Tre grandi chef e ristoratori britannici a confronto con la cucina valdostana. È successo a Courmayeur per la quarta edizione del Mountain Gourmet Ski Experience.
Premessa: dimenticate i tempi in cui la cucina britannica era sinonimo di cattiva cucina. È qualche anno ormai che gli chef inglesi sono in cima a ogni classifiche in fatto di alta cucina. E sempre più sotto i riflettori, a livello mediatico e letterario: la biografia appena pubblicata di Marco Pierre White, The Devil in the Kitchen – la vita dannata di uno chef stellato ne è (solo) l’ultimo esempio. Nel suo libro si trovano nomi come Raymond Blanc, Pierre Koffmann, Nico Ladenis, Gordon Ramsay e Heston Blumenthal, chef-scienziato pioniere della cucina molecolare, una delle figure più importanti del mondo culinario che ha appena riconquistato le Tre Stelle Michelin. Del loro incontro al Manoir di Raymond Blanc, Marco Pierre White scrive Heston sembrava sulla strada giusta, ma dopo il periodo di praticantato decise che la cucina non faceva per lui e andò a lavorare nell’impresa del padre. Trascorsero diversi anni prima che rivalutasse le proprie ambizioni e ci trovassimo di nuovo insieme […]; e ne passarono diversi altri prima che facessimo quella memorabile chiacchierata in cui parlammo del ristorante che aveva intenzione di comprare, il Fat Duck”.
È proprio quell'Heston Blumenthal, autodidatta senza alcuna formazione regolare, tutto studio, tecnica e sperimentazione, l’ideatore di The Mountain Gourmet Ski Experience, un format gastronomico in cui la cucina inglese incontra quella valdostana. Quest’anno a Courmayeur (sempre più meta non solo sciistica, ma anche gastronomica, per ristoranti e iniziative gourmet), dal 17 al 20 marzo, Blumenthal ha invitato tre suoi amici, chef simbolo di un’epoca, gli anni ‘80 e ‘90 che hanno visto la cucina inglese affermarsi Oltremanica: l’imponente Sat Bains (già presente nelle passate edizioni), chef di origine Punjabi titolare a Nottingham del ristorante Sat Bains with Rooms; l’inglese Jason Atherton, chef e business man proprietario di locali dall’Inghilterra all’Estremo Oriente; Claude Bosi, ieri all’Hibiscus di Londra, da primavera 2017 chef al Bibendum di Fulham Road.
Patata con formaggi locali, olio alle erbe selvatiche e caviale di Sat Bains
Vogliamo scoprire com’è andata?
A Courmayeur Blumenthal è di casa: ormai questo è il quarto anno che – in collaborazione con Amin Momen di Momentum Ski, agenzia specializzata in vacanze invernali – organizza cene gourmet ai piedi del Monte Bianco, perché “Courmayeur è una delle mie stazioni sciistiche preferite” spiega“offre un’ospitalità straordinaria e ristoranti di montagna che propongono piatti tradizionali e grandi vini. Negli ultimi tre anni ho invitato alcuni tra i migliori chef del Regno Unito, e anche quest’anno abbiamo una collaborazione con cuochi di altissimo livello”. E soprattutto è di casa al Grand Hotel Royal & Golf, dove ama fermarsi fino a notte fonda a chiacchierare e a giocare a ping-pong. “Heston ama molto il ping-pong”, racconta il capo-barman Bernardo Ferro “quest’anno abbiamo allestito tavoli da gioco portati appositamente dal Regno Unito. Tutte le sere lui e i suoi amici chef si fermano fino a tardi per rilassarsi con una partita, per bere qualche drink e per parlare a lungo, di tutto e con tutti”.
Risotto Monte Bianco, con chips e formaggio locale di Claudio Brigati
Formale, informale, famliare. Cronache delle tre cene
Proprio al ristorante del Royal si è tenuta la prima cena informale venerdì sera, realizzata dalla chef Maura Gosio del Petit Restaurant. “Durante la serata gli chef hanno potuto conoscere gli ospiti che parteciperanno a quest’evento gourmet, e io ho voluto presentare loro i migliori prodotti e piatti del territorio, ad esempio la tipica fonduta valdostana con crostini, la polenta, il prosciutto tagliato al coltello. In abbinamento, vini italiani da est a ovest”.
