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Food in Vogue. 200 scatti di grandi fotografi alle prese col cibo nella storia del fashion magazine

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Foto d'autore e testi che raccontano com'è cambiato nel tempo il nostro rapporto col cibo sotto la lente di ingrandimento di Vogue. Tutti raccolti in un libro che celebra l'interesse della celebre rivista di moda per la cultura gastronomica. E il suo sguardo rivoluzionario sul tema.   

Cultura gastronomica, moda e lifestyle

Nature morte che immortalano la tavola firmate Irving Penn – che per Vogue ha scattato con continuità dagli anni Quaranta fino alla fine della sua lunga carriera, 66 anni “al servizio” del magazine – ritratti di personalità del settore gastronomico, testi che circoscrivono le tendenze del food che hanno caratterizzato gli ultimi decenni di storia americana. C'è tutto il glamour del cibo nell'ultima pubblicazione a cura del più celebre magazine di moda e lifestyle del mondo, che ha chiuso il 2017, ricorrenza del 125esimo anno dalla fondazione (nel 1905 Condè Nast editava il primo numero dopo l'acquisizione della testata, nata nel 1892), con l'uscita del libro Food in Vogue. Una celebrazione della storia della rivista, delle sue intuizioni e del lavoro di chi per anni ha raccontato il cambiamento di mode e costumi su scala internazionale anche attraverso il cibo e le fotografie d'autore ad esso dedicate sulle pagine del magazine. Oltre 300 pagine per raccogliere 200 scatti iconici, che pescano nel passato di grandi chef all'epoca in cui cominciavano ad affermarsi, richiamano alla memoria celebri servizi e raccontano com'è cambiato il nostro rapporto col cibo, e i suoi protagonisti, nel corso del tempo. Un testo che quindi ha molto a che fare con l'evoluzione della cultura gastronomica, i cambiamenti sociali, la moda, e celebra un legame imprescindibile tra i due ambiti di interesse: “Il cibo è parte del nostro mondo, delle nostre vite” per citare Anna Wintour, alla guida del gruppo, “impossibile per noi non considerarlo”.

 

Anticonvenzionale e pionieristico. Il cibo di Vogue

Per questo Food in Vogue (a cura di Fred Woodwart, storico art director di Condè Nast; edizione Abrams Books) recupera pure articoli di Jeffrey Steingarten, critico gastronomico di Vogue di lunga data (ancora in attività), e vecchi contributi delle firme che hanno sollecitato il crescente interesse per il mondo del cibo sulle pagine del magazine, da Tamar Adler (direttamente dalla cucina di Alice Waters) a Oliver Strand, accostandoli a inedite interviste di backstage. Ma a giocare la parte del leone sono indubbiamente le foto, originali esempi di food photography di Raymond Meier, Helmut Newton, Tim Walker, James Wojcik, Eric Boman (suo il provocatorio scatto del coniglio di pezza che entra in pentola, apparso sul numero di ottobre 2014). Grandi fotografi alle prese con una rappresentazione del cibo non convenzionale e pionieristica: “Noi non “facciamo” cibo come lo fanno gli altri magazine”, ripeteva diversi anni fa ai suoi redattori Phyllis Posnick, come ricorda oggi Taylor Antrim. Eppure per molto tempo l'interesse per la cultura gastronomica del magazine è rimasto piuttosto marginale: ancora negli anni Settanta la testata proseguiva dritta per la sua strada, guardando solo marginalmente al mondo del cibo.

Ma le cose erano destinate a cambiare con l'arrivo di Anna Wintour, che a Jeffrey Steingarten affidò il ruolo di food columnist di Vogue. Diventò una presenza fissa: viaggiava per il mondo alla scoperta di nuove suggestioni, era affascinato dalle scienze alimentari, sperimentava in prima persona nell'estemporaneo laboratorio allestito nella cucina di casa. Poi lo raccontava ai lettori, con rigore e piglio ironico. Della “rivoluzione” gastronomica partecipò pure Irving Penn, storico fotografo del magazine, che già alla fine degli anni Quaranta firmava avanguardistiche still life dedicate al cibo, ma soprattutto negli ultimi 20 anni della sua vita sarà particolarmente prolifico in questo senso. L'obiettivo delle sue foto? Sorprendere il lettore, fin quasi mettendolo a disagio. Sollevare il dubbio. Food in Vogue persegue lo stesso intento, enfatizzando la curiosità che ha sempre caratterizzato l'attenzione del magazine per l'universo del cibo.    

 

a cura di Livia Montagnoli


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