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Montalcino, Poggio Antico diventa belga. Ne abbiamo parlato con Paola Gloder

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L'azienda di proprietà sin dal 1984 della famiglia milanese Gloder, è stata ceduta all'industriale belga Marcel van Poecke, leader del gruppo Atlas Invest, attivo nel settore dell'energia e delle rinnovabili. Parla Paola Gloder, che insieme al marito Alberto Montefiori, ha fatto diventare Poggio Antico, un marchio di successo internazionale

Poggio Antico, una delle aziende protagoniste della storia di Montalcino degli ultimi 30 anni, ha ceduto a Marcel van Poecke, laureato in agraria e fondatore di Atlas Invest, la proprietà dell'azienda. Lo ha confermato al Gambero Rosso, Paola Gloder spiegando che "in azienda per ora non cambierà niente tanto che la prossima vendemmia la continueremo a seguire io, Alberto, lo staff aziendale e Federico Trost, scelto dalla nuova proprietà, che ha una notevole esperienza nel settore". A proposito di von Poecke osserva che "lo conosco da molti anni e posso assicurare che non solo si tratta di un imprenditore molto in gamba ma è anche grande appassionato di vino che ha tutto l'interesse a dare continuità all'esperienza di Poggio Antico e di migliorarla ulteriormente" e aggiunge: "Quella della continuità dal punto di vista qualitativo è una delle prime condizioni che ho posto durante la trattativa".

 

Le cifre del Brunello

Al momento non si conosce l'entità della transazione ed entrambe le proprietà, la vecchia e la nuova, non hanno voluto rilasciare commenti in proposito. È possibile però ipotizzare, in base ai prezzi correnti di mercato, che si tratterebbe di alcune decine di milioni di euro visto che le quotazioni correnti stimano il valore di un ettaro di Brunello circa 450/500.000 euro/ettaro. L'azienda si estende per 200 ettari complessivi dei quali 32,5 ettari sono vigneto (28 ettari a Brunello, 2 ettari a Rosso di Montalcino e 2,5 ettari a Cabernet) mentre la restante parte è suddivisa tra uliveti, seminativi e boschi a cui si deve aggiungere la cantina e vari altri immobili.

 

Il motivo della cessione

Abbiamo chiesto a Paola Gloder i motivi della cessione dopo tanti anni di attività "Ormai l'impegno che un'azienda come Poggio Antico richiede, era diventato molto gravoso: noi ci siamo sempre occupati di tutto, dalla vigna alla cantina alla commercializzazione. Il mio modo di lavorare, da quando 31 anni fa ho iniziato, è sempre stato lo stesso e si basa sull'impegno totale. Infatti il senso dell'azienda è sempre stata la concretezza e l'essenzialità, che corrisponde al modo di vedere e di sentire della nostra famiglia. Ora però motivi anche personali ci hanno convinto che era il momento di passare la mano".

 

Poggio Antico

Acquistata da Giancarlo e Nuccia Gloder nel 1984, l'azienda nell'arco di pochi anni si era fatta largo in un mondo locale che si stava aprendo alle novità. A cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, infatti c'erano stati molti investimenti "milanesi" che avevano creato aziende come Altesino, Caparzo, La Gerla, Santa Restituta e altre ancora che avevano contribuito alla diffusione del Brunello.

Poggio Antico è presente sulla guida Vini d'Italia sin dall'edizione del 1991 quando prese i primi Tre Bicchieri per il Brunello di Montalcino 1985. Un vino eccellente, di grande eleganza, che nasceva a 450 metri sul livello del mare, all'epoca considerata una quota assai elevata per il sangiovese. Attualmente l'azienda ha il riconoscimento della stella perché nel corso degli anni ha conquistato per almeno 10 volte i Tre Bicchieri della Guida.

