La svolta annunciata dal direttore Enzo Vizzari sul palco del Vinitaly, in occasione di un dibattito su Vino e Comunicazione. Come proporre un modello più agile e di facile comprensione nell’era del digitale? Stop alla “Bibbia” del vino, meglio un compendio dei migliori, organizzato per classifiche tematiche. Così dopo 18 anni di onorata carriera la guida vini dell’Espresso arriva al capolinea, e si trasforma appendice di quella dei ristoranti. Un altro tassello dei mille cambiamenti che il mondo dell’editoria – per definizione in difficoltà – ha subito e subirà in questi anni.
Basta Bibbie del vino
L’annuncio ufficiale arriva al Vinitaly, in occasione di una chiacchierata sul palco con Oscar Farinetti. Ed Enzo Vizzari, direttore delle guide L’Espresso, si mostra sicuro nel pronunciare una sentenza che certamente non sarà priva di strascichi nel mondo degli addetti ai lavori: “Non ha senso pubblicare ogni anno una Bibbia di tutti i vini, basta una selezione dei 100 migliori per tipologia”. Così, durante un dibattito nello stand di Repubblica che ha visto coinvolta anche la sommelier Adua Villa, Vizzari introduce la svolta che porterà al nuovo corso della guida Vini edita dal gruppo L’Espresso, negli ultimi anni guidata da Andrea Grignaffini e Antonio Paolini, che alla fine di gennaio scorso abbandonava il suo ruolo di curatore passando al Gambero Rosso. L’edizione 2019 della guida, dunque, non ci sarà. O almeno non come l’abbiamo conosciuta finora. E invece confluirà all’interno della guida ristoranti, diventando un’appendice in più della pubblicazione più longeva in casa L’Espresso. L’idea la spiega il direttore sostenendo la necessità di evolversi e stare al passo con i tempi, riflettendo sul rapporto che corre tra pubblicazioni cartacee e online quando si tratta di raccontare il mondo del vino con autorevolezza. Del resto il tema del dibattito - Vino e comunicazione – è ampio quanto arduo da dirimere.
Un compendio più snello, insieme ai Ristoranti
Ma di una cosa si dice sicuro Vizzari: mai sottovalutare il ruolo di internet e dei social network. Di qui ad approdare alla conclusione che una guida vini non è più necessaria il passo decisamente non è breve, e certo sulla decisione devono aver pesato molte altre considerazioni. Però di sicuro, spiega Vizzari, c’è la volontà di realizzare un compendio più snello, cassando la reiterazione “di nozioni base, tecniche di degustazione, e decine di migliaia di assaggi e descrizioni delle cantine anno dopo anno”. Invece la nuova appendice comprenderà una lista dei migliori cento bianchi, cento rossi, cento bollicine e cento vini da meditazione, strizzando l’occhio a quelle classifiche che ormai vanno per la maggiore, in risposta alla necessità di semplificare la comunicazione (ma è sempre un bene?). E l’operazione, in casa L’Espresso, sembra tanto più naturale in virtù del legame che sempre di più unisce vino e cibo, elementi inscindibili di un’esperienza gastronomica che vive del rapporto tra le due componenti. Immediatezza e voglia di non prendersi troppo sul serio, dunque, sono le linee guida che orienteranno le future indicazioni sul vino del gruppo guidato da Vizzari, che quest’anno avrebbe celebrato la sua 19esima edizione, e già un paio d’anni fa, con l’edizione 2017 aveva rivisto le carte in tavola all’insegna della semplificazione, introducendo il modello delle classifiche (da bere subito, da conservare, da comprare) per guidare alla consultazione più agile. A ottobre scorso, nel presentare la guida vini 2018, Vizzari ne sottolineava il ruolo esaustivo e funzionale, “strumento bibliografico essenziale” per raccontare il vino in tutte le sue dimensioni. Ora evidentemente qualcosa è cambiato.