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Val d'Orcia: un inizio di stagione all'insegna di grandi assaggi e di scoperta del territorio

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In bicicletta, nel bicchiere, nelle Spa: ci sono molti mezzi per conoscere la Val d'Orcia. Un territorio incantevole dove il sangiovese acquista un carattere del tutto originale.

L'ottava edizione dell'Orcia Wine Festival e la Camminata di Primavera nei sentieri della Val d’Orcia, entrambi alla fine di aprile, hanno segnato la riapertura ideale della stagione dell'enoturismo in Toscana, sia perché l'appuntamento è stato premiato da un meteo generoso e da un’affluenza superiore alle aspettative, sia perché la Val d'Orcia ne rappresenta l'archetipo. Giovane ma già consapevole del suo potenziale, il Consorzio del Vino Orcia ha organizzato cinque giornate dense di appuntamenti per presentare una Denominazione che fino a vent'anni fa non esisteva neppure (DOC e Consorzio sono nati nel 2000) e che solo per effetto del cambiamento climatico ha iniziato a scoprire tutto il suo valore.

Francesco_Caso_-_VitaletaVitaleta - Francesco Caso

Il vino Orcia e la Strada del Vino Orcia

Si perché quella del vino Orcia è una delle (poche) storie positive legate al global warming. Il progressivo aumento della temperatura dagli anni '80 a oggi, in particolare in questo territorio, ha comportato una decisa riduzione delle gelate primaverili che facevano perdere un raccolto su tre. È così che per questa zona si è prefigurato un nuovo futuro, una nuova strada, e non solo in senso figurato: La Strada del Vino Orcia è nata nel 2003 e la sua sede è a Castiglione d'Orcia. Punto di riferimento per chiunque volesse conoscere questo territorio, le sue colline e i centri abitati. I Comuni compresi nella DOC Orcia sono: Buonconvento, Castiglione d'Orcia, Pienza, Radicofani, San Giovanni d'Asso, San Quirico d'Orcia, Trequanda, Abbadia San Salvatore, Chianciano Terme, Montalcino, San Casciano dei Bagni, Sarteano e Torrita di Siena (con una recente modifica S. Giovanni d'Asso è stato incluso in Montalcino).

 

La manifestazione

L'Orcia Wine Festival è l'appuntamento che dà il via alla stagione. Si chiama Festival ma in realtà è un grande meeting: quattro giorni di incontri, da quelli dei produttori con gli amanti del vino, a quelli degli enoturisti col territorio. Nelle sale di Palazzo Chigi, quartier generale dell’evento, i banchi di assaggio, le degustazioni con l’Onav Siena e la Masterclass con Kerin O’Keefe. L’evento si è aperto con la Mostra Mercato dei vini ed è continuato con l'Orcia Wine Bike, le visite in cantina con la bici. Un modo, questo, per conoscere ancora più da vicino questa zona, percorrendone con calma il paesaggio per scoprirne i tesori nascosti e quelli più famosi. Tra questi le acque termali, di cui La Val d’Orcia è ricca, note già agli Etruschi; sono state proprio le sorgenti il tema scelto per il concorso fotografico organizzato con Instagramers Siena. È solo una delle iniziative che hanno arricchito il festival, insieme alle Wine Spa con i massaggi, l’Orcia Wine Music con i Thousand Miles Trio, il laboratorio per bambini, il Saluto dei Quartieri, le escursioni trekking, i cortometraggi degli universitari senesi del prof. Masini, la cena di gala e per finire, Il Barbiere di Siviglia al Teatrino di Palazzo Chigi di S. Quirico. A comporre un programma vario capace di restituire il patrimonio naturale, enogastronomico, culturale, racchiuso in questi luoghi.

 

quiete_in_val_d_orcia_-_Andrea_RabissiQuiete in val d'Orcia - Andrea Rabissi

Il territorio

L'Orcia è una zona con caratteristiche diverse da quelle delle due sorelle vicine, quella del Nobile di Montepulciano e quella del Brunello di Montalcino. Tanto per iniziare l'altitudine: l'Orcia è più alta. È alta collina, dove le sere d'estate ci vuole il soprabito. Anche il suolo è diverso dai vicini: ci sono le zone di argilla a nord, di sabbie marine ad est, di galestro vicino al torrente Orcia. È un terreno molto diversificato che regala vini che hanno, come fil rouge ed elemento peculiare, la freschezza, e una struttura acida decisa che deriva dalle escursioni termiche e dall'altitudine. Una zona dove storicamente l'agricoltura è stata molto difficile, soprattutto per la vite, e che fino al secolo scorso era destinata principalmente alla cerealicoltura e all'olivicoltura.

