Protagonista sui palchi del Mi.Co. è il Fattore Umano di cui si rivendica l'importanza per guidare i rapporti nel mondo della ristorazione. Nutrito il parterre dei relatori, grandi chef in arrivo dall'Italia e dal mondo, pizzaioli, pasticceri, produttori, maitre.
Il Fattore Umano. Cos'è
Quattordicesima edizione per il congresso gastronomico milanese, di scena dal 3 al 5 marzo al Mi.Co. di via Gattamelata. Il tema che guiderà gli interventi sul palco è quello delle relazioni umane, con l'idea di rimettere al centro il lavoro e l'impegno sul campo, la convivialità del cibo e l'empatia col cliente. E una sensibilità professionale che deriva dall'emotività, dall'esperienza e dal mestiere di ognuno. In due parole, il Fattore Umano. “Viviamo un’epoca dove è più facile avere lo sguardo rivolto a uno schermo piuttosto che verso il viso di una persona” premette Paolo Marchi, patron e ideatore del più celebre congresso gastronomico italiano, appuntamento di riferimento nel panorama internazionale, e anche per questo tanto frequentato da chef in arrivo da tutto il mondo. E, prosegue a proposito del tema che orienterà l'edizione alle porte, “il Fattore Umano vuole mettere al centro le relazioni umane, l’uomo-chef e tutti coloro che lo circondano sul lavoro, dalla cucina alla sala, al rapporto coi clienti e prima ancora artigiani e fornitori”, perché nell'epoca in cui tutto è a disposizione di tutti, a fare la differenza è proprio il valore dell'incontro, “la capacità delle persone di relazionarsi tra loro, rispettandosi e spronandosi a crescere e migliorarsi passo dopo passo”.
Fare ristorazione al giorno d'oggi
Una visione della ristorazione che solo in apparenza può sembrare romanzata, e certo non vuole ignorare la sua natura intrinseca, che è quella di fare impresa, e generare guadagno. Ma anzi, anche da questa necessità fa derivare l'importanza di rivendicare il ruolo del fattore umano, il contributo che ognuno può portare alla causa perché davvero valga la pena di esistere, dal lato di chi offre e di chi domanda: di chi produce e di chi trasforma, di chi serve e di chi consuma. Tutti essenziali nella stessa misura, per ricacciare l'ego in secondo piano, anche se spesso, sotto i riflettori, finisce solo l'ultimo anello della catena, lo chef.
I relatori
Ricco il parterre dei relatori, con i grandi della ristorazione italiana – da Romito ad Alajmo, da Bartolini a Cracco e Bottura, da Crippa a Camanini – e i super ospiti stranieri: tra gli altri, Virgilio Martinez, Ana Ros, Yannick Alléno, il trio delle meraviglie di Disfrutar, da Barcellona. Ma anche Will Guidara e Josep Roca per suggellare il consueto appuntamento con L'Arte dell'Ospitalità. Sempre Will Guidara, in arrivo dall'Eleven Madison Park di New York, aprirà domenica 4 marzo la mattinata della Sala Blu 2, dove andrà in scena Identità di Sala. Chiamati a intervenire sul tema che (troppo) lentamente sta conquistando l'attenzione che merita, tra gli altri, Antonio Guida e Francesco Apreda in rappresentanza del servizio a cinque stelle in albergo, Antonio Santini, Livia e Alfonso Iaccarino e i fratelli Cerea sulle grandi dinastie di sala e cucina della ristorazione italiana; ma anche Matteo Zappile, Alessandro Pipero, Dominga Cotarella, Giuseppe Palmieri, Thomas Piras, sull'importanza della formazione. Consueti focus su pane, pizza, pasta, gelato e formaggio. Apertura affidata al Dossier Dessert (sabato 3), ripreso in chiusura dal debutto della rassegna sulla Pasticceria italiana contemporanea (lunedì 5), con il veterano Corrado Assenza, dal Caffè Sicilia di Noto, ad aprire le danze. Regione ospite è la Calabria.
Milano – Mi.Co. - via Gattamelata, Gate 14 – dal 3 al 5 marzo 2018 – Il programma
a cura di Livia Montagnoli