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Vino e cucina a Roma. Il raddoppio di tre celebri enoteche: Litro Cucina, il Sorì, Barnaba (by Remigio)

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Ognuna a modo suo, negli ultimi anni, ha influenzato l'approccio al bere di qualità nella Capitale. A prezzi contenuti, in ambiente informale. E con grande ricerca sulla selezione di viticoltori indipendenti e produzioni naturali. A completare il quadro, una cucina semplice e ben eseguita. E personalità da vendere. Ora Litro, il Sorì e Remigio raddoppiano, per esplorare nuove zone della città. 

Tre enoteche con (piccola) cucina, tre insegne che a Roma sono riuscite a consolidare la propria autorevolezza giocando sullo scambio informale con il pubblico. Costruendo un anno dopo l'altro la propria platea di estimatori e affezionati clienti, ergendosi a ritrovo di quartiere, sull'eredità delle vecchie osterie, ma con un obiettivo sempre ben a fuoco: fare e raccontare qualità. La selezione maniacale delle etichette, la scommessa sulla mescita di livello, un ottimo rapporto qualità/prezzo, poche proposte di cucina, ma ben eseguite. E, non ultimo, il valore attribuito al tempo del cliente: l'accoglienza premurosa e la qualità di un servizio che con la sua semplicità sa mettere tutti a proprio agio. Tre indirizzi sicuri sulla mappa enogastronomica della Capitale, che, ironia della sorte a pochi mesi di distanza l'uno dall'altro, sono pronti a lanciarsi in nuovi progetti. Non snaturando affatto l'identità costruita nel tempo, ma anzi rilanciando in nuovi quadranti della città. Con un raddoppio a testa.

 

Il Sorì e il successo a San Lorenzo

Quasi dieci anni fa, San Lorenzo, quartiere universitario romano, è stato (anche) avamposto della nuova ristorazione: Giovanni Passerini allo storico Uno e Bino (tra i primi bistrot a tutto vino della Capitale), il vegetariano con cantina Arancia Blu (poi migrato a Piazzale Flaminio)... E poi la storica insegna Tram Tram, a presidiare il quartiere da oltre 20 anni, con gli arredi presi in prestito dai vecchi tram cittadini, un indirizzo sicuro, di quelli che non riservano mai cattive sorprese; o il Pastificio San Lorenzo, un ambiente contemporaneo per proposta e arredi, firmati dall'architetto Liorni. Intorno al 2012, una nuova accelerazione, diverse interessanti aperture. Fra loro, a far parlare gli appassionati gastronomi, il Sorì, un'eno-tavola che si è da subito imposta come punto di ritrovo per i frequentatori della zona appassionati di vino. Un locale piccolo con pochi tavoli, un paio di sedute al bancone e una carta dei vini in continua evoluzione. Mescita alla lavagna, e altre proposte ancora più interessanti raccontate a voce dal proprietario Pasquale - per gli amici e clienti affezionati Paky - Livieri. Italia, Francia, Germania, bollicine, vini naturali: una selezion ampia e articolata, accompagnata da una cucina golosa e dinamica, a cominciare dai taglieri di salumi e formaggi di prima scelta ai – pochi ma buoni – piatti caldi disponibili in carta, dal polpo a la gallega alla tartare di carne.

La scommessa a Monteverde e il futuro del Sorì

Dopo quasi 7 anni di San Lorenzo, la voglia di raddoppiare, mantenendo pressoché invariata l'offerta, ma portandola in una zona nuova, per una nuova clientela. La firma sul contratto per la nuova sede che aprirà a Monteverde, in piazza Ottavilla, a pochi passi dalla Basilica di San Pancrazio, è arrivata solo un paio di settimane fa. In una struttura più ampia, “che ci consentirà di avere qualche tavolino in più, e anche maggiore spazio per bottiglie nuove”. Stessa formula informale, ma un po' più moderna, “ci piace molto il carattere bohémiendel Sorì, ma nel nuovo locale vorremmo ragionare con approccio più contemporaneo”, e proposta simile, “crudi di carne e pesce e poi qualche piatto caldo espresso”. Una scommessa che si ripete, quella di Paky: “Credo molto nel quartiere, perché penso che si possano attrarre bevitori di un certo livello. Dopo tanto tempo a San Lorenzo, sarà interessante confrontarsi con un pubblico diverso”. I lavori per il locale inizieranno a breve, e l'inaugurazione, “salvo imprevisti”, dovrebbe avvenire a maggio. Nel frattempo, cosa ne sarà dell'insegna di via dei Volsci? “Forse potrebbe diventare un locale temporary per un po', ma è ancora tutto da definire. Ho sempre in mente anche l'idea di aprire un giorno una trattoria”.

