Enjoy Collio è stata l’occasione per degustare le nuove annate e per conoscere i progetti del Consorzio in prossimità del passaggio della denominazione da Doc a Docg. Dal 14 al 17 giugno, Cormons ha ospitato giornalisti italiani e stranieri per una serie di seminari, degustazioni, visite in cantina e momenti d’incontro con i produttori.
Il Collio è uno spicchio d’Italia all’estremo confine nord-orientale, da sempre vocato alla viticoltura. Il clima è dolce e temperato, grazie alle brezze del vicino mare Adriatico e alla presenza delle Alpi Giulie, che fanno da barriera naturale ai venti freddi del nord. Le vigne sono coltivate su dolci e morbidi rilievi collinari, compresi tra i 100 e i 350 metri d’altitudine. Le belle esposizioni e le escursioni termiche tra il giorno e la notte, favoriscono una perfetta maturazione di uve con aromi intensi. Ma la vera ricchezza del Collio è nel sottosuolo, nella famosa “ponca”. I terreni sono caratterizzati dalla presenza di flysch formato da profonde stratificazioni sedimentarie di arenarie e marne d’antica origine eocenica, generate dal sollevamento di fondali marini. Suoli drenanti e friabili, ricchi di minerali, che conferiscono ai vini profili di grande finezza espressiva e note piacevolmente sapide.
Il futuro della denominazione
L’area del Collio si estende su una superficie di circa 1500 ettari vitati, all’interno di otto comuni della provincia goriziana: Capriva del Friuli, Cormòns, Dolegna del Collio, Farra d'Isonzo, Gorizia, Mossa, San Floriano del Collio e San Lorenzo Isontino. Proprio in occasione di Enjoy Collio, il Consorzio ha presentato il progetto di riposizionamento della denominazione con il passaggio alla Docg. Un cambiamento che servirà anche da stimolo per elevare il livello della produzione verso l’eccellenza assoluta.
“Il riconoscimento ci renderebbe ovviamente molto orgogliosi - afferma Robert Princic, Presidente del Consorzio di Tutela - e credo di parlare a nome di tutto il Collio quando affermo che questo traguardo sarebbe una vittoria per tutto il territorio, la possibilità di legare a doppio filo la terra e i vini a cui dà vita”.
Per valorizzare ulteriormente il territorio del Collio è stata anche presentata a Bruxelles la candidatura ufficiale del Collio-Brda per entrare nella Tentavive List del Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco.
Da Doc a Docg. Cosa cambia?
Il passaggio alla Docg fa parte di un naturale percorso di valorizzazione e rafforzamento dell’immagine del Collio. Il nuovo disciplinare sarà caratterizzato dall’introduzione di un vino simbolo del territorio: il Collio Gran Selezione Docg. Una nuova etichetta che vuole rappresentare la massima espressione qualitativa del Collio. Per questo motivo si punterà sulle varietà tipiche: friulano, ribolla gialla e malvasia. Il nuovo disciplinare, ancora in fase d’approvazione, prevede per il Collio Gran Selezione una base ampelografica con la presenza di friulano dal 40% al 70%, integrato da un massimo di ribolla gialla del 30% e da un massimo di malvasia del 30%. Le rese per ettaro saranno ridotte a 90 quintali rispetto ai 110 attuali. Il tempo minimo d’affinamento sui lieviti sarà fissato in sei mesi, con possibilità d’utilizzo di tonneaux e botti di capienza superiore ai 500 litri. Il vino potrà essere messo in vendita solo dopo un lungo periodo d’affinamento, che potrebbe essere compreso tra i 24 e i 36 mesi. Oltre all’indicazione Collio Gran Selezione, in etichetta sarà possibile aggiungere la menzione del comune di provenienza delle uve. Un modo per distinguere e valorizzare le caratteristiche peculiari di singole aree e per cominciare un percorso, che in futuro potrebbe portare a una vera e propria zonazione e all’introduzione delle Menzioni Geografiche Aggiuntive.
Altra novità riguarda il Pinot Grigio. È chiara al Consorzio la necessità di distinguersi e differenziarsi da un’offerta sempre più ampia e non sempre d’alta qualità proveniente da altri territori. Nasce da queste considerazioni l’idea di proporre una nuova denominazione: Pinot Grigio Superiore Docg. Il vino sarà prodotto con rese inferiori ai 90 quintali per ettaro e dovrà essere sottoposto a un periodo d’affinamento più lungo prima della messa in commercio.
