I giovani italiani amano sempre di più il biologico: a dirlo sono i numeri illustrati dalla Cia, Confederazione italiana agricoltori, al SANA di Bologna. Secondo l’analisi, 3 consumatori su 4 hanno fra i 20 e i 50 anni, ma è soprattutto il comparto produttivo ad essere composto soprattutto da under 40.
Le imprese del bio
Se il biologico spopola è grazie alle “giovani” imprese, almeno in parte: secondo la Cia il 25% dei produttori agricoli italiani al di sotto dei 40 anni produce in regime di biologico oppure è in una fase di conversione dalle colture convenzionali a quelle bio. Un dato che, se analizzato all’interno dell’universo delle start-up, arriva a sfiorare il 50%: segno evidente della spinta delle aziende più giovani e leggere verso uno stile produttivo che tuteli le risorse naturali e l’ambiente. Inoltre, grazie alle innovazioni tecnologiche, la conversione al bio risulta meno gravoso per le aziende rispetto agli anni passati.
E d'altronde la filiera alimenta un settore che non è una moda, ma un vero e proprio stile di vita: se i consumi crescono soprattutto in ambito gastronomico, altrettanto importanti sono le cifre degli ultimi anni per quanto riguarda cosmesi e salute, oggettistica e moda. Un mercato ormai maturo, ha spiegato la Cia al Salone salone internazionale del biologico e del naturale che si è tenuto a Bologna dal 9 al 12 settembre, pronto a sostenere in maniera stabile un settore in continua evoluzione.
Il primato del Sud e gli obiettivi per il futuro
Ed è il Sud Italia ad essere in prima linea per le coltivazioni bio: una forte dinamicità, secondo le analisi Cia, caratterizza le regioni del Mezzogiorno nel settore del biologico. Se su tutto il territorio italiano in media si coltiva un ettaro bio su 10, al Sud il rapporto cambia: in Calabria viene coltivato con metodi biologici un ettaro ogni 3, mentre in Puglia uno ogni 4. E complessivamente oltre la metà delle aziende del settore ha sede nel Meridione.
Altri dati dall'agricoltura bio made in Italy: secondo la Confederazione italiana agricoltori sono 60 mila gli operatori impegnati nel biologico con una crescita, nell’ultimo anno, del 6%. Su tutto il territorio italiano, sono 1,5 milioni gli ettari coltivati biologicamente, tra pascoli, oliveti, vigneti, cereali e foraggio per gli allevamenti. Inoltre, il comparto della carne bio è in netta espansione: negli ultimi anni l’allevamento di polli e maiali bio ha guadagnato circa 15 punti percentuali.
Ora la missione è dotare il comparto di un respiro maggiore, facendo uscire il biologico dal consumo “di nicchia”: questo vuol dire messa a sistema e ottimizzazione delle filiere, sistemi di commercializzazione all’avanguardia, azioni innovative di marketing e di comunicazione sul prodotto. Ma significa anche incrementare la produzione, allargandola a regioni fin ora restie: secondo le stime Cia, infatti, nel 2020 si avrà un incremento della superficie coltivata del 50% e un aumento del valore della produzione del 30%.
a cura di Francesca Fiore