Solamente due ricette, entrambe dolci, che affondando le proprie radici in tempi antichi: le specialità pasquali in Gran Bretagna sono limitate ma molto gustose.
Pasqua nel Regno Unito
Assieme al Natale, Pasqua è la principale festività cristiana e segna l'inizio della primavera e la fine del periodo di digiuno quaresimale. Proprio per questo motivo, nella maggior parte dei paesi non solo europei, le tavole nel giorno di festa sono tradizionalmente imbandite con le prelibatezze più succulente, per celebrare l'abbondanza e il piacere del cibo dopo 40 giorni di austerità. Ci sono nazioni, Italia in primis, in cui le ricette variano di regione in regione e comprendono una vasta tipologia di pietanze dolci e salate. Ce ne sono altre invece, come il Regno Unito, in cui le specialità sono più limitate, ma non per questo meno interessanti. Come in tutti i paesi cristiani – cattolici, ortodossi o protestanti che siano – anche in Gran Bretagna vige la tradizione di donare un uovo di cioccolata agli affetti più cari. Usanza che affonda le radici nel significato stesso della Pasqua, quello di celebrare la resurrezione di Gesù: l'uovo rappresenta la nuova vita ed è da sempre il simbolo della festività per antonomasia. Zucchero, marzapane e infine cioccolato: le uova dolci come le intendiamo noi oggi sono apparse solamente il secolo scorso e hanno fatto il giro del mondo.
Hot Cross Buns, fra storia e leggenda
Uova a parte, ogni paese ha poi le sue specialità locali: quelle britanniche, dicevamo, non sono molte: solamente due, e risalgono entrambe al medioevo. La più diffusa delle ricette, esportata poi anche in Australia, Nuova Zelanda, Canada e Sud Africa è l'hot cross bun, panino dolce speziato ripieno di uvetta e segnato in superficie con una croce, in ricordo della crocifissione di Cristo. Secondo la leggenda, il dolce è nato a St. Albans, città dell'Hertfordshire a sud dell'Inghilterra, per opera di Thomas Rocliffe, monaco del Trecento nell'abbazia di St. Albans. A partire dal 1361 questo dolcetto – inizialmente chiamato Alban Bun – veniva distribuito ai poveri del luogo in occasione del Venerdì Santo. Un'usanza che ebbe breve durata, perché durante il periodo Elisabettiano il direttore dei mercati di Londra ne proibì la vendita: così, gli hot cross buns divennero un prodotto realizzato e consumato solamente nelle mura di casa. Un divieto che – stando alla leggenda – perdurò nel tempo fino al regno di Giacomo I d'Inghilterra (1603–1625): bisogna attendere il 1733 perché i dolci diventino nuovamente di dominio pubblico. È l'almanacco Poor Robin, una pubblicazione satirica del tempo, a dare la prima testimonianza di questa ricetta: “Venerdì Santo arriva questo mese, la vecchia donna corre. Con uno o due centesimi per gli hot cross buns", queste le prime righe scritte al riguardo. Che non fanno che confermare che il dolce, nonostante non ci fossero state altre testimonianze scritte, fosse già molto noto. Lo storico gastronomico Ivan Day lo conferma, “i panini venivano fatti a Londra molto prima del 18esimo secolo, ma se cerchi delle ricette antecedenti a quel periodo non trovi nulla”.
La ricetta: varianti e abitudini di consumo
“C'è il pane, come per la Comunione, le spezie, che rappresentano quelle strofinate sul telo in cui è stato avvolto Gesù prima di essere messo nella tomba, e poi la croce. Sono così pieni di simbolismo cristiano”: li racconta così Steve Jenkins, portavoce della Chiesa Anglicana in un'intervista per la BBC News del 2010. Oggi, questi piccoli panini dolci sono disponibili in diverse varianti, da quella al cioccolato a quella alla frutta, e si possono trovare quasi ovunque, dal supermercato ai forni, dalle pasticcerie ai ristoranti. Nella grande distribuzione, sono presenti tutto l'anno ma continuano a essere consumati prettamente durante il periodo pasquale. Soffici e profumati, gli hot cross buns sono apprezzati soprattutto per la loro aromaticità: durante la preparazione, viene infatti aggiunto un cucchiaino di spezie miste (cannella, chiodi di garofano, noce moscata) e poi scorza di limone e frutta secca, e generalmente uva passa. Ottimi a colazione da soli oppure farciti con marmellate e creme spalmabili, il modo più tradizionale per gustarli è tagliarli a metà, scaldarli in forno e spalmarmi con un velo di burro. Per accompagnarli, naturalmente, una tazza di English Breakfast.
Simnel Cake: le origini
Meno conosciuta ma altrettanto gustosa è la SimnelCake, una torta di frutta e marzapane, originariamente preparata durante la quarta domenica di quaresima. Anche in questo caso, non vi è traccia di alcuna testimonianza scritta fino al Medioevo, periodo in cui sono iniziate a comparire le prime ricette. L'origine del termine Simnel non è certo, ma secondo le ipotesi più accreditate potrebbe derivare dalla parola latina simila (farina), ma un racconto popolare vuole che l'inventore della torta sia stato Lambert Simnel, pretendente al trono inglese e uno degli usurpatori che cercarono di rovesciare re Enrico VII alla fine del 15esimo secolo, anche se alcuni dei riferimenti al dolce risalgono almeno a 200 anni prima della sua nascita. Sono state tante nel corso dei secoli le città che hanno rielaborato la ricetta a modo proprio, ma è la variante di Shrewsbury della contea di Shropshire, nella zona a ovest dell'Inghilterra, la più popolare e conosciuta di tutti.
La ricetta: ingredienti e simbologia
Farina bianca, zucchero, burro, uova, spezie dolci, frutta secca, scorza di limone e canditi: sono questi gli ingredienti base della torta Simnel, simili a quelli degli hot cross buns, e comuni alla maggior parte dei dolci anglosassoni. Solitamente (ma non sempre) strutturata a strati, due di pan di Spagna e due di marzapane (o in alcuni casi pasta di mandorla), la Simnel cake è ricoperta da 11 palline di marzapane, in rappresentanza di tutti gli apostoli, tranne Giuda, appositamente escluso. Occasionalmente, si trovano Simnel cake con 12 palline, ma anche in questo caso Giuda resta fuori dal dolce: la dodicesima sta infatti a simboleggiare Cristo con i suoi 11 apostoli fedeli.
a cura di Michela Becchi