 

La Doc Orcia e i produttori

Il sangiovese è l'elemento distintivo della Doc Orcia. Com'è noto in queste tre zone (Orcia, Montepulciano e Montalcino) questo vitigno raggiunge livelli qualitativi impensabili in qualsiasi altra parte del mondo. E si declina in diversi vini.

Orcia: Sangiovese (minimo 60%) più altri vitigni non aromatici autorizzati dalla Regione Toscana.

Orcia Riserva: Orcia sottoposto ad invecchiamento per almeno 24 mesi di cui almeno 12 in botti di legno.

Orcia Sangiovese: sangiovese (minimo 90%). Concesso, da solo o congiuntamente per un massimo del 10% l'uso di canaiolo nero, colorino, ciliegiolo, foglia tonda, pugnitello e malvasia nera.

Orcia Sangiovese Riserva: Orcia sangiovese sottoposto ad invecchiamento per almeno 30 mesi di cui almeno 24 in botti di legno.

Orcia Rosato: sangiovese (minimo 60%) più altri vitigni non aromatici autorizzati dalla Regione Toscana.

Orcia Bianco: sangiovese (minimo 60%) più altri vitigni non aromatici autorizzati dalla Regione Toscana.

Le 60 aziende dell'Orcia (41 associate nel Consorzio) producono in tutto 250 mila bottiglie, l'equivalente di un unico produttore di medio-piccola grandezza. Ciò porta a un elemento chiave di questa Doc: artigianale in una dimensione globale. Piccola ma con un know-how diffuso e dove la regola è la vendemmia a mano, la scelta dei grappoli, delle bacche e la selezione severa. I produttori dell'Orcia, squadra tutto sommato ancora giovane, trasmettono spirito di squadra, pur ricercando ognuno una personale interpretazione di questo vino, ma la sensazione che arriva a chi li guardi nel loro complesso è di un'armonia delle diversità, come quella dell'orchestra, dove la partitura della natura suona con strumenti e sfumature diverse.

 

Il paesaggio

Il punto di forza del territorio dell'Orcia è il paesaggio con la sua autenticità agricola, che è poi ciò che lo ha reso Patrimonio dell'Umanità, riconosciuto dall'Unesco nel 2004. Un panorama che evoca la campagna “curva" di Mario Luzi. La curva è infatti l'elemento magico di questo territorio: le colline, le strade, i bordi dei campi, un'armonia sinuosa e misteriosa che unisce uomo, natura e storia.

Quella nella zona dell'Orcia è un'esperienza che richiede di lentezza, soprattutto come atteggiamento mentale. La morfologia del territorio, i colori, i vuoti e i pieni dei boschi e dei campi, la perfezione dei filari che pettinano le colline: tutto impone tranquillità per essere visto e sentito veramente. E ne vale la pena, il panorama è incantevole. Senza contare la temperie di emozioni che genera visitare queste campagne, una continua e curiosa sovrapposizione di impressioni contrastanti, con quella sensazione di scoprire per la prima volta e ritrovare. Si scoprono posti mai visti prima che però sembra di conoscere già. Questo perché il paesaggio è - non metaforicamente - un vero set naturale: in queste valli sono stati girati film celebri, spot per la tv; sono fatte qui le foto per i calendari e per gli sfondi di computer e smartphone.

È senza dubbio l'enoturista che in questo scenario gode dell'esperienza più completa e che ha ispirato il fortunato slogan del Consorzio: quelle dell'Orcia sono delle vere e proprie "cantine con vista sul vino più bello del mondo".

 

http://www.consorziovinoorcia.it/

http://www.stradavinorcia.com/

https://orciawinefestival.wordpress.com/

 

 

a cura di Dario Pettinelli

foto vincitrici del Concorso Fotografico per gentile concessione del Premio Casato Prime Donne. In copertina Luna a Torrenieri di Andrea Rontini

 

 

 

 


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