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G7 Agricoltura a Bergamo. L'impegno delle potenze mondiali nell'agroalimentare in 5 punti

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Si è concluso il 15 ottobre scorso il G7 dell'Agricoltura a Bergamo, con un summit di 5 punti fondamentali in campo agroalimentare su cui i Paesi aderenti dovranno impegnarsi d'ora in avanti. Lotta allo spreco alimentare, battaglia contro la fame, tutela dei consumatori. Tutte le priorità del Ministro Martina.

L'impegno contro la fame

5 priorità individuate dai ministri e dai rappresentanti di Italia, Francia, Germania, Giappone, Canada, Regno Unito, Stati Uniti, Unione Europea, Fao, con il commissario europeo per l'Agricoltura Phil Hogan. 5 punti da sviluppare in ambito agroalimentare nei prossimi anni, per combattere la fame, lo spreco alimentare e tutelare i prodotti agricoli attraverso politiche concrete. Con l'adozione unanime della “Dichiarazione di Bergamo”, nella città lombarda si è concluso lo scorso 15 ottobre il G7 dell'Agricoltura, presidiato dal ministro alle politiche agricole alimentari e forestali, MaurizioMartina. “Cinquecento milioni di persone fuori dalla fame entro il 2030 attraverso impegni concreti dei 7 Paesi”. Questo il contributo del ministro, che sottolinea ancora una volta il ruolo della cooperazione agricola, “decisiva per raggiungere questo traguardo, poiché la maggioranza delle persone che soffrono la fame vive in aree rurali”. La fame, infatti, è “una questione prima di tutto agricola. Per questo abbiamo deciso di aumentare gli sforzi per favorire la produttività sostenibile in particolare in Africa, attraverso la condivisione di buone pratiche per aumentare la resilienza e accompagnare lo sviluppo di comunità locali”.

Il G7 aperto

Affrontato anche il tema della difesa dei redditi degli agricoltori davanti alle crisi dovute al cambiamento climatico, problematica affidata alla Fao.Ma non solo: “Ci sono temi”,prosegue Martina, “sui quali dovremo aumentare ancora gli sforzi, come la protezione dei suoli e la biodiversità, la maggiore trasparenza nella formazione del prezzo del cibo e la riduzione radicale dello spreco alimentare. Su questi fronti serve più consapevolezza, ognuno deve sentire forte la propria responsabilità”.E proprio per coinvolgere ogni cittadino, facendolo sentire partecipe in prima persona al piano d'azione, il ministro ha voluto un G7 aperto, “con una settimana dedicata alla città di Bergamo e decine di appuntamenti sul tema del diritto al cibo, in continuità col lavoro che l'Italia ha fatto con Expo Milano”. Non solo i rappresentanti delle nazioni, dunque, ma anche giovani, organizzazioni non governative, agricoltori, istituzioni e associazioni hanno fornito spunti interessanti per il lavoro di confronto con altri ministri. “Da Bergamo rilanciamo ancora la sfida per garantire davvero il diritto al cibo per ogni essere umano a qualunque latitudine”.

Gli impegni della Dichiarazione di Bergamo

5, dunque, i punti su cui insistere:

La tutela del reddito dei produttori dalle crisi climatico-ambientali, con un occhio di riguardo particolare verso i coltivatori più piccoli. Un compito affidato alla FAO, che dovrà studiare un programma di azioni concrete e individuare una definizione unitaria di evento catastrofico, attualmente mancante.

La cooperazione agricola con l'Africa, con uno sviluppo delle partnership nella ricerca, e il seguente trasferimento di conoscenze e tecnologie in continente africano, al momento la zona prioritaria di intervento con il 20% della popolazione che soffre di povertà alimentare.

La trasparenza nei prezzi del cibo: i Paesi G7 si impegnano a migliorare la definizione dei costi in difesa degli agricoltori, in particolare di fronte alle crisi di mercato e alla volatilità dei prezzi a cui stiamo assistendo negli ultimi anni. In particolare, la FAO si occuperà di fornire ai produttori gli strumenti necessari per la creazione dei prezzi, tenendo in considerazione le previsioni sull'andamento dei mercati.

La lotta allo spreco, uno dei temi più caldi del settore, su cui Martina continua a porre l'accento cercando la collaborazione degli altri ministri. In tutti i Paesi, vanno incentivate le azioni e rafforzate le norme per ridurre le eccedenze alimentari, che coinvolgono oggi un terzo della produzione mondiale.

La tracciabilità per i sistemi produttivi territoriali, con l'adozione di politiche efficaci studiate per promuovere e valorizzare il legame con la terra d'origine, facendo chiarezza sulla filiera e tutelando il consumatore dalle frodi alimentari.

a cura di Michela Becchi


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