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Il Cammino di San Tommaso: da Roma a Ortona. Un weekend insolito in Abruzzo

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316 chilometri e 15 tappe, dalle porte di Roma a Ortona, sulle tracce di San Tommaso. Percorre l’Abruzzo meno turistico il Cammino dedicato al santo dell’incredulità, che ci accompagna in un viaggio tra ristoranti tradizionali, botteghe, specialità gastronomiche e una miracolosa Fontana del vino. I nostri consigli. 

Sulle tracce di San Tommaso. In Abruzzo

Settembre andiamo, è tempo di… peregrinar. Non ce ne voglia D'Annunzio se andiamo a scomodarlo, ma i suoi versi sembrano descrivere al meglio la stagione dei pellegrinaggi che si è appena aperta proprio in terra abruzzese. Non tutti sanno, infatti, che oltre ai tradizionali itinerari sulle vie della Fede - come la Via Francigena, il Cammino di Assisi, la Via degli Dei o il quotatissimo Cammino di Santiago - ve ne è uno che collega la Basilica di San Pietro di Roma con quella di Ortona, dove sono custodite le spoglie dell'Apostolo San Tommaso sin dal 1258. Molto più giovane, invece, il Cammino a lui dedicato, la cui associazione di riferimento è nata appena cinque anni fa, come racconta il suo presidente Fausto Di Nella: “Rivendichiamo la nostra giovinezza e anche la nostra modernità, che ci distingue dagli altri Cammini nel mondo. In questi anni, abbiamo prima lavorato a rendere fruibile il percorso da un punto di vista fisico, poi ad animarlo in una sorta di lavoro di comarketing, cercando anche strutture che ci appoggiassero per fornire ai pellegrini una serie di servizi, tra cui anche una traccia gps e una lista di strutture convenzionate (20 euro a notte per pernottamento e colazione)”. Il percorso si svolge in 15 tappe per 15 giorni, per un totale di 316 km da percorrere a piedi, in bici o a cavallo. Chi pensasse, però, che i pellegrini debbano percorrere il Cammino senza bere né mangiare sarebbe assolutamente fuori strada. Il percorso diventa anche pretesto per vivere un'esperienza totalizzante: oltre che spirituale, enogastronomica, alla scoperta dei luoghi più autentici del Lazio e dell'Abruzzo. Cedere alla tentazione, dunque, è solo un piccolo peccato di gola, per arrivare più appagati alla meta.

Il Cammino dei vignandanti

Lo sanno bene i “vignandanti” che domenica 10 settembre, accompagnati dai camminatori dell'Associazione Il Cammino di San Tommaso partiranno da Tollo in mattinata per giungere nel pomeriggio alla Cattedrale di San Tommaso di Ortona. Un mini Cammino, giunto alla sua terza edizione e realizzato all'interno dell'evento Cantine Aperte in Vendemmia del Movimento Turismo del Vino, che attraverserà i vigneti abruzzesi, incrociando enologi e agronomi alle prese con la vendemmia. Arrivati al traguardo, ai partecipanti sarà consegnata anche una bottiglia di vino, che completerà il cosiddetto kit del vignandante (carta-passaporto; buono pasto; buono degustazione vini). Solo un piccolo assaggio del Cammino completo.

Per quello, armatevi del taccuino del viandante e segnate le tappe enogastronomiche che vi proponiamo.

 

Il fronte romano. Albano Laziale – Lariano - Genazzano

Partiti dalla Capitale, si punta dritti sui Castelli Romani. Prima sosta per iniziare il Cammino con la giusta dose di energie è Albano Laziale, dove al di là delle varie fraschetterie più o meno turistiche - attingendo dalla nostra guida Ristoranti d'Italia - suggeriamo una visita alla Galleria di Sopra, locale che - giusto per restare in tema di pellegrinaggi e religione - sorge all’interno di un vecchio granaio di un convento di clarisse del Seicento. Qui i fratelli Carfagna propongono una cucina a metà tra terra e mare: dal fritto di paranza e tortellini di cozze e fagioli del Purgatorio agli gnocchi di topinambur e cannelloni di coniglio alla cacciatora.

