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Anteprime 2017. Vini di Romagna e Sagrantino alla prova degustazione

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Dopo la presentazione delle nuove annate toscane, adesso tocca a Romagna e Umbria. Per i vini romagnoli la sfida passa dall'estero, per il Sagrantino si chiama eleganza.

Anteprima Vini di Romagna (19 e 20 febbraio)

Nell'anno del cinquantenario della Doc Romagna Sangiovese, la cittadina di Faenza ha rinnovato l'appuntamento con Vini ad arte, l'anteprima giunta alla 12ma edizione che ha richiamato nel comune della ceramica oltre 700 visitatori, con 40 aziende partecipanti (mille le bottiglie aperte), in rappresentanza di un territorio, la Romagna, che può dirsi un gigante del vino italiano. Esteso tra le province di Bologna e Rimini, con 16 mila ettari vitati iscritti a Doc e Docg, questo comprensorio conosciuto per l'alta densità produttiva ha lavorato a innalzare il livello qualitativo dei suoi vini, rinnovando i vigneti di collina a partire dagli anni Novanta e, più di recente, introducendo dodici menzioni geografiche aggiuntive per il principe dei vini romagnoli: il Sangiovese di Romagna Doc. L'anteprima del 19 e 20 febbbraio, ospitata all'interno del Mic (Museo internazionale della ceramica) è stata in primis l'occasione per conoscere l'annata 2014, caratterizzata da condizioni metereologiche instabili che si sono susseguite dalla primavera a fine estate, come spiega Cristina Geminiani,portavoce del Convito di Romagna:"Qualcuno la definirebbe complessa, che ha richiesto un’attenta conduzione del vigneto e una rigorosa selezione dei grappoli. Tutto ciò ha permesso di realizzare vini snelli, ma di buona qualità".

Guardando al futuro, si profila una novità per l'edizione 2018: se la kermesse faentina nel 2017 è stata calendarizzata dopo le Anteprime Toscane, per la 13ma tappa si sta pensando di posizionarla poco prima, senza soluzione di continuità e sempre in modo da mantenere il filo conduttore in nome del vitigno Sangiovese. La decisione spetterà al nuovo cda, e al nuovo presidente, che sarà eletto tra qualche mese: l'assemblea potrebbe essere convocata prima della Pasqua, ad aprile.

I numeri della denominazione

L'Anteprima ha permesso anche di fare il punto sull'aspetto economico della realtà romagnola, che da sola conta oltre 7.100 ettari vitati, per una produzione di 11,7 milioni di bottiglie con 3.800 viticoltori interessati. In questa terra, dove le tracce del vino Sangiovese si ritrovano già da metà del Seicento, la Doc Sangiovese sta crescendo gradualmente. Il +3,6% degli imbottigliamenti fatto registrare nel 2016 è un buon segnale, ad avviso del presidente consortile, Giordano Zinzani (Caviro): "Mantenere il segno più in un anno problematico non è cosa da poco. E vorrei sottolineare anche il +21% sul 2015 del nostro bianco, l'Albana Docg. Altro aspetto positivo è stato l'aumento dei soci iscritti al consorzio, passati da 103 del 2012 a 116 dello scorso anno". Enio Ottaviani, San Patrignano, Piccolo-Brunelli, Villa Papiano sono solo alcune delle new entry. Il Consorzio Vini di Romagna, nato nel 1962, associa 8 cantine cooperative, 98 produttori vinificatori, 8 imbottigliatori e 5.800 aziende viticole iscritte agli albi delle vigne Doc e Docg. Erga omnes dal 2012, gestisce dieci denominazioni, per un totale di 86 milioni di bottiglie tra Doc (11,7 mln) e Igt (soprattutto Rubicone). Il territorio, compreso in quattro province (Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini), rappresenta il 30% della superficie vitata della regione (è esteso per oltre 100 km) e produce oltre il 60% dei vini di tutta l'Emilia Romagna. Il Sangiovese, in particolare, è suddiviso in 12 menzioni geografiche aggiuntive, operative dall'annata 2013.

Quale mercato?

