consortile) cui fare riferimento per accentrare le attività, stimolare la corsa al rialzo della qualità dell’offerta e l’arrivo di nuovi operatori, con l’assegnazione dei banchi sfitti tramite avviso pubblico. Ora queste premesse offrono i primi risultati concreti: dunque con il bando in arrivo il Comune cerca singoli, imprese o (“preferibilmente”) consorzi che sappiano presentare progetti di gestione innovativi, polifunzionali e significativi per il territorio.

 

Le condizioni per partecipare al bando

Chi si aggiudicherà il bando – e la concessione ventennale del mercato -  dovrà sostenere le spese per la riqualificazione della struttura, e non potrà riservarsi più di un quinto dei banchi disponibili (un terzo per Zara, il più piccolo dei tre). Si partecipa per base d’asta, con cifre fissate dal Comune a 10mila per Morsenchio, 15mila per Zara, ben 170mila per Wagner, che però è una struttura con molte frecce al suo arco, per posizione, qualità e varietà dell’offerta. Inoltre i nuovi gestori dovranno impegnarsi a salvaguardare il lavoro di chi già opera nei rispettivi mercati (punti in più per chi coinvolge i vecchi concessionari). I punti su cui far leva sono, come già suggerito da Palazzo Marino, somministrazione di cibo ed erogazione di servizi, oltre che attività culturali ed educative inerenti alla cultura gastronomica ed alimentare. Il secondo provvedimento, non a caso, si concentra proprio sulla funzione aggregativa dei mercati, finanziando (con 120mila euro) la rinascita di strutture esterne alla circonvallazione 90/91: il bando, presto in pubblicazione, assegna un massimo di 20mila euro ad associazione e cooperative sociali che presenteranno progetti di animazione culturale incentrata sui temi dell’educazione alimentare, il riuso e il riciclo. Se l’operazione si rivelerà premiante, nelle strutture centrali come in periferia, il nuovo modello di gestione sarà esteso a tutti i mercati comunali. Quando si dice food policy.

 

a cura di Livia Montagnoli


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