Da Albano a Lariano il passo è breve. Neanche a dirlo, questo borgo dei Castelli è, invece, diventato celebre per l'omonimo pane, ottenuto con l'impasto del lievito naturale, la farina di grano tenero semintegrale e la cottura nel forno a legna con le fascine di castagno che conferiscono il particolare aroma. Grazie alla lunga durata della sua fragranza, se ne può fare una buona scorta per i giorni di Cammino a venire. In Paese ci sono diversi forni familiari dove è possibile acquistarlo, ma occhio alle imitazioni: l'originale ha il bollino con il marchio collettivo geografico (Mcg).

Altra tappa, altra pausa gourmet. Genazzano è ormai il regno indiscusso di Marco Bottega che nel suo resort di campagna – Aminta Resort  – propone una cucina fatta dei sapori forti della sua terra, realizzati con mano pulita. Notevoli il risotto con tartufo, nocciole e salvia e il cannellone con stinco di agnello, ortiche e passion fruit. Il contesto è da contemplazione. Ma ci sono ancora 250 km da percorrere.

 

Oltre il confine. Cappadocia - Tagliacozzo – Masse d'Alba

Superato il confine laziale, la prima tappa indicata dall'Associazione del Cammino di San Tommaso è Cappadocia, un piccolo comune in provincia dell'Aquila, nel cuore dell'Appennino centrale, dove si erge una delle poche insegne della zona: il Grifone (località Petrella Liri), una tipica trattoria di paese a conduzione familiare, che propone una cucina rustica, dove sono sempre garantiti la pasta fatta in casa (i classici abruzzesi sono di casa) e la griglia accesa per bistecche, salsicce o costolette di abbacchio.

Per una scorpacciata di ottimi salumi e formaggi, invece, basta spingersi un po' più avanti a Tagliacozzo, dove i primi si possono trovare alla Norcineria, proprio nella piazza principale del paese, i secondi, poco distante, alla fornitissima Le fromage di Paola Iacovone.

Il Cammino può, poi, proseguire alla volta di Masse d'Alba: siamo in territorio marsicano, ai piedi del Velino e qui sorge lo splendido sito archeologico Alba Fucens di epoca romana. Dopo la visita culturale si può far tappa alle Antiche Mura, una pizzeria-ristorante dalla cucina schietta e pulita: gnocchi, tagliatelle al cinghiale, agnello arrosto, tagliata di manzo.

 

Mangiare e dormire a Fontecchio

Per proseguire sul fil rouge della spiritualità senza rinunciare ai piaceri della tavola, l'indirizzo giusto è a Fontecchio, dove un ex convento francescano oggi ospita il ristorante il Sirente. La sala principale è l'antica chiesa, dove sopravvivono i resti degli affreschi, all'interno, invece, si apre un suggestivo cortile. I sapori proposti spaziano da quelli dalle forti radici locali, come funghi, pancetta, tartufi e zafferano a quelli di una cucina meno regionale, ma sempre attenta alle materie prime.

Fontecchio, decima tappa del Cammino, è anche sede di Ilex-Italian Landscape Exploration, un centro di educazione al paesaggio che lavora sui temi dello sviluppo sostenibile, paesaggio e cultura locale, promuovendo corsi di vario genere, tra cui anche quelli di cucina. Il suo fondatore, Alessio Di Giulio, dà anche ospitalità a pellegrini e turisti nella casa “Torre del Cornone”, un b&b con camere "sospese" sul Parco Nazionale del Sirente. Tutt’attorno un giardino sulle mura, con piante di rosmarino, fico, melo, prugno, alloro e pergole d’uva. I tavoli fuori offrono una vista a strapiombo sulla valle e un'esperienza di meditazione fuori dal tempo, da cui è difficile staccarsi per proseguire il Cammino. Ma la meta è ormai vicina.

