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Elezioni in Francia: Macron o Le Pen? Il confronto vitivinicolo tra i due candidati all'Eliseo

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Europa sì, Europa no. Anche quando si tratta di vino e politiche protezionistiche in materia. In vista del ballottaggio del 7 maggio, i due candidati alla presidenza della Francia si confrontano su un tema molto caro ai francesi: il vino. Differenze e punti di vista. 

Macron sul vino. Settore strategico

Lui preferisce i rossi di Bordeaux e i bianchi di Borgogna, lei è più tipo da Champagne. Non trovano punti di accordo neppure sulle preferenze in fatto di vino (rigorosamente francesi) i due candidati all'Eliseo: Emmanuel Macron e Marine Le Pen che, alla Revue du Vin de France, parlano delle loro politiche vitivinicole.

Il leader del partito En Marche punta soprattutto sugli accordi internazionali di libero scambio per mettere i viticoltori francesi nelle stesse condizioni dei produttori del Nuovo Mondo, Cile in primis: “La mia agenda politica è progressiva e ruota intorno a due assi principali: liberare e proteggere” ha detto “Il vino è un settore strategico per la Francia ed è essenziale portare avanti la negoziazione di accordi di libero scambio per garantire la nostra competitività. In parallelo, però, dobbiamo accompagnare l'industria del vino in azioni di protezione delle denominazioni sia a livello europeo, sia extra Ue, come quello che è stato fatto in Cina con il riconoscimento geografico della AOC di Bordeaux”.

Le Pen. La critica alle politiche europee vitivinicole

La candidata del Front National (anzi “sostenuta” dal Front National, come ha dichiarato qualche giorno fa, lasciando a sorpresa la presidenza del partito) appare, invece, molto critica sulle politiche europee vitivinicole che definisce “un désastreuse” anche in ambito di protezione dei marchi: “Il nostro è un grande Paese del vino, ma nella classifiche internazionali adesso sta soffrendo parecchio,  e parte della responsabilità è dell'Unione europea e delle sue le norme incoerenti, che aggiungono complessità e vincoli ai nostri produttori, senza una migliore tutela dei consumatori, delle denominazioni e dell'ambiente. La Pac, poi, non aiuta sufficientemente i piccoli produttori. Per questo è necessario ritrovare la nostra sovranità per avere le mani libere di sviluppare politiche più vicine agli interessi del nostro Paese”.

Enoturismo e proprietà terriere

Tra gli altri temi sul tavolo, Macron insiste sull'enoturismo, possibile grazie alle modifiche apportate alla tanto contestata legge Evin (la legge che vieta le pubblicità legate al vino): “Oggi è permesso fare azioni di marketing rivolte alle superfici viticole e al know-how francese” spiega“per questo più di 10 milioni di persone vanno ogni anno alla scoperta dei nostri vigneti. Ma è un percorso che va accompagnato con precisi programmi politici”.

Le Pen si sofferma, invece, su un altro problema francese che riguarda non solo la viticoltura: la successione delle proprietà, e di conseguenza la continuità familiare delle aziende vitivinicole. Oggi, infatti, il passaggio di proprietà è tassato fino al 60% per i nipoti: “Invece di modificare il regime generale delle successione” ha detto “la mia proposta è di rafforzare la solidarietà intergenerazionale, consentendo a ciascun genitore di passare senza tassazione 100 000 euro per ogni bambino ogni cinque anni - oggi il tetto è di 15 anni - questo dovrebbe favorire il passaggio generazionale esentasse”.

Per entrambi i candidati, però, la vera sfida del futuro è quella ambientale:“In 40 anni la Francia ha perso il 37% delle sua superficie vitata a causa delle malattie del legno” dice Macron“mentre aumenta la pressione fiscale sui prodotti fitosanitari. La soluzione non è contrapporre necessariamente il modello biologico a quello convenzionale, ma affrontare la questione tutti insieme, sostenendo l'azione volontaria e accompagnandola con un programma di investimenti per l'ammodernamento delle aziende agricole”.

È mio dovere di proteggere la salute dei miei connazionali” precisa Le Pen “tuttavia, dobbiamo anche sottolineare i molti sforzi dei nostri viticoltori, che riducono l'uso dei pesticidi e si convertono al biologico, nonostante i molti vincoli dell'Ue: recuperando la nostra sovranità” insiste“metteremo ordine in questo bosco legislativo”.

 

Visioni molto diverse, quindi, che di fatto girano intorno al tema principale della discordia: Europa sì, Europa no. Ma al di là dei singoli temi, programmi e di come finirà il prossimo 7 maggio, la certezza per il momento è che il vino ha già vinto la sua partita, entrando di diritto nelle campagne presidenziali francesi, con la capacità di spostare voti da una parte o dall'altra. Chapeau!

 

a cura di Loredana Sottile


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