Non poteva che essere Palermo, Capitale della Cultura 2018, il fulcro dell'anteprima dei vini siciliani, in un anno particolarmente favorevole, in cui la Doc regionale può festeggiare i 60 milioni di bottiglie e i 195 iscritti. Tra le novità di questa edizione, Sicily Wine Science Show.
Èuna Palermo molto diversa da quella che quindici anni fa accolse la prima pionieristica edizione di Sicilia en primeur. Oggi è una città più stimolante, in pieno tentativo di rinascita, tanto da essere stata nominata Capitale italiana della Cultura 2018. Nel corso dell'anno ospiterà 83 eventi internazionali, 132 concerti, 72 mostre e oltre 700 appuntamenti per celebrare l'incontro tra le diverse culture, non solo artistiche, ma anche dell'accoglienza e dell'impresa, della legalità e dell'innovazione.
“Non esiste città che è cambiata di più, negli ultimi 40 anni, come Palermo” ha detto il sindaco Leoluca Orlando. “Anche il mondo del vino ha partecipato a questa evoluzione, sposando il passaggio dalla quantità alla qualità”.
La Sicilia del vino
Attualmente, infatti, la Sicilia produce oltre il 10% del vino italiano ed è la quarta regione per produzione, dopo Veneto, Puglia ed Emilia Romagna. I vini Dop e Igp hanno raggiunto l’80% del totale regionale, mentre la Doc Sicilia nell'arco di pochi anni sta raggiungendo il traguardo dei 60 milioni di bottiglie. Solo nei primi mesi del 2018 sono diventate 195 le aziende che la utilizzano a fronte delle 147 del 2017. Il vino, ma anche l'intero ricchissimo paniere di prodotti born in Sicily, si è conquistato un posto di primo piano: infatti il patrimonio enogastronomico è sia un'espressione della cultura identitaria sia un aspetto qualificante dell'esperienza siciliana offerta ai turisti.
Sicilia en Primeur 2018
“Ospitare la quindicesima edizione di Sicilia en Primeur in questa Palermo trasformata vuol dire contribuire a mostrare al mondo una Sicilia che cresce e che svela la sua immagine più bella. Inoltre la crescita del turismo in Sicilia spinge i consumi sia interni che all'estero” spiega Alessio Planeta, presidente di Assovini Sicilia. Osserva Alberto Tasca (Tasca d'Almerita) e membro del cda di Assovini “Oggi siamo sempre sulla palla e c'è un livello di condivisione tra le aziende associate molto elevato: abbiamo imparato a lavorare insieme anche con le aziende che hanno strutture e mission diverse. Si è formata un nuova coscienza di sistema e i risultati si vedono”. L'espianto e l'emigrazione dei vigneti al Nord è rallentata, la protezione e la tutela dei vini – Grillo e Nero d'Avola in primis - grazie alla Doc Sicilia è aumentata e anche la sostenibilità, in attesa di un modello unico nazionale, è diventata un patrimonio comune. La Sicilia, d'altra parte, è la prima regione italiana per superficie a vite biologica con 38.935 ettari (37,6% della superficie nazionale), seguita da Puglia e Toscana, con una crescita del 21% su base annua.
“Quando nel 2012 è stato fondato il Consorzio di tutela vini Doc Sicilia” racconta il presidente Antonio Rallo“l’obiettivo dei promotori cioè imbottigliatori, vinificatori e viticoltori, era avere un organismo che riuscisse concretamente a implementare l'attività di tutela, salvaguardia e promozione dei vini Doc Sicilia. L’idea di fare squadra si è rafforzata nel corso degli anni e oggi le aziende vedono sempre più nel Consorzio uno strumento per raggiungere un obiettivo comune, cioè privilegiare la crescita qualitativa, aumentando, così, la competitività delle aziende e assicurando alla viticoltura della regione una strategia di lungo respiro" conclude Rallo.