 

Navelli e il suo oro rosso

Ancora qualche km per arrivare a Navelli, località legata a una delle spezie più pregiate e costose al mondo, lo zafferano. Il suo arrivo in territorio abruzzese è legato a un altro “cammino spirituale”, quello del monaco Santucci di Navelli, che nel 1230, di ritorno da un viaggio in Spagna per il Tribunale dell’Inquisizione, riportò di nascosto dei bulbi. La consacrazione della sua produzione è, invece, di epoca più recente, precisamente nel 2005, quando ottenne la Dop col nome di “Zafferano dell’Aquila”.

Dove assaggiarlo? Uno degli indirizzi migliori è l'Antica Taverna, che lo propone con tagliolini e guanciale croccante, ma anche per dessert con una saporita crema a base proprio di quest'oro rosso. Tuttavia c'è anche un altro modo per assaporarlo nella sua interezza: mangiarlo con gli occhi. Nel mese di ottobre, infatti, culmina la tanto attesa fioritura che tinge tutta la piana circostante di viola (il colore dei fiori), rosso e arancio (il colore degli stimmi dello zafferano): uno spettacolo senza eguali che aggiunge un tocco di estasi al Cammino dei viandanti, ormai a meno sei tappe dalla meta.

 

I borghi di Capestrano, Pretoro e Manopello

Poco più avanti, si apre alla vista il borgo di Capestrano, un' armoniosa miscela di architetture medievali e rinascimentali, ai confini del Parco del Gran Sasso, di cui rappresenta praticamente una delle porte di accesso. Per ammirarlo dal basso, sulle sponde del Tirino, si consiglia una sosta all'agriturismo Terra di Solina che, come suggerisce il nome, propone soprattutto impasti a base di grano Solinas (antico grano autoctono della vallata), oltre che prodotti a km zero direttamente dall'orto dei proprietari, Alfonso e Carla.

Lungo il percorso, altro borgo che merita una sosta è Pretoro, un vero presepio della provincia teatina, all’ombra della Majella e immerso nell’omonimo parco nazionale. Da visitare l’area faunistica del lupo, la chiesa della Madonna della Mazza e la grotta dell’eremita. Per un'esperienza di ospitalità e cortesia, bisogna, infine, “bussare” a Casa Milà, il curatissimo b&b di Pamela Perseo che, incastonato nella montagna domina il paesaggio sottostante. Non si farà dimenticare neppure la locanda scavata nella roccia dell'antica cantina. La proposta è tutta made in Abruzzo: le "p’ttolozz" (rombi di pasta fatta di farina e acqua) al sugo, la pasta alla chitarra, l'agnello pretorese, i turcinelli (budella di maiale), la "pizz’ e foij", stufato di verdure servito con la sarda affumicata, e la "pizza scim", pane bianco non lievitato e senza sale.

Altro must del Cammino è il borgo di Manopello, sede delSantuario del Volto Santo, dove viene custodita la famosa reliquia che, assieme alla Sacra Sindone di Torino, raffigura la vera effigie di Cristo. In cima alla collina c'è anche Casale Centurione, una country house che tra vigneti e oliveti, domina il paesaggio. I pellegrini ormai conoscono benissimo i ravioli di Giulia, la padrona di casa, che organizza quotidianamente delle cooking class in inglese e spagnolo per i suoi ospiti.

Il vino lungo il Cammino

Non è ancora finita. Prima di piantare la bandierina davanti alla Basilica di Ortona, vale la pena perdersi nelle distese di vigneti, che annunciano la prossimità della costa adriatica. Il percorso di San Tommaso attraversa, infatti, la tenuta il Feuduccio di Santa Maria d’Orni (Orsogna), in una splendida zona collinare che si estende dalle falde del monte Majella al mare. “Dare da bere agli assetati” si legge nel Vangelo secondo Matteo, e così, obbedendo a questo precetto, la cantina è ormai divenuta meta di pellegrini da tutto il mondo a cui non viene mai negato un calice di vino: Montepulciano d'Abruzzo, Cerasuolo d'Abruzzo, Pecorino e Passerina. A chi ha il piacere di incontrarlo, Gaetano, la terza generazione della famiglia Lamaletto, sarà ben contento di raccontare la sua storia: furono i nonni a realizzare la cantina, prima di partire negli anni '50 per il Venezuela e diventare affermati industriali nella produzione di ceramiche e piastrelle. Oggi, però, il nipote è tornato in Italia per portare avanti quel sogno abruzzese.

