Primo libro di fotografie per Gabriele Rubini, meglio conosciuto come Chef Rubio. Un racconto per immagini e pensieri dei suoi viaggi alla scoperta di persone, culture e cucine del mondo.
“Un viaggio fotografico tra storie, cibo e persone”, questo il sottotitolo programmatico del volume, edito da Rizzoli, che raccoglie le immagini scattate da Gabriele Rubini.
L'autore
Se il nome non vi dice molto è perché per tutti lui è Chef Rubio. Un volto di quelli che rimangono impressi, che in tanti hanno imparato a conoscere nelle trasmissioni tv e sui suoi frequentatissimi canali social; idolatrato da chi trova, nel suo fare ruvido e senza peli sulla lingua, l'alternativa più verace al mondo patinato della cucina. Quello che tende a tacere degli aspetti meno lindi del cibo, che passano – solo per fare qualche esempio – per un pesce da eviscerare o un agnello da disossare, che accolgono umori oltre che sapori di materie prime e pietanze tutt'altro che lustre. La parte che in molti preferiscono ignorare e che invece che ha il suo fascino, quello “unto e bisunto” (tanto per citare uno dei programmi di maggior successo di Rubio). Parliamo di una cucina – quella amata da Rubio - lontanissima da quella blasonata, dove la quantità è un elemento imprescindibile e la tradizione un valore quasi assoluto. Di questo Rubio si è fatto paladino. Ma qui, però, non si cimenta con l'ennesimo fritto da mangiare con una sorsata di birra (non artigianale, per carità), ma cambia rotta e si dedica alla fotografia.
La fotografia
Come mai un libro fotografico? “La verità è che mi piace raccontare storie” spiega nell'introduzione del libro “e poco importa che lo faccia attraverso un programma televisivo, un romanzo, una fotografia , un corto o un documentario”. Ma l'obiettivo non è solo quello di raccontare, ma anche di documentare e, se possibile, contribuire a migliorare la situazione ritratta - “spero che sia un esercizio di umanità per chi guarderà” - e ancora incuriosire, sollecitare chi guarda le foto ad andare, partire e scattare lui stesso “che per me equivale ad amare” aggiunge. Quelli raccolti in questo libro non sono gli scatti compulsivi di un viaggiatore, ma il frutto di studio e approfondimento: “negli ultimi 5 anni” racconta “mi sono messo sotto con la fotografia, studiandone la storia, gli interpreti (amo alla follia Luigi Ghirri e odio quel cialtrone di McCurry), gli apparecchi”. Via allora a scatti e scatti “sempre in analogico”, ore nella camera oscura e in laboratorio. E ancora scatti, con diverse fotocamere e tipi di rullino.
Il libro
Negli ultimi anni Chef Rubio di cose ne ha fatte, non solo programmi tv, ma anche progetti solidali, di integrazione sociale, di valorizzazione dell'artigianalità, di studio di prodotti per la Gdo. E viaggi, tanti viaggi. Che hanno portato in dono tanti scatti. Al punto che qualcuno, a un certo punto, gli ha chiesto che queste foto diventassero qualcos'altro. Questo libro. Dove si ritrovano le persone, i luoghi, le culture incontrate in questo girovagare, i cibi di strada assaggiati (tanti, talvolta lontanissimi dalle nostre abitudini) da sempre uno dei pallini gastronomici di Rubio. Prima che una raccolta di foto si tratta dunque di un racconto personale e senza filtri (“com'è nella mia natura” suggerisce) fatto per immagini ma anche per parole, poche frasi scritte a corollario di un percorso visuale, come contrappunto o semplice suggestione. Non sono però titoli, ammonisce, “come usano quelli forti che pensano che i loro scatti siano enigmi indecifrabili e che chi li guarda sia uno stupido che non ci arriva da solo”; spiega “troverete impressioni, pensieri e suggestioni che gli scatti mi hanno suscitato”. Insomma: un distillato del Rubio-pensiero che accompagna le immagini.
L'incontro del cibo
Foto che parlano, moltissimo, di cibo, di quel che si può sapere di un popolo attraverso la sua cultura alimentare, intercettando, proprio nel cibo, uno degli elementi chiave di conoscenza dell'altro e del mondo“spero che queste foto facciano viaggiare con la fantasia” permettendo a chiunque di seguire le tracce dei suoi passi, dalle favelas ai grattacieli, tra mercati - cui è dedicato il primo capitolo: “è il primo posto che visito in ogni città” - frutta succosa, gechi alla griglia, anatre arrosto, alghe messe ad essiccare e galli a combattere. Capitolo dopo capitolo, si incontrano titoli come Ospite, Dispensa - “Dispensare è dare a qualcuno qualcosa, che siano beni di prima necessità, esperienze o fotografie poco importa. Come in cucina così nel resto delle cose bisogna dare e darsi. Sempre” - Carne e pesce, Cottura, Servizio, Pane e coperto, Take Away e tanto altro. Un repertorio di suggestioni per guardare il mondo - “la sofferenza quanto l'amore”– dritto negli occhi, lasciandosi emozionare.
Mi sono mangiato il mondo – Chef Rubio - Rizzoli – 288 pp. - 18 €
a cura di Antonella De Santis
foto di copertina: CaRbonelli&Seganti