Autogrill prosegue nel suo cammino verso un concreto riposizionamento nella gastronomia di qualità, e si impegna anche sul versante della sostenibilità ambientale e del sostegno alle piccole realtà produttive del Sud del mondo. Per farlo chiede aiuto alla FAO.
Autogrill scommette sulla qualità
Che negli ultimi tempi Autogrill stia puntando a una decisa virata sul versante della qualità era ben chiaro sin dai tempi della prima alleanza con Eataly e ancor più evidente per chi da qualche mese a questa parte si trovi a passare in piazza Duomo, a Milano, incuriosito dai quattro piani del Mercato che ha sancito di fronte alla platea internazionale di Expo il riposizionamento del brand nel settore della gastronomia di livello (in partnership con Pollenzo e Niko Romito, testimonial eccellente). Tanto da attivare un corso di formazione professionale destinato a brillanti neolaureati da inserire in organico (nella sede del colosso nell'hinterland milanese, a Rozzano) e impegnarsi a concludere accordi importanti sul versante della brand reputation. Come la collaborazione con la FAO appena sancita per coordinare un intervento di riduzione dello spreco alimentare, che per i prossimi tre anni vedrà l'ente non governativo fornire ad Autogrill gli strumenti necessari per monitorare e combattere gli sprechi.
L'accordo con la FAO. Combattere lo spreco alimentare e aiutare il Sud del mondo
Un accordo tra pubblico e privato che è frutto dell'impegno di Autogrill nella causa promossa dalla FAO – la Save Food Global Initiative - per coinvolgere i principali attori della catena alimentare in un circuito virtuoso che determini un miglioramento nella gestione delle risorse e dell'impatto ambientale, e influenzerà positivamente la gestione degli oltre 4mila punti vendita (principalmente in autostrade e aeroporti di trenta Paesi) su cui il brand può contare in tutto il mondo. In concreto, la collaborazione si espliciterà nella valorizzazione e commercializzazione di prodotti realizzati da piccoli produttori dei Paesi in via di sviluppo. E questo vorrà dire anche una maggiore consapevolezza nella selezione dei fornitori che possano farsi tramite delle istanze delle realtà del Sud del mondo, garantendo loro nuovi potenziali mercati. Per esempio attraverso la rete capillare di Autogrill, che già ha fatto rilevare un'attenzione crescente al problema dell'approvvigionamento dei suoi prodotti.