Il Sorì – Roma – piazza Ottavilla – da maggio 2018

Barnaba a Piramide. Il nuovo progetto di Remigio

Si sa ancora poco di Barnaba, il nuovo locale che i proprietari di Remigio Champagne e Vino, Fabrizio Pagliardi e Roberto Scomazzon Galdi, con Valeria Carola, apriranno a Roma in vista della Piramide e di Porta san Paolo, nel locale su due livelli con grande spazio all'aperto pronto a inaugurare verso la fine di marzo in via della Piramide Cestia. Il nome è dedicato a San Barnaba, che protegge le vigne dalle grandine, e questo fa intuire che il focus resterà centrato su una selezione accurata e divertente di vini e bollicine (la stessa che è valsa a Remigio il premio per la miglior proposta al bicchiere al wine bar sulla guida Roma 2018 del Gambero Rosso). Barnaba, dunque, replicherà l'anima del wine bar, abbinando una proposta di cucina stagionale, semplice e gustosa per rinnovare la formula di un locale rilassante (e rilassato) dove mangiare e bere al tavolo, o al bancone, in maniera informale. Al piano di sotto, dedicato alla cantina, saranno periodicamente proposte degustazioni e verticali. Del resto, la proprietà di Remigio – realtà nata nel 2007 al quartiere Tuscolano, stretta tra l'Appia nuova e la Tuscolana – si è sempre dimostrata incline a cimentarsi con nuovi contesti, come testimonia l'avamposto estivo che da qualche anno a questa parte prende forma sulla spiaggia di Fregene in collaborazione con lo stabilimento La Baia: un chiosco pied dans l'eau per aperitivi speciali al tramonto, presto diventato tappa fissa dell'estate degli enoappassionati romani. Lo spirito che muove l'impresa (dedicata non a caso al santo protettore di Reims, patria dello champagne) è una chiara dichiarazione di intenti, e a Remigio è valso la fama e l'affetto dei clienti conquistati in oltre 10 anni d'attività: qualità a prezzi contenuti e approccio informale. Selezione personalissima di bollicine francesi operata sul campo, attenzione ai piccoli vigneron e alle produzioni naturali. Etichette acquistabili a scaffale e proposte alla mescita con rotazione frequente e ben studiata. Con proposta gastronomica d'accompagnamento che è cresciuta nel tempo, senza perdere in freschezza e divertimento. Una scommessa pionieristica ai tempi dell'esordio in via di Santa Maria Ausiliatrice, che oggi ha fatto scuola. Ed è pronta a raddoppiare con Barnaba.

Barnaba – via della Piramide Cestia, 51 - da fine marzo 2018 – www.remigio.eu

Litro Cucina, al Pigneto

A presidiare il quartiere di Monteverde Vecchio (non troppo distante da quella piazza Ottavilla dove presto approderà il Sorì), invece, ci pensa di più di 4 anni a questa parte Litro, vineria con cucina con piacevole cortiletto esterno affacciato su via Fratelli Bonnet. Il focus sul bere naturale e biodinamico è sempre stato una prerogativa della casa, e della proprietà che riunisce Maurizio Bistocchi, Andrea Baroni, Alessio Ceccotti e Barbara Bunino; con possibilità di scegliere tra una selezione di etichette di nicchia (alla mescita o in bottiglia) o affidarsi alla carta del bere miscelato, più volte ripensata nel tempo, ma sempre concentrata sulla valorizzazione del mezcal. E poi la proposta di cucina, un'idea di bistrot informale di qualità, con salumi e formaggi selezionati, proposte del giorno in lavagna, menu agile ideale per un pranzo rilassato, una cena informale o due chiacchiere all'aperitivo. La nuova avventura di Litro Cucina, invece, ha già preso le mosse in via Prenestina 168, altezza Pigneto, con una caratterizzazione gastronomica che pesca tra i grandi (e spesso bistrattati) classici del passato: la cucina degli Anni di Panna, quella che negli anni Ottanta portava in tavola pennette alla vodka e cocktail di gamberi, è stata fonte d'ispirazione per una sezione speciale del menu, che per il resto spazio tra ingredienti di stagione e ricette del territorio sotto la direzione di Marco Bravin, 29 anni, origini venete, in arrivo da Litro Monteverde. Le bottiglie sono esposte a scaffale, il legno dei tavoli (senza tovaglia) riscalda l'ambiente; alle pareti foto della Dolce Vita romana e tanti orologi di modernariato. Dalla carta dei vini si sceglie molto Lazio, ma anche un'ampia selezione di vini naturali, con proposte dall'intera Penisola, e bollicine francesi. Si apre dalle 18 all'1, la domenica solo a pranzo, dalle 12.30 alle 16.

Litro Cucina – Roma – via Prenestina, 168 c/d – 06 86601380


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