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Cortaccia Rossa 2017: i rossi dell'Alto Adige sfidano i grandi vini di Bolgheri

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I rossi della provincia di Bolzano sfidano i celebri vini di Bolgheri. Un confronto tra 20 vini di 4 annate diverse per conoscere meglio queste due importanti realtà vitivinicole. Ecco come è andata.

Ai produttori di Cortaccia (provincia di Bolzano) non manca certo il coraggio. Due anni fa, nella prima edizione di Cortaccia Rossa si erano misurati con i maestri di Bordeaux, quest’anno hanno deciso di sfidare con i loro tagli bordolesi alcuni tra i più prestigiosi vini di Bolgheri.

 

I rossi dell'Alto Adige ieri e oggi

Può sembrare strano parlare di grandi vini rossi in Alto Adige. In realtà, anche se oggi la fama e il successo della regione sono legati ai vini bianchi, non bisogna dimenticare che la grande rivoluzione del panorama vitivinicolo dell’Alto Adige risale agli anni ’80. Fino a quarant’anni fa lo scenario altoatesino era molto diverso: oltre il 70% della produzione era orientata verso i vitigni a bacca rossa, soprattutto schiava, per realizzare vini spesso di bassa qualità, da vendere sfusi o da esportare verso il nord Europa. Oggi la produzione di vini rossi è scesa sotto il 40% a vantaggio soprattutto di Gewürztraminer, Chardonnay, Sauvignon Blanc Pinot bianco, Pinot grigio e in misura minore Müller-Thurgau, Sylvaner, Kerner, Riesling e Grüner Veltliner.

 

Cortaccia

I vitigni bordolesi sono presenti soprattutto a Cortaccia, che per la sua particolare posizione, può godere di un microclima unico. Le esposizioni rivolte a sud consentono di avere vigne sempre soleggiate, con temperature estive che possono raggiungere anche i 40 °C, ma costantemente mitigate dall’Ora, la brezza che dal lago di Garda risale la Valle dell’Adige. I vigneti di merlot e cabernet sono coltivati nella parte più bassa dei versanti che salgono verso le montagna, a circa 220-300 metri di altitudine. Le viti di merlot sono piantate su terreni di argille rosse, soprattutto nella zona di Brenntal, mentre il cabernet sauvignon e il cabernet franc si esprimono meglio su suoli meno compatti e più ricchi di ghiaia. Se il merlot e il cabernet franc riescono ad arrivare tutti gli anni a piena maturazione senza troppi problemi, il cabernet sauvignon soffre un po’ le annate fredde. A volte rischia di arrivare all’epoca della vendemmia ancora non perfettamente maturo e di conferire ai vini note leggermente vegetali.

 

La sfida

La seconda edizione di Cortaccia Rossa si è tenuta il 27 ottobre negli spazi della Cantina di Cortaccia, storico punto di riferimento per tutti i viticoltori della zona e oggi la più importante realtà produttiva del territorio. L’evento si è aperto con un breve seminario introduttivo sui due terroir in competizione. A Graziana Grassini, enologa della Tenuta San Guido, è toccato il compito di illustrare le caratteristiche della regione della Maremma Toscana e di Bolgheri. Peter DiPoli, figura storica del vino altoatesino, ha invece presentato Cortaccia e le sue peculiarità.

Nelle sale della vecchia sede della Cantina di Cortaccia, assieme ad altri giornalisti di settore e in compagnia dei produttori locali che avevano i vini in concorso, abbiamo degustato alla cieca due batterie di vini. Dieci vini delle annate 2012 e 2013 (cinque di Cortaccia e cinque di Bolgheri) e dieci vini delle annate 2007 e 2009 (cinque di Cortaccia e cinque di Bolgheri), tutti tagli bordolesi, ma con diverse percentuali di merlot, cabernet franc, cabernet sauvignon e in qualche caso di petit verdot e sangiovese.

Il compito non è stato semplice. A parte qualche eccezione, il livello qualitativo dei vini si è dimostrato decisamente alto. Nonostante le diverse latitudini e condizioni climatiche di Bolgheri e Cortaccia, solo in pochi casi si poteva intuire dai calici il terroir di provenienza. Sicuramente un merito dei rossi altoatesini, che nelle migliori espressioni hanno dimostrato livelli di maturazione, armonia e complessità di assoluta eccellenza. Tuttavia alcuni campioni in competizione, per struttura, corpo e profondità gustativa hanno fatto subito pensare ai vini della soleggiata costa toscana. La seconda batteria - annate 2007 e 2009 - ha confermato l’ottima longevità dei tagli bordolesi dei due terroir, mettendo in luce interessanti note evolutive verso eleganti aromi terziari.

Com’era prevedibile, alla fine la vittoria è andata ai vini di Bolgheri ma Cortaccia non ha affatto sfigurato. Unica pecca della degustazione il Sassicaia 2013 con qualche problema di tappo, che ne ha sicuramente penalizzato il punteggio.

 

La classifica ufficiale (e non)

Ecco la classifica finale delle due batterie con i relativi punteggi espressi in centesimi, frutto della media dei voti assegnati a ogni vino dai membri della giuria.

 

Annate 2012-2013

1. 92 pt. Guado al Tasso 2013 - Tenuta Guado al Tasso

2. 90 pt. Ornellaia 2013 - Ornellaia

2. 90 pt. Grattamacco 2013 - Podere Grattamacco

4. 89 pt. Riserva Linticlarus Cuvée 2013 - Tiefenbrunner

4. 89 pt. Iugum 2012 - Peter DiPoli

6. 88 pt. Camarcanda 2013 - Ca’ Marcanda

7. 87 pt. Riserva Brenntal 2013 - Cantina di Cortaccia

7. 87 pt. Auhof 2012 - Baron Widmann

9. 83 pt. Centa 2012 - Tenuta Milla

10. 80 pt. Sassicaia 2013 - Tenuta San Guido

 

Annate 2007-2009

1. 91 pt. Ornellaia 2007 - Ornellaia

2. 90 pt. Riserva Linticlarus Cuvée 2007 - Tiefenbrunner

3. 89 pt. Riserva Brenntal 2007 - Cantina di Cortaccia

3. 89 pt. Camarcanda 2007 - Ca’ Marcanda

5. 88 pt. Auhof 2009 - Baron Widmann

5. 88 pt. Sassicaia 2009 - Tenuta San Guido

5. 88 pt. Iugum 2007 - Peter DiPoli

5. 88 pt. Guado al Tasso 2007 - Tenuta Guado al Tasso

9. 87 pt. Grattamacco 2007 - Podere Grattamacco

10. 81 pt. Centa 2007 - Tenuta Milla

 

Il podio del nostro personalissimo taccuino? Eccolo:

 

Annate 2012-2013

1. 94 pt. Guado al Tasso 2013 - Tenuta Guado al Tasso

2. 92 pt. Camarcanda 2013 - Ca’ Marcanda

3. 89 pt. Riserva Brenntal 2013 - Cantina di Cortaccia

 

Annate 2007-2009

1. 92 pt. Camarcanda 2007 - Ca’ Marcanda

2. 90 pt. Ornellaia 2007 - Ornellaia

3. 90 pt. Sassicaia 2009 - Tenuta San Guido

 

Appuntamento per una nuova sfida. Tra due anni.

 

a cura di Alessio Turazza


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