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La crisi modifica la dieta degli italiani. Frutta e pesce in aumento, più attenzione alla salute

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Continuano a cambiare le abitudini di consumo degli italiani, sempre più interessati a un'alimentazione sana ed equilibrata, con una diminuzione dell'acquisto di carne e un aumento di prodotti ittici e frutta. Tutti i dati Istat.

La ricerca Istat: cali e aumenti

Si torna ai livelli pre-crisi, con cene e soggiorni in albergo, vacanze e pause pranzo fuori casa. Aumentano le spese, i carrelli si riempiono soprattutto di pesce e frutta fresca, la carne resta una componente alimentare importante, ma diminuiscono gli acquisti. Sono i dati diffusi dall'Istat che, partendo dalla spesa media delle famiglie (2.524 euro mensili a famiglia nel 2016), ha rilevato “una crescente attenzione a una più corretta alimentazione”. Del totale mensile speso da ogni nucleo familiare, infatti, la quota destinata a prodotti ortofrutticoli evidenzia un aumento del 3,1% per un totale di 41,71 euro al mese per la frutta, e 60,62 euro per la verdura. Il consumo di carne, invece, cala del 4,8% rispetto al 2015, pur rimanendo fortemente presente nelle abitudini alimentari. Cresce, dunque, il consumo di alimenti freschi e di stagione, ma sono i prodotti ittici a fare la parte del leone, con un aumento del 9,5%, per un totale di spesa che arriva fino a 39,83 euro mensili.

I consumi generali

Dati positivi, che registrano un interesse crescente verso uno stile di vita sano, e non solo: dalla ricerca, emerge anche “una ripresa a ritmo moderato”, con un aumento generale dei consumi, anche se il livello rimane ancora “al di sotto di quello registrato nel 2011”. Si evidenzia però una differenza notevole fra i livelli di consumo registrati nelle grandi città e i valori rilevati sul resto del territorio, una disparità che, secondo l'Istituto, si spiega con la “marcata crescita della spesa media mensile per beni e servizi non alimentari delle famiglie residenti nelle città metropolitane”. Resta anche la discrepanza fra Italia Settentrionale e Meridionale, nonostante “il gap tra i più elevati valori del Nord-ovest (2.839 euro) e quelli più bassi delle isole (1.942 euro) si riduca passando da quasi 945 euro a circa 897 euro nel 2017”. Divergenze significative anche fra famiglie composte da soli stranieri e famiglie italiane: le prime, infatti, spendono fino a 1000 euro al mese in meno. Ruolo fondamentale nelle scelte alimentari lo ricopre, poi, anche il livello culturale dei componenti del nucleo familiare; quelli con titoli di studio superiori hanno una spesa maggiore, circa 3.550 euro al mese per i laureati, mentre si fermano a meno della metà (1.725 euro) gli acquisti delle famiglie con licenza elementare o nessun titolo di studio.

Fumo, alcol, sovrappeso: le cattive abitudini degli italiani

Insieme ai dati relativi ai consumi, l'Istat ha diffuso anche una serie di informazioni sulle cattive abitudini degli italiani, ovvero quelle legate al fumo, alla cattiva alimentazione che sfocia nell'obesità, a consumo di alcol e sedentarietà. Un campione per circa 19mila famiglie, per un totale di 45mila individui: questi i parametri della ricerca, che ha dimostrato che il 19,8% della popolazione maggiore di 13 anni dichiara di essere fumatore, per un totale di 10 milioni e 400mila persone, con il 22,6% che afferma di aver fumato in passato e il 56,1% di non aver mai toccato una sigaretta. Nonostante le spese vertano sempre di più verso un consumo alimentare consapevole, il 35,5% della popolazione a partire dai 18 anni è in sovrappeso, mentre il 10,4% dichiara di essere obeso. Il consumo di almeno una bevanda alcolica l'anno, invece, è pari al 64,7% della popolazione. E l'attività fisica? 23 milioni e 85mila persone dichiarano di non praticare mai sport nel tempo libero.

a cura di Michela Becchi


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