La Romagna vitivinicola non è certamente un territorio che sta facendo registrare grandi movimenti di mercato, con cessioni e acquisizioni, come in altre zone d'Italia. Il valore medio di un vigneto qui si aggira sui 50 mila euro per ettaro: cifra alquanto bassa, ma se si lavorerà bene all'estero le cose potrebbero cambiare. "Il positivo andamento dei mercati per il Sangiovese denota come ci sia voglia di questa tipologia di vino", fa notare l'enologo Francesco Bordini (Noelia Ricci/Pandolfa) "ed è proprio questo che sta dando alle aziende il coraggio di andare avanti".

Oggi, le cantine del Consorzio vini di Romagna imbottigliano e commercializzano il 75% dei vini a Do e il 60% dei vini a Ig della Romagna. Per due terzi, i vini romagnoli vengono consumati sul territorio nazionale (più della metà nella stessa Emilia Romagna), prevalentemente in Gdo (47%), Horeca (40%) e per un 13% a privati. Quasi una cantina su dieci effettua la vendita diretta. Per quanto riguarda l'export, la quota sui volumi totali è del 34%, assorbita da Gran Bretagna, Giappone, Germania, Stati Uniti, Svizzera e Canada. Il consorzio sta sfruttando a pieno gli strumenti promozionali concessi dalle misure dei Psr regionali e dall'Ocm vino: "Tutte le iniziative di promozione vengono concordate in seno a una commissione nel cda. E la maggior parte di queste" sottolinea Zinzani "sono rivolte a piccole aziende, non tanto ai grandi produttori che hanno la possibilità di affrontare direttamente i mercati". E così, a breve una dozzina di aziende sarà alla fiera Prowein, in circa trenta saranno a Vinitaly in uno stand comune e a fine anno è prevista una tappa negli Stati Uniti: "Durante l'anno sono previste uscite pubblicitarie sulla carta stampata" aggiunge "in testate internazionali di settore".

Master del Sangiovese

Non accadeva dal 2013 che il Master del Sangiovese andasse a un sommelier romagnolo. A riportare in regione il titolo nella 16ma edizione, svoltasi al Mic di Faenza, è stato Marco Casadei, classe 1985, forlivese, che ha preceduto il livornese Massimo Tortora (terzo classificato nel 2016 e sempre secondo nel 2015) e il bresciano Artur Vaso. I tre sommelier Ais finalisti di questo 2017 si erano distinti tra una decina di partecipanti provenienti da Lombardia, Veneto, Toscana e da Emilia Romagna. Oltre a un premio da 2.500 euro, Casadei volerà a Los Angeles per partecipare al corso Master of Sangiovese tenuto dalla North American Sommelier Association (N.A.S.A).

Anteprima Vini di Romagna | 19 e 20 febbraio | www.consorziovinidiromagna.it

Anteprima Sagrantino (20-21 febbraio 2017)

Sono state 31 le cantine che hanno offerto in assaggio il Montefalco Sagrantino 2013, che quest’anno compie 25 anni dalla promulgazione dalla Docg. Complessivamente sono stati circa 200 i vini in degustazione, tra cui Montefalco Rosso 2015, Montefalco Rosso Riserva 2014 e Montefalco Bianco (nelle versioni Trebbiano Spoletino e Grechetto). Positivo il parere sulla vendemmia 2016, sia per il Montefalco Sagrantino sia per il Montefalco Rosso. Ci si attende, per quanto riguarda il primo, un’annata caratterizzata da vini eleganti e setosi, con un’ottima struttura e una componente acida importante, destinata al lungo invecchiamento. Per quanto riguarda i bianchi, l’annata si presenta piena ed equilibrata, ricca di profumi e di aromi. Da bere subito, ma anche da tenere in cantina. Per quanto riguarda l’annata 2013 è stata valutata quattro stelle dai tecnici che hanno avuto modo di confrontarsi con vini dai buoni colori, con pH leggermente elevati e tannini morbidi. Caratteristiche che garantiscono un’ottima qualità, nonostante le difficoltà sopraggiunte dal punto di vista climatico e soprattutto dalla peronospora.