Il punto della situazione
Nella mattinata di lunedì 7 maggio, in occasione della conferenza stampa, sarà fatto anche il punto della situazione dopo la vendemmia 2017 e gli obiettivi a medio termine dell'associazione. "Il riposizionamento verso l'alto delle produzioni vinicole siciliane, l'aumento del valore unitario delle bottiglie” dice Planeta “sono la via obbligata se vogliamo continuare nel trend positivo dello sviluppo del settore vitivinicolo ma dobbiamo accorciare le distanze con il mercato sfruttando tutte le sinergie".
Sicilia en primeur è organizzata da Assovini Sicilia, l’associazione nata nel 1998 che oggi riunisce 86 aziende vitivinicole siciliane di piccole, medie e grandi dimensioni, accomunate da tre elementi: il controllo totale della filiera vitivinicola, dal vigneto alla bottiglia; la produzione di vino di qualità imbottigliato; la visione internazionale del mercato.
Sicilia en primeur apre anche al pubblico
La manifestazione, riservata ad oltre 100 giornalisti della stampa internazionale e italiana (fio al 7 maggio)permetterà di conoscere attraverso 7 enotour, della durata di tre giorni, le principali aree vitivinicole della regione, comprese le isole di Pantelleria e di Salina, con numerose visite alle cantine di produzione. Al termine dei tour, tutti i partecipanti si ritroveranno a Palermo nelle sale del Museo Regionale d’Arte Contemporanea (Palazzo Belmonte Riso),dove le aziende presenteranno oltre 300 vini, tra quelli dell'ultima vendemmia 2017 e le annate precedenti. Lunedì 7 maggio, dalle ore 18 gli appassionati potranno confrontarsi con le stesse etichette, presentate in anteprima ai professionisti della comunicazione nei giorni precedenti.
Sicily Wine Science Show
Tra le novità di Sep 2018, la sessione di divulgazione scientifica denominata “Sicily Wine Science Show” in cui gruppi di ricercatori, selezionati da una commissione Assovini, presenteranno i loro progetti di studio sulla vitivinicoltura siciliana. Lo scopo è avvicinare i comunicatori internazionali del vino alle più recenti scoperte e ricerche in ambito vitivinicolo sotto diversi profili: storia e scienze sociali, ampelografia, viticultura, enologia ed economia. Quest'anno saranno presentati uno studio sulle popolazioni di lieviti in Sicilia e sulla selezione di nuovi ceppi; una ricerca che prende in esame la variabilità genetica del vigneto siciliano e i legami con gli altri vitigni del sud Italia e del Mediterraneo; il Marsala Vergine Doc e il suo riposizionamento sui mercati italiani ed esteri; l'indagine sui residui di acido tartarico - prova della presenza del vino - trovati nei conci preistorici, rinvenuti nelle grotte del monte Kronio, a Sciacca (Agrigento).
I dati della produzione 2017 a Pantelleria
Benedetto Renda, presidente del Consorzio volontario per la tutela e la valorizzzione dei vini Doc di Pantelleria, ha comunicato i dati della produzione 2017. I viticoltori sono risultati 445 di cui 370 associati al Consorzio, pari all'83% del totale. I vinificatori sono 19 di cui 9 associati. La superficie totale rivendicata è 417 ettari di cui 349,5 (84%) è dei produttori consorziati. Il totale dell'uva Doc è stata di 18.680 q.li di cui 15.640 (84%) dei produttori consorziati. Pertanto, la resa media per l'annata 2017 è stata fissata in 44,79 quintali/ettaro. Dal punto di vista della produzione dei vini, nel 2017 l'imbottigliato è stato di 8.116 ettolitri. La tipologia Passito liquoroso con 5.019 hl rappresenta il 62% mentre il Passito naturale è il 15% con 1223 hl. La tipologia Moscato liquoroso è il 13%, a fronte del Moscato naturale 4%; Pantelleria Bianco 4%; frizzante e lo spumante l'1%. I dati confermano l'annata sfavorevole e le difficoltà della filiera.
a cura di Andrea Gabbrielli
Questo articolo è uscito sul nostro settimanale Tre Bicchieri del 3 maggio. Abbonati anche tu se sei interessato ai temi legali, istituzionali, economici attorno al vino. È gratis, basta cliccare qui.