Premia l'alta cucina come lo street food la prima edizione delle Rossa dedicata alla capitale thailandese. Comincia da due Gaggan Anand, pari merito con Le Normandie e Mezzaluna. Tra le prime stelle, una celebra lo street food della settantenne Jay Fai.
Due stelle per Gaggan
Inutile negarlo, qualcuno si aspettava tre stelle, pronti e via. E sul nome del predestinato tutte le voci sono pressoché concordi: alla vigilia della prima edizione Michelin dedicata a Bangkok, Gaggan Anand e la sua cucina indiana progressive erano candidati molto papabili al trono tristellato. Invece, lo chef impegnato a riabilitare l'immagine della tradizione gastronomica indiana nel mondo dal suo quartier generale thailandese, dove porta avanti da anni un concetto molto personale di ristorazione gourmet, deve accontentarsi – si fa per dire – delle due stelle. Ma l'esordio della Rossa a Bangkok è illuminato da un firmamento piuttosto luminoso, ed eterogeneo. Come Gaggan, altre due sono le insegne che meritano di attestarsi, da subito, in quota bistellata: la cucina francese di Le Normandie al Mandarin Oriental Hotel (non un grande sorpresa, considerata l'inclinazione partigiana degli ispettori Michelin) e il ristorante Mezzaluna al 65esimo piano del Lebua Hotel, votato a una cucina di stampo europeo con influenze nipponiche. Più originale e benevola verso le espressioni gastronomiche autoctone la lista delle prime stelle, che premia 14 tavole, sulle 98 che compongono la prima edizione della guida Michelin Bangkok, omaggio “alla ricchezza gastronomica di questa città”, proclama sul palco il megadirettore Michael Ellis.
Lo street food stellato di Jay Fai
Una scena gastronomica riconosciuta nel mondo per la sua varietà tentacolare, “incredibilmente animata, ricca di valide proposte di strada e al contempo di solide proposte tradizionali e insegne che prediligono l'innovazione e la creatività”, rincara la dose Ellis. Esempio concreto di tanta generosità gastronomica, Jay Fai (dal nome della mitica, settantenne “chef patronne”) è la prima stella che più fa parlare di sé: da 40 anni, la modesta bottega serve omelette al granchio, curry, e noodle ai gamberoni cucinati espressi sul wok, nel piccolo spazio affacciato su strada. E da tempo, la città, ha assegnato a Jay il titolo onorario di regina dello street food Thai, sebbene il locale sia celebre per i prezzi non proprio contenuti delle specialità della casa: circa 25 euro per una omelette al granchio. Del resto il cibo di strada – rappresentato in guida da 28 indirizzi - si conferma l'anima più genuina della tradizione gastronomica locale, nonostante il tentativo di mettere al bando baracchini e attività di street food avanzato tempo fa dall'amministrazione cittadina.
Le prime stelle
Un macaron arriva anche per la cucina sostenibile di Bo.Lan, che serve pietanze tipiche con ortaggi autoprodotti, Nahm al Como Metropolitan Hotel (la cucina thai dell'australiano David Thompson, già stellato a Londra, per l'insegna omonima), Suhring, tra le tavole fine dining più celebri in città, con l'impronta tedesca dei gemelli Thomas e Mathias Suhring. Una stella anche per l'onnipresente Atelier di Joel Robuchon, J'Aime di Jean Michel Lorain, Elements e Savelberg (tutti in rappresentanza del fine dining francese), Ginza Sushi Ichi, la cucina thailandese contemporanea di Chim by Siam Wisdom e Sra Bua by Kiin Kiin.
Due Stelle
Gaggan
Le Normandie
Mezzaluna
Una Stella
Bo.lan
Chim by Siam Wisdom
Elements
Ginza Sushi Ichi
J’AIME by Jean Michel Lorain
L’Atelier de Joël Robuchon
Nahm
Paste
Saneh Jaan
Savelberg
Sra Bua by Kiin Kiin
Sühring
Upstairs at Mikkeller
Jay Fai
a cura di Livia Montagnoli