Tra i temi caratterizzanti di questa edizione, l’attenzione alla sostenibilità con il progetto di Grape Assistence per la riduzione dell’uso di fitofarmaci. Spiega Amilcare Pambuffetti, presidente del Consorzio di tutela Vini di Montefalco “Si tratta di un sistema di stazioni meteo connesse alla Rete che si scambiano dati utili per decidere interventi in tempo reale. Attualmente l'uso dei fitofarmaci è stato ridotto di circa il 40%, ma se tutte le aziende del Consorzio sposassero il protocollo, sarebbe possibile risparmiare ben 88 mila euro relativi ai soli prodotti chimici”. Il progetto, dopo essere stato testato a Montefalco, sarà esteso a tutta l’Umbria.

I vini di Montefalco oggi

Il Sagrantino sta cambiando molto. Non più vini pesanti e dalla pronunciata tannicità di cui farsi vanto, ma ricerca dell’eleganza e dell’equilibrio. Per chi vuole vini meno strutturati c’è sempre il Montefalco Rosso, in grado di soddisfare sia l’esigenza della bevibilità sia quella di una spesa più contenuta. Secondo Filippo Antonelli dell’omonima azienda “La nuova impostazione dei vini è il risultato sia dei nuovi vigneti sia delle rinnovate attenzioni in vinificazione”. E poi aggiunge, quasi fosse uno slogan: “Il Sagrantino non è solo tannino, così come Montefalco non è solo Sagrantino”. Infatti, gli aromi del Trebbiano Spolentino stanno conquistando sempre più spazio, anche se la gelata dello scorso 25 aprile ha ridotto le quantità, decurtando allo stesso modo il Grechetto. Un po’ come era successo nel 2013 con il Sagrantino che, falcidiato dalla peronospora, aveva dato quantità scarse (812 mila bottiglie contro 2 milioni del 2015). Da registrare che gli operatori esprimono preoccupazioni perché l’effetto terremoto del Centro Italia si sta facendo sentire. L’area, pur non essendo stata toccata dai sismi, soffre di una contrazione delle presenze. I vini di Montefalco avendo incrementato l’export (al 60%) hanno limitato le perdite registrate dai tradizionali canali quali vendita diretta, esercizi di Montefalco o in Regione. Per questo motivo lo sviluppo del turismo continua ad essere strategico.

I numeri di Montefalco

I vigneti di Montefalco Doc attualmente raggiungono 410 ettari, mentre la superficie di vigneto iscritta al Sagrantino Docg, dal 2000 al 2015 è quintuplicata (da 122 a circa 610 ettari). Dal 2000 ad oggi la produzione del Sagrantino è triplicata: da 660 mila ad oltre 2 milioni di bottiglie. I Vini di Montefalco rappresentano il 16,7% della produzione di vino regionale, di cui il Sagrantino Docg rappresenta il 6,3%, e il Montefalco Doc il 10,4%. I principali Paesi di destinazione dell'export (circa il 60%) per i vini di Montefalco sono: Usa (25%), Germania (12%), Cina (7%), Svizzera (4%), Inghilterra (4%), Danimarca (4%), Giappone (4%), Canada (4%), Olanda (4%), Belgio (4%), Hong Kong (2%). Il Sagrantino oggi muove un giro d’affari stimato in 35 milioni di euro, che arrivano a 100 con l’indotto.

Il Giro d’Italia e la tappa tra i vigneti di Sagrantino

Il prossimo 16 maggio, la decima tappa del Giro d’Italia, sarà all’insegna del Sagrantino. Si tratta di una crono da 39,2 chilometri che si snoderà dal fondovalle (Foligno) alla Piazza del Comune di Montefalco, dopo aver attraversato Bevagna e passando da un dislivello di 220 m. s.l.m. ai 472 dei rilievi collinari più elevati. Se per il Giro si festeggia l’edizione numero 100, per il Sagrantino si celebrano i 25 anni della Docg. (1992).

Anteprima Sagrantino | 20 e 21 febbraio | www.consorziovinidiromagna.it

a cura di Gianluca Atzeni e Andrea Gabbrielli

Questo articolo è uscito sul nostro settimanale Tre Bicchieri del 23 febbraio

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