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Muore Alfonso Cascone. L'ultimo colpo per Artecarta, leader del packaging per pasticceria, distrutta da un incendio doloso

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Alfonso Pepe e Sal De Riso, Vincenzo Tiri e Iginio Massari. Il registro di cassa di Artecarta annovera tra i suoi clienti i maestri pasticceri più celebrati d'Italia. Non a caso l'azienda a conduzione familiare di Scafati è leader nella produzione di confezioni dolciarie. Alla metà di novembre un rogo doloso ha spezzato una storia durata oltre 20 anni. E Alfonso Cascone non ce l'ha fatta. 

Artecarta. Il packaging dei maestri pasticceri d'Italia

Una decina di giorni fa, a Milano per celebrare il panettone di qualità, l'appello era arrivato dai migliori pasticceri d'Italia, disposti ad autotassarsi per rimettere in piedi un'azienda dell'eccellenza imprenditoriale campana prostrata dalla meschinità criminale. Artecarta, 54 dipendenti alle dipendenze della famiglia Cascone - Alfonso e i suoi figli Luciano, Emiliano e Raffaele - in quel di Scafati (Salerno), è parte di quelle realtà della piccola e media industria italiana che lavorano lontano dai riflettori, forse poco conosciuta dal consumatore diretto, ma di grande supporto per i professionisti che lavorano su standard elevati fatti di scrupolo e dettagli. Come le confezioni che rappresentano il biglietto da visita di tanti dolci d'autore, tutti accomunati, per l'appunto, dal packaging per l'alta pasticceria prodotto da Artecarta Italia. Marigliano, De Riso, Alfonso Pepe, Gabbiano, Tiri, Massari, Sacchetti, Biasetto: la lista dei clienti eccellenti è nutrita e blasonata (molte delle confezioni le trovate nel servizio sui migliori panettoni di pasticceria sul numero di dicembre 2017 del Gambero Rosso, fotografate da Alberto Blasetti).

L'incendio doloso

Lo scorso 14 novembre, un rogo di origine dolosa distruggeva la fabbrica di via Galileo Ferraris, nel Comune di Scafati, chiamato in ballo dalla cronaca nera degli ultimi giorni per il giro d'usura di stampo camorrista sventato dalla Procura di Nocera Inferiore. Altrettanto criminali (la Procura ha già aperto un'inchiesta) le intenzioni di chi, con il favore delle tenebre, ha spezzato una storia imprenditoriale che dura da più di 20 anni: oltre 3 milioni di euro di danni accertati, macchinari distrutti, scorte e bancali pronti per la consegna andati in fumo, ovunque un cumulo di macerie. E la voglia di non mollare, pur atterriti dalla situazione: “Non ci hanno portato via solo il lavoro o i soldi, ci hanno portato via i nostri sogni e i sogni di un territorio del sud da sempre martoriato. Quello che ci tengo a dire è che Artecarta Italia risorgerà da queste ceneri. Noi non ci faremo fermare dalla criminalità”. Parole di rabbia e speranza che all'indomani dell'incendio Luciano Cascone affidava a una lettera accorata.

 

L'ultimo colpo. Addio ad Alfonso Cascone

Intanto però, papà Alfonso, fondatore dell'azienda diventata leader della produzione di carta e cartone per i prodotti dolciari, accusava duramente il colpo, vittima di un malore cardiaco e subito trasferito in ospedale a Napoli. Così, mentre intorno a lui si moltiplicavano gli appelli alle istituzioni, “per non far morire una realtà virtuosa”, e la pasticceria italiana si mobilitava per la causa (“sono ancora sconvolto per quello che è accaduto agli amici di Artecarta Italia. Vi chiedo umilmente, di fare un piccolo gesto di solidarietà a favore di questa prestigiosa azienda del Sud. La famiglia Cascone grandi lavoratori, imprenditori esemplari ma soprattutto persone oneste”, scriveva Sal De Riso a poche ore dall'accaduto), Alfonso Cascone ha combattuto la sua battaglia personale. Fino a un paio di giorni fa, quando i postumi dell'infarto – sopraggiunto dopo due giorni trascorsi accanto ai Vigili del fuoco impegnati a domare il rogo - hanno avuto la meglio sulla sua forza di volontà: “Oggi un altra pagina buia si scrive nella nostra storia. Gli uomini sono fatti di carne e il corpo spesso cede, ma la mente è quella che resta e la voglia di lottare di mio padre era più forte di qualsiasi cosa ed è quello che ha trasmesso a noi”.

Al ricordo sentito dei figli, si accompagna ora l'urgenza di fare qualcosa di concreto: è già attivo un conto per le donazioni, mentre in occasione del Natale Artecarta ha già rimesso in commercio la sua scatola per panettone chic, in cartoncino teso con laccetti in juta. E l'istanza è arrivata anche in Parlamento, con l'interrogazione parlamentare di Arturo Scotto. “Ripartiremo con enormi difficoltà, ma ritorneremo più forti di prima”. È l'augurio di tutti.

 

a cura di Livia Montagnoli

Foto di Alberto Blasetti


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