Dietro al successo del gruppo c'è l'esperienza dell'imprenditore campano che dalla famiglia ha ereditato la passione per l'hotellerie. Oggi la “collezione” comprende sei insegne, con l'ultimo arrivo nel centro di Parigi e un premio importante arrivato a Lugano. E la ristorazione è un asset importante per il gruppo, che ora scommette su Michelino Gioia, a Roma e Parigi.
Roberto Naldi. Una vita per l'hotellerie
Al 1985 risale la costituzione della Roberto Naldi Hotels, nel 2008 il gruppo si trasforma in Roberto Naldi Collection, per identificare un riposizionamento del brand che ambisce all'eccellenza internazionale nel settore dell'ospitalità. Ma l'imprenditore di origini campane che rivendica l'appartenenza del suo tesoretto di hotel extra lusso mettendoci il nome e la faccia, all'accoglienza del cliente e al mondo dell'hotellerie ha dedicato tutta la vita. E del resto in casa Naldi la tradizione alberghiera è affare di famiglia sin dalla metà del Novecento, quando prima nonno Roberto Fernandes, poi l'ingegner Giovanni Naldi hanno avviato l'attività nel settore, non nascondendo l'ambizione che il nipote Roberto avrebbe espresso nei decenni a seguire. In questo percorso verso la ricerca della perfezione - “perché il vero segreto di un servizio a 5 stelle è anticipare le esigenze del cliente, e la differenza la fa proprio la capacità di prevedere imprevisti e desideri” - il 1977 è una data importante: mentre Roberto si trasferisce a Lugano per studiare management alberghiero, suo padre concretizza nella cittadina svizzera affacciata sul lago Maggiore l'acquisto di uno storico hotel in stile Belle Epoque, lo Splendid Royal. È l'inizio di una storia che si consoliderà dapprima nel Canton Ticino, con l'acquisto del Grand Eden Hotel, poi a Roma (negli ultimi 30 anni) e più recentemente a Parigi, l'ultimo sogno realizzato in ordine di tempo: portare l'ospitalità firmata Roberto Naldi nella Ville Lumiere.
Da Lugano a Parigi, passando per Roma. Ospitalità all'italiana
A forte connotazione familiare e saldamente legata alle proprie radici italiane – espresse nella cura per il restauro di edifici storici come nella volontà di promuovere la cucina nazionale, declinandola su elevati standard internazionali – oggi la storia del gruppo procede in controtendenza rispetto al fermento accentratore del sistema hotellerie, che negli ultimi anni ha visto penetrare nel mercato di settore italiano molti grandi gruppi stranieri. E invece i sei indirizzi della Roberto Naldi Collection – ai due di Lugano si aggiungono nella Capitale il Parco dei Principi progettato da Giò Ponti, lo Splendid Royal che nel 2001 ha recuperato gli spazi di un antico monastero a Porta Pinciana e l'hotel Mancino 12 (come l'anno di fondazione), nella capitale francese da poco più di un mese lo Splendid Royal Paris – continuano orgogliosamente a rivendicare l'impronta italiana, anche quando si tratta di ricevere un riconoscimento ambito come l'Happy Guest Award (premio attribuito ogni anno dall'associazione LHW, The Leading Hotels of the World), che per il 2016 finisce a Lugano, come attestato di stima per l'ottima ospitalità assicurata dallo staff dello Splendid Royal. Una conferma ulteriore che la strada intrapresa qualche decennio fa ripaga gli sforzi: “Oggi tutti gli hotel del gruppo incarnano lo spirito e gli standard di un servizio a 5 stelle, e sono competitivi a livello internazionale”, conferma l'imprenditore riassumendo la missione di un gruppo che impiega 500 collaboratori e nel 2017 conta di accogliere oltre 200mila ospiti, generando un fatturato complessivo di 49 milioni di euro.
Ristorazione a 5 stelle. Con Michelino Gioia
In parallelo procede l'offerta ristorativa destinata ai clienti come al pubblico esterno, che è parte integrante e fondamentale del pacchetto di servizi proposti. E Roberto Naldi lo sa bene, tanto scommettere con convinzione sulla crescita delle sue insegne di punta. Come il Mirabelle di Porta Pinciana, su rooftop con vista mozzafiato dello Splendid Royal di Roma, dove la continuità in cucina è assicurata dalla mano di Stefano Marzetti. Novità in vista, e ampiamente annunciate, per il ristorante del Parco dei Principi: qualche mese fa in forze alla squadra dell'hotel è arrivato lo chef Michelino Gioia, che prenderà possesso della nuova cucina quando i lavori di ristrutturazione nella struttura saranno completati. Una data? “Il progetto è molto ambizioso, stiamo procedendo con cura rispettando i tempi burocratici necessari. Ma entro l'estate 2017 dovremmo essere pronti per presentare il nuovo ristorante del Parco dei Principi. Intanto lo chef lavora in affiancamento e supervisione alla cucina del Paolina Borghese, per eventi e clienti dell'hotel”. E non solo, perché la recente apertura parigina ha alzato la posta in gioco.
La novità parigina
L'albergo di Rue du Cirque ancora non è pronto per offrire un servizio di ristorazione (“stiamo lavorando per sistemare lo spazio”), ma la posizione privilegiata tra l'Eliseo e Fabourg Saint-Honorè – in pieno centro cittadino e molto ricettiva – autorizza a pensare in grande: “Tra marzo e aprile 2017 saremo pronti a inaugurare il ristorante, una sala da 44 coperti affacciata su strada, pensata per accontentare anche la richiesta esterna, a pranzo e cena”. E rigorosamente impostata sulla cucina italiana. Questo significa che tra qualche mese l'Italia potrà contare su un nuovo ambasciatore della cucina gourmet sul suolo parigino, e con la supervisione di Michelino Gioia, che lavorerà da gennaio in affiancamento al giovane resident chef (in arrivo dall'Italia, il nome è ancora top secret) per preparare al meglio l'apertura. Con una doppia proposta modulata sulle esigenze di un pubblico eterogeneo: a pranzo un'offerta più veloce e informale, per cena la trasformazione in tavola fine dining di alto livello.
Del resto al momento prenotare una camera allo Splendid Royal Paris per la notte di San Silvestro potrebbe costarvi tra i 900 e i 2000 euro. Se non è lusso questo.
www.robertonaldicollection.com
a cura di Livia Montagnoli