Dalla food valley emiliana in giro per tre continenti per conoscere i protagonisti dell'innovazione gastronomica, quelli che stanno scrivendo il futuro del cibo. È la missione di 15 ragazzi di talento del Food Innovation Program, che dall'Italia si muovono per ritagliarsi uno spazio nel settore, seguendo l'esempio di grandi realtà internazionali.
In viaggio per scoprire il futuro del cibo
Si parla di missione, ma ricorrere al termine spedizione sarebbe ancora più appropriato. Perché quello che si apprestano a intraprendere – si parte il 18 gennaio da Reggio Emilia – 15 ragazzi ben avviati sulla strada dell'innovazione gastronomica è un viaggio intorno al mondo che li porterà alla scoperta delle realtà più preparate in materia di cibo del futuro. E futuro del cibo. Sessanta giorni per esplorare tre continenti e bussare alla porta dei protagonisti del settore, le aziende, le persone e le start up che danno impulso alla ricerca tecnologica applicata al settore alimentare, e tornare a casa arricchiti di tanti buoni esempi da mettere in pratica, per spingersi ancora oltre. Del resto la “classe” in questione annovera studenti selezionati in tutto il mondo con un passato in settori strategici, dall'ingegneria all'agraria, dall'economia alla cooperazione internazionale, alla comunicazione applicata alla disciplina enogastronomica. Insieme, da qualche mese, stanno frequentando il master di secondo livello Food Innovation Program, fondato dal Future Food Institute in collaborazione con l'università di Modena e Reggio Emilia e con l'Institute for the Future di Palo Alto, in California. E la Food Innovation Global Mission è l'ultimo step di un percorso di formazione che li porterà a interagire con il panorama internazionale, per tracciare contaminazioni e network che saranno utili nel futuro prossimo. “Andremo alla scoperta dei food heroes, le persone che nel mondo stanno cercando di generare impatti positivi attraverso il cibo e l'innovazione, impatti destinati a cambiare il mondo”,spiega Sara Roversi, che guida il gruppo di mentori del master e del Future Food Institute ha costruito le basi.
La missione. Le tappe
Si parte tra un paio di giorni alla volta dell'Olanda – tra Wageningen, Maastricht e Amsterdam – poi la spedizione si dirigerà verso gli Stati Uniti, per toccare Boston, New York, Davis, San Francisco e la Bay Area, tra un'esperienza obbligata al Mit media Lab e una visita al Google Food Lab, senza farsi sfuggire una tappa presso la sede di Airbnb, che a dispetto della finalità originale sta reindirizzando i propri obiettivi di business anche verso il settore enogastronomico. Ed è quindi una realtà da tenere d'occhio. Poi, il gruppo volerà in Asia, per visitare Osaka, Seoul, Shangai e Singapore, prima di tornare in Italia, per un tour di ricognizione della food valley emiliana, perché se è vero che non si può prescindere dalla scoperta di grandi protagonisti internazionali, anche il polo nazionale stanziato nella Pianura Padana ha molto da insegnare in materia di innovazione tecnologica e ricerca alimentare. In particolare, in Italia, il programma darà modo ai ragazzi di incontrare Simone Ravioli, fondatore del Postrivoro, per dimostrare che lo storytelling del cibo può fare la differenza al pari delle discipline scientifiche, e il futuro del settore si compone di tanti profili diversi. Si termina ad aprile con Londra e Tel Aviv.
A riassumere l'obiettivo del viaggio, come dell'intero percorso formativo, ci pensa Miriam Lueck Avery, alla guida dell'istituto fondato a Palo Alto nel lontano 1968, e da allora perennemente al lavoro sul futuro: “La nostra mission è individuare le urgenze che la società ci presenta e le tendenze per il futuro, per poter prendere decisioni che impattino in maniera positiva”. E la ricerca sulla produzione di cibo e le abitudini alimentari oggi rappresenta un fondamentale strumento per fare bene al mondo. La Food Innovation Global Mission è pronta a dimostrarlo.
a cura di Livia Montagnoli