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Cosaporto? A Roma ci pensa il delivery dei regali (gourmet)

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Dolci, gelato, vino, ma anche oggetti per la casa: la start up capitolina partita a maggio garantisce consegne a domicilio in tutta la città. Tra pochi partner selezionati con cura, approccio “tailor made” e novità già in cantiere.

Dopo aver ricevuto un invito a cena, la domanda sorge spontanea: “cosa porto?”. E anche se si parte con i migliori propositi, capita spesso di ridursi all’ultimo minuto, di accontentarsi della solita pasticceria sotto casa o della solita bottiglia di vino da scegliere in fretta. A offrire una soluzione, da maggio nella Capitale c’è Cosaporto, un nuovo servizio di delivery che consente di acquistare un regalo - sul sito cosaporto.it - e far sì che venga consegnato direttamente a casa del destinatario (ma volendo pure al proprio indirizzo): “Questa idea nasce dalla mia esperienza personale, in una città grande e trafficata come Roma che non sempre ti permette di fare ciò che vorresti e di portare a termine i tuoi programmi” racconta il fondatore Stefano Manili “a tutto questo si è unito il mio background professionale, legato al mondo delle start up, e la passione per l’enogastronomia”.

Cosaporto

I prodotti

A chi dunque è alla ricerca del regalo giusto, per un compleanno o una serata tra amici, Cosaporto propone un ventaglio di possibilità volutamente non troppo ampio: “sono disponibili dolci, gelato, vino, piccole selezioni di tè, di oli o di altre specialità, a cui si aggiungono fiori, piante e oggetti per la casa”, spiega Manili, “ho deciso di lavorare con pochi esercizi di qualità, non solo per una semplicità organizzativa ma soprattutto perché con ognuno di loro portiamo avanti una collaborazione costante, un confronto che ci permette di individuare di volta in volta i prodotti più adatti al progetto”. Al momento, infatti, i partner della start up sono 17, l’obiettivo è quello di non superare la trentina: tra di loro ci sono nomi come La Portineria e De Bellis sul fronte pasticceria, Otaleg e La Gourmandise per quanto riguarda il gelato. Insomma alcuni tra i pilastri assoluti della gastronomia di ricerca e di qualità nella capitale.

 

La convivialità

Nel pieno rispetto della filosofia che contraddistingue il servizio, tutte le proposte sono già concepite e costruite all’insegna della convivialità (non si può, ad esempio, richiedere una monoporzione, poiché l’ordine minimo è un box che ne contenga almeno quattro). “Cosaporto non propone l’intero ventaglio d’offerta di ogni punto vendita, ma alcuni dei suoi cavalli di battaglia, cercando sempre di differenziarli per non mettere in competizione gli esercenti tra di loro” precisa l’ideatore,“il prezzo è lo stesso del negozio, a volte inferiore; va poi aggiunto il costo di spedizione, che varia non in base al percorso (consegniamo ovunque all’interno del Raccordo Anulare) ma a seconda del prodotto e del conseguente livello di difficoltà del trasporto”. Ecco che Cosaporto è l’occasione per non farsi scoraggiare dalle distanze e allo stesso tempo per scoprire nuove insegne, magari capaci di andare incontro a esigenze specifiche come nel caso di Uovo à Pois (dove i dolci sono senza latte, preparati con zucchero e farine esclusivamente integrali).

 

Un (primo) bilancio positivo

Ma come sta andando? “Dal punto di vista del confronto con le aziende, benissimo”, afferma Manili, “i grandi artigiani non snobbano il delivery, semplicemente sono alla ricerca di un progetto all’altezza dei loro standard qualitativi, che non abbia limiti nella distribuzione e che faccia arrivare a destinazione il prodotto integro e ben presentato; ci capita infatti che siano loro a contattarci per esaudire le richieste che non possono soddisfare”.

E dal punto di vista del cliente? “Il riscontro è stato più che positivo e ha superato le aspettative: credo che per quanto riguarda il cibo da asporto, il concetto di ‘servizio a domicilio di qualità’ abbia ancora bisogno di tempo per affermarsi; noi invece ci concentriamo su occasioni speciali, per cui la ricercatezza e l’attenzione a ogni fase diventano valori più importanti”. Insomma, a chi ha il frigo vuoto e poca voglia di cucinare può bastare una pizza o un sushi qualsiasi, a chi vuole stupire con un regalo decisamente no. Il comparto vino, invece, è stato finora quello più fiacco, “sia perché in questo caso il nome del negozio conta di meno, sia perché nel delivery la frontiera enologica è quella più inesplorata”.

 

Le prossime novità

Certo, dopo la partenza di maggio e una prima fase di “rodaggio”, i numeri non sono ancora imponenti: il sito conta 800 utenti registrati e gli ordini ricevuti sono più di 500. Ma per farli crescere, sono già in cantiere interessanti novità. La prima è quella dei regali di gruppo, che semplificano l’organizzazione collettiva così: una persona seleziona il prodotto, fissa il numero di quote e indica i nominativi di chi è invitato a partecipare; ognuno riceve poi il link che gli permette di effettuare il pagamento e l’ordine parte solo quando sono state saldate tutte le quote. Il secondo cambiamento è l’introduzione della regalistica aziendale, in cui accortezze “tailor made” e cura del dettaglio fanno sempre più la differenza.

 

www.cosaporto.it

 

a cura di Agnese Fioretti

 

 

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