Ha realizzato un piccolo sogno, anche Nicola D'Auria della cantina Dora Sarchese di Villa Caldari (Ortona), che lo scorso anno ha costruito, in mezzo ai vigneti, la sua fontana del vino. L'iniziativa ha fatto in poco tempo il giro dei giornali, anche stranieri, e il Consorzio ne ha riconosciuto la grande spinta promozionale per tutto il territorio abruzzese, con un premio al suo proprietario, che scherzosamente si definisce “il fontaniere”. Il Cammino di San Tommaso, quindi, non poteva che passare da qui. Segnalata dai versi del filosofo Omar Khayyâm “Bevi vino, ché non sai donde sei venuto: sii lieto, perché non sai dove andrai”, la Fontana miracolosa (sicuramente lo è per il turismo che sta portando sul territorio) si trova all'interno di una vecchia botte da 7 mila litri da cui sgorga ininterrottamente Montepulciano d'Abruzzo, collegato direttamente alla cantina sottostante. I cancelli rimangono sempre aperti per accogliere pellegrini e appassionati, “a patto che”, racconta il simpatico proprietario “non arrivino armati di damigiane da riempire e portarsi a casa. È successo anche questo”. Non ci credete? “Beati coloro che non videro e tuttavia credettero”. San Tommaso docet.

 

a cura di Loredana Sottile

 

La Galleria di Sopra | Albano Laziale (Roma) | via Leonardo Murialdo, 9 | tel. 06 932 2791| www. lagalleriadisopra.it

Aminta Resort | Genazzano (Roma) | Via Trovano, 5 | tel. 06 957 8661| www.amintaresort.it

Il Grifone | Petrella Liri -Cappadocia (L'Aquila) | via Vittorio Veneto, 8

Norcineria | Tagliacozzo (L'Aquila) | Piazza Duca degli Abruzzi, 52, | tel. 0863 610269

Le fromage | Tagliacozzo (L'Aquila) | Largo del Popolo

Le Antiche Mura | Albe Fucens (L'Aquila) | tel. 0863 441086

Il Sirente | Fontecchio (L'Aquila) | Via S. Pio, 1 | tel. 0862 85376|  www.ristoranteilsilento.com

Casa Torre del Cornone | Fontecchio (L'Aquila) | Via Cantone della Terra, 22 | tel. 0862 85441(struttura convenzionata con l'associazione il Cammino di San Tommaso)

Antica Taverna | Navelli (L'Aquila) | via dell'Osteria, 16 | tel. 0862 959171 | www.navelli.anticataverna.it

Agriturismo Terra di Solina | Capestrano (L'Aquila) | Nucleo Capodacqua, 4 | tel.  331 676 6139

Casa Milà | Pretoro (Chieti) | Piazza Roma, 3 | tel. 334 992 5508| www.bebmila.it (struttura convenzionata con l'associazione il Cammino di San Tommaso)

Country House Casale Centurione | Manopello (Pescara) | Via Santa Maria Arabona, 2 |  tel. 335 825 7345| www.casalecenturione.it (struttura convenzionata con l'associazione il Cammino di San Tommaso)

Cantina Feuduccio di Santa Maria d’Orni | Orsogna (Chieti) | Via Feuduccio, 2 | Tel 0871 891646| www.ilfeuduccio.it

Cantina Dora Sarchese | Ortona (Chieti) | Contrada Caldari Stazione, 65 |Tel 085 903 1249 | www.dorasarchesevignai.wixsite.com


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