Summa è una manifestazione che, nonostante i 20 anni alle spalle e una crescita continua, continua a mantenere una dimensione intima e familiare. Perfetta per tasting di vini che hanno come punti focali, artigianalità e sostenibilità.
Tra i molti eventi che precedono la grande kermesse del Vinitaly, Summa è ormai diventato un appuntamento imperdibile per molti appassionati del mondo del vino che si ritrovano in Alto Adige. Dopo aver festeggiato l’anno scorso i 20 anni, la tradizionale due giorni organizzata da Alois Lageder negli storici spazi di Casòn Hirschprunn & Tòr Löwengang di Magré, ha proposto quest’anno una selezione di oltre 80 cantine provenienti da: Italia, Francia, Austria, Germania, Slovenia, Kazakhstan, Australia e Nuova Zelanda.
Un gruppo di produttori uniti da una comune filosofia, basata sui principi della sostenibilità ambientale e su un orientamento verso l’agricoltura biologica o biodinamica. Summa è una manifestazione dall’atmosfera unica, che per la sua particolare natura, si differenzia dai sempre più numerosi saloni del vino o dalle fiere commerciali. Nonostante sia cresciuta molto, ha saputo preservare intatta quella dimensione raccolta, quasi intima e familiare, che da sempre la caratterizza. Le due giornate nella Tenuta Alois Lageder conservano il volto di un momento d’incontro conviviale. Alla passione per il vino, si unisce il piacere di ritrovarsi in un luogo che rifugge la fretta, per riscoprire un senso del tempo scandito dai ritmi della natura e per avvicinarsi al calice e ascoltare la voce del vino con calma e tranquillità.
Le parole di Alois Clemens Lageder spiegano bene lo spirito dell’iniziativa: “Per me Summa rappresenta soprattutto un’occasione speciale, in cui vignaioli – molti dei quali sono amici di lunga data – giornalisti, operatori di settore e visitatori interessati s’ispirano reciprocamente, in un’atmosfera familiare e accogliente. L’enorme forza che nasce da questo incontro influisce sulle nostre idee e sul nostro lavoro quotidiano. Questa è l’essenza che accompagna Summa sin dal suo inizio”. Il sentimento di condivisione e di amicizia ha connotato profondamente anche quest’ultima edizione di Summa, contraddistinta da un ricco programma di degustazioni guidate, verticali, seminari, passeggiate nei vigneti, visite in cantina e assaggi dalle botti. Un modo completo di avvicinarsi e vivere il mondo del vino, per apprezzarne meglio tutti gli aspetti e le sfaccettature e non dimenticare il lavoro e l’impegno che c’è dietro ogni bottiglia.
I migliori assaggi stranieri
Le Cantine austriache e tedesche hanno offerto in degustazione Grüner Veltliner di buona qualità e molti Riesling d’annata, ancora troppo giovani per esprimere il loro potenziale. Vini in una fase in cui gli aspetti floreali e fruttati dominano il profilo varietale, in attesa dello sviluppo degli aromi terziari di pietra focaia, resina e idrocarburo, che li rendono tra i bianchi più affascinanti al mondo.
Interessanti i Pinot Noir della Cantina Schubert Wines, che coltiva le vigne in Nuova Zelanda, nella zona di Martinborough e Wairarapa, utilizzando una selezione di cloni francesi di Pommard e Dijon.
Una curiosità i vini del Kazakistan di Arba Wine, che oltre al Lagyl Arba Sapevari 2014 un po’ rustico e scontroso, ha proposto in degustazione l’insolito Pino Arba Pinot Noir 2013, da profilo fin troppo morbido e fruttato. Molte le etichette interessanti dei produttori di casa nostra.
E quelli italiani
Tra i bianchi ricordiamo il Colli Orientali Sauvignon Blanc DOC Primaluce 2015 di Aquila del Torre, che con il suo profilo raffinato e la sua nitida freschezza, interpreta perfettamente il fortunato binomio vitigno-terroir.
Il Trebbiano d’Abruzzo DOC Bio 2015 di Emidio Pepe, è vibrante e profondo, e percorre il palato con grande slancio e bella persistenza finale.
Sempre più convincente il Petrolo Bòggine Anfora 2016. Sei mesi di macerazione sulle bucce regalano un sangiovese di sorprendente finezza e armonia espressiva, con un profilo delicatamente floreale, di viola e petali di rosa. Il frutto è fragrante e delicato, i tannini domi e l’acidità equilibrata.
Sempre nel campo del sangiovese in purezza, è una piacevole conferma il Toscana IGT Le Pergole Torte 2015 di Montevertine, che pur in un’annata piuttosto calda, riesce a far prevalere l’eleganza sulla potenza, la finezza sulla ricchezza, disegnando una delle più belle espressioni del grande rosso di Toscana.
Pur giovanissimo, dimostra subito il suo valore l’Etna Rosso DOC San Lorenzo 2016 della Tenuta delle Terre Nere, un nerello mascalese che conquista per la finezza e l’armonia delle sue delicate note floreali e fruttate, che si stemperano in un finale sapido e pietroso.
Nasce nelle splendide terre di Riparbella il Toscana Rosso IGT Caiarossa 2013, un equilibrato blend di merlot, cabernet franc, cabernet sauvignon, syrah, sangiovese, petit verdot e alicante, che seduce per la straordinaria complessità e profondità espressiva, unite e eleganza e freschezza.
Un’anteprima il Barolo DOCG 2014 di Pio Cesare, che delinea nel calice il profilo di un’annata complessa, con un raffinato volto floreale, un frutto fresco e delicato e cenni balsamici che virano verso sfumature di erba menta e radice di liquirizia.
IlToscana IGT L’Apparita 2014 di Castello di Ama, interpreta un’annata non facile con un merlot dal frutto fragrante, note di violetta e spezie, attraversate da una vena di freschezza che regala un sorso sottile e persistente.
Tra i Pinot Noir si è distinto per finezza e complessità il Krafuss 2015 di Alois Lageder, un vino dal frutto elegante, impreziosito da lievi sfumature speziate.
Infine, chiudiamo con due cabernet franc in purezza; il Costa Toscana IGT Duemani 2015 e il Paleo Rosso 2014 di Le Macchiole, che mettono bene in luce l’eccellenza assoluta raggiunta da questo vitigno bordolese nell’entroterra del litorale toscano.
a cura di Alessio Turazza