La cena gourmet in sette portate si è invece svolta la sera successiva presso La Chaumière di Chécrouit: gli chef hanno cucinato i “loro” piatti, ma riadattati alla montagna; qualche esempio? Gli gnocchi vegetali senza grano con l'obsiblue – un raro crostaceo dalla coda blu – e consommé con tartufo nero di Claude Bosi; la patata con formaggi locali, olio alle erbe selvatiche e caviale di Sat Bains; la sogliola di Dover con alghe, cetriolo e zuppa di pesce della Cornovaglia di Jason Atherton. Anche lo chef Claudio Brigati de La Chaumière ha presentato il suo risotto Monte Bianco, con chips e formaggio locale; mentre la titolare e sommelier Alessandra Démoz si è dedicata all’abbinamento cibo-vino: “Ad eccezione delle bollicine - di Ferrari Trento - ho scelto di accompagnare i piatti degli chef solo con vini valdostani e di piccoli produttori: si tratta di eccellenze del territorio in costante crescita, e proprio per questo voglio proporli anche a una clientela internazionale”. La presenza delle bollicine era anche sancita da quella di Matteo Bruno Lunelli, presidente di Ferrari Trento, partner di Mountain Gourmet Ski, “Siamo lieti di aver abbinato i nostri Trentodoc alle creazioni di 4 chef internazionali” ha dichiarato “Ancora una volta le bollicine Ferrari accompagnano la ristorazione di eccellenza e si confermano brindisi di questa località simbolo dell'Arte di Vivere Italiana”.
Il lungo fine settimana si è concluso domenica sera al Rifugio Maison Viellie, dove gli chef hanno preparato i piatti che amano cucinare tra le mura di casa: maiale con le prugne in Armagnac per Jason Atherton; agnello arrosto cotto a fuoco lento per un giorno per Sat Bains; zuppa inglese al pepe di Szechuan e mele cotogne per Claude Bosi.
E il creatore di questa iniziativa? Anche lui si è messo ai fornelli rivisitando la grolla valdostana, il tipico caffè con liquori e aromi rinnovato dalla mano di Blumenthal che ha anche presentato il suo dono personale per l’evento, una racchetta da ping-pong firmata da tutti gli chef con al centro una pallina di cioccolato.
Uno sguardo al futuro
Per tutto il fine settimana Heston ha lasciato – da perfetto anfitrione – che fossero i suoi colleghi i veri protagonisti in cucina; e mentre lui si dedicava a fare gli onori di casa, è stato Claude Bosi a parlare della cucina italiana. “In Italia ci sono prodotti meravigliosi, di altissima qualità, che proprio per questo meritano estrema attenzione e rispetto. Anche la cucina italiana è molto interessante e di carattere: a differenza di quella inglese è una cucina regionale, e sono curioso di girare e di scoprire i vini e i piatti più tradizionali”. In primavera chef Bosi inizierà una nuova avventura in Inghilterra. “Sono nato a Lione da una famiglia di ristoratori, ma dopo 20 anni mi sento un vero e proprio inglese; la prima volta sono arrivato in Inghilterra per restare solo 6 mesi, poi invece mi sono innamorato del Paese, del modo di pensare, dell’energia e della diversità che si trovano a Londra”. Anche Blumenthal a breve vivrà una grande avventura: il 7 aprile sarà a Melbourne per ricevere il Diners Club Lifetime Achievement Award 2017: “Sono molto emozionato” ammette “è un riconoscimento particolarmente speciale perché votato dai miei colleghi; sono fiero del mio cibo, che ha permesso alla cucina inglese di farsi conoscere e apprezzare anche fuori dall’Inghilterra”.
Il prossimo appuntamento con Heston Blumenthal e i suoi amici chef è previsto per marzo 2018, sempre a Courmayeur: una nuova occasione sì per vivere un’esperienza gourmet in un contesto unico, ma anche per “spiare” gli chef al lavoro e imparare a conoscere la loro cucina.
a cura di Arabella Pezza
foto dei piatti di Courtney La Chaumière