Paola Gloder, che ha iniziato giovanissima a condurre l'azienda, dice di se stessa: "Sono una ragioniera (in effetti è diplomata in ragioneria) e nemmeno sommelier". Understatement a parte - si tratta di una dote sempre più rara - con la collaborazione di suo marito, Alberto Montefiori, ha costruito una delle più note e affermate aziende di Montalcino e ha saputo affermare una filosofia di produzione basata sulla chiarezza delle scelte e sull'integrità. Lontana dagli attuali fasti della comunicazione, ha saputo imporre il Brunello e l'Altero di Poggio Antico come due grandi vini, dotati di una personalità spiccata e riconoscibile. Per una "ragioniera e nemmeno sommelier" non c'è male.

 

Il ristorante

Il sinuoso viale di cipressi che porta all'azienda è una promessa di bellezza e relax, che regala panorami incredibili sulla Val d'Orcia. Paesaggi che si possono godere anche dal ristorante omonimo, il Poggio Antico, ospitato in una vecchia stalla ristrutturata con sobrietà e da sempre affidato nella cucina e nell'intera gestione a diverse figure che ne hanno determinato il successo. L'hanno aperto nel 1993 Roberto Minnetti e Patrizia Leonardi dopo l'esperienza d Pianeta Terra a Roma (dal 1984 al 1992, uno dei pochissimi ristoranti d'autore in una Roma dove la ristorazione gourmet praticamente non esisteva) che ne hanno fatto in poco tempo uno degli indirizzi di riferimento della zona; merito di una cucina di raffinata rusticità, capace di interpretare pienamente la migliore anima di certa Toscana, ma anche dellaveduta che spazia dalla vetta del Monte Amiata alle colline della Maremma fino al mare in lontananza, e all'atmosfera quieta e rilassante, circondato com'è dai vigneti dell'azienda.

 

Negli anni il bel ristorante, a una manciata di chilometri da Montalcino, ha visto succedersi alla guida Oliver Glowig, arrivato nel 2010 dopo L'Olivo al Capri Palace e prima dell'Aldrovandi di Roma, Gianluca Di Pirro e ultimo, in ordine di tempo, il giovane Sossio Perrotta, alle spalle esperienze alla Veranda di Villa d'Este a Cernobbio. Per tutti il richiamo al territorio, sapientemente mescolato a spunti creativi e ottima tecnica, è stato l'elemento trainante di una cucina solida ed elegante.

 

Come cambia il panorama di Montalcino

Con la cessione anche di Poggio Antico, Montalcino conferma che è in atto un cambiamento profondo e importante della sua struttura produttiva. Attualmente non c'è azienda medio-grande del territorio che non abbia ricevuto offerte di acquisto, più o meno allettanti, e non è storia degli ultimi mesi. Finito il tempo degli investimenti familiari, ora è la volta dei grandi investimenti finanziari. Da Biondi Santi in mano ai francesi, all'argentino Bulgheroni (Tenute Vitanza, Podere Brizio, Poggio Landi) ai tedeschi Eichbauer (Poderi Salicutti) all'americano Gary Rieschel (Cerbaiona) o al brasiliano Andre Santos Esteves (Argiano), Claudio Tipa (Poggio di Sotto), senza dimenticare lo storico investimento dei fratelli Mariani con Banfi e altri ancora, il Brunello di Montalcino si sta sempre più internazionalizzando.

Se da una parte è una grande opportunità dall'altra potrebbe rivelarsi un pericolo per Montalcino. Le piccole e medie aziende del Brunello sono profondamente inserite nel contesto produttivo e culturale del Brunello e hanno tutto l'interesse a far crescere il territorio ma non necessariamente è lo stesso interesse di chi fa degli investimenti finanziari. La discussione è aperta. E di sicuro Poggio Antico non sarà l'ultima azienda di Montalcino a cambiare proprietario in questi mesi.

 

Poggio Antico | Montalcino (SI) | Loc. Poggio Antico | tel. 0577 848044 | http://www.poggioantico.com/

 

a cura di Andrea Gabbrielli

 


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