Accanto a queste due nuove tipologie di punta, passeranno in Docg il Collio Bianco con un disciplinare che in linea di massima ricalcherà quello dell’attuale Doc e le versioni Collio Docg con menzione del vitigno, così come attualmente sono previste nella Doc. Anche se forse varrebbe la pena valutare la possibilità di escludere dal disciplinare alcune varietà già oggi presenti in misura marginale nel vigneto del Collio come müller-thurgau, riesling italico, riesling e gewürztraminer, per puntare solo sui vitigni più rappresentativi.
Il Collio, un vino di territorio
Il Collio Bianco è il vino che meglio rappresenta la storia di questa terra friulana. Vera sintesi della tradizione del territorio. Nasce da un blend di uve che in passato erano spesso coltivate all’interno di uno stesso vigneto. Il risultato è un vino armonioso, in cui le diverse varietà, con caratteristiche complementari, trovano il giusto punto di equilibrio espressivo nel segno dell’eleganza. Oggi la base ampelografica è così ampia ed elastica da lasciare molto spazio all’interpretazione personale di ogni singolo produttore. Spesso ci si trova di fronte a vini molto diversi tra di loro per carattere e profilo aromatico. Ciò che invece li unisce è il terroir, che regala ai vini complessità, finezza, sapidità e longevità.
Le degustazioni
Per quanto riguarda le degustazioni, la presenza di vini di diversi millesimi non ha certo favorito le valutazioni. A fronte di molti vini del 2016 e 2015, non sono mancati campioni del 2014, 2013, 2011, 2010 e 2009. Tuttavia i vini delle due ultime annate, caratterizzate da un clima piuttosto caldo, hanno messo in luce profili ricchi, che si distendono in ampiezza e pienezza gustativa, ma che mancano un po’ di una spinta verticale, capace di dare vibrante dinamismo al sorso. In particolare il Pinot Grigio sembra aver sofferto di più il clima, con vini piuttosto piatti, forse anche frutto di un periodo d’affinamento insufficiente. Stesso discorso vale per il Pinot Bianco. Molte etichette di Friulano sono state sicuramente penalizzate dall’imbottigliamento recente. Alcuni vini hanno denotato bouquet aromaticamente acerbi, con prevalenza di note giovanili ancora su toni agrumati, lontani dalla tipicità matura della varietà. Come ha messo in luce la bella degustazione di annate Vintage tenutasi all’interno del programma della manifestazione, i vini del Collio non solo possiedono un grande potenziale d’invecchiamento, ma raggiungono la maturità espressiva dopo qualche anno d’affinamento. Il nuovo disciplinare Docg si muove correttamente in questa direzione, in modo da valorizzare al meglio le qualità espressive del territorio. Durante le giornate di degustazione non sono mancate etichette interessanti. Ecco una selezione dei nostri migliori assaggi:
Collio Bianco Doc
Collio Bianco Klin 2011 Primosic
Collio Bianco Riserva del Castello 2010 Castello di Spessa
Collio Bianco Cuvèe Leopold 2014 Fiegl
Collio Bianco Molamatta 2014 Marco Felluga
Collio Bianco Agnul 2013 Pascolo
Collio Malvasia Doc
Collio Malvasia Miklus 2014 Draga
Collio Malvasia Pètris 2016 Fiegl
Collio Malvasia 2016 Venica & Venica
Collio Malvasia 2016 Terre del Faet
Collio Ribolla Gialla Doc
Collio Ribolla Gialla 2009 Primosic
Collio Ribolla Gialla 2016 La Rajade
Collio Ribolla Gialla 2016 Borgo Conventi
Collio Ribolla Gialla 2015 Tenuta Stella
Collio Friulano Doc
Collio Friulano Manditocai 2015 Livon
Collio Friulano 2015 Carlo di Pradis
Collio Friulano 2016 Ronco Blanchis
Collio Friulano 2016 Colle Duga
Collio Friulano 2016 Zorzon
Collio Sauvignon Doc
Collio Sauvignon Russiz Superiore Riserva 2012
Collio Sauvignon 2015 Ronco Blanchis
Collio Sauvignon Vigneto Gmajne 2015 Primosic
Collio Sauvignon Cicinis 2015 Attems
Collio Sauvignon 2015 Komjanc
Appuntamento all’anno prossimo, sperando in un rapido iter d’approvazione per il disciplinare Collio Docg.
a cura di Alessio Turazza