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Primi dati sull'extravergine 2015-2016. L'Italia a rapporto

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Buona la qualità dei nuovi oli extravergine di oliva italiani: pochi fruttati intensi e molti fruttati medi e leggeri, con caratteristiche organolettiche capaci di farsi apprezzare dai consumatori. Le analisi dei degustatori di Sol&Agrifood confermano le prime valutazioni emerse dagli assaggi per la guida Oli d’Italia 2016 del Gambero Rosso.

La campagna olearia 2015-2016 non è ancora conclusa ma già si vanno delineando gli aspetti fondamentali che stanno caratterizzando questa annata nei Paesi produttori dell’Emisfero Nord, per lo più concentrati nell’area mediterranea.

 

Le degustazioni di olio e i report di Sol&Agrifood

I degustatori di Gambero Rosso stanno lavorando alla degustazione e valutazione degli oli italiani in vista della sesta edizione della guida Oli d’Italia che viene presentata a Verona al Sol&Agrifood in concomitanza con Vinitaly e (10-13 aprile 2016): l’obiettivo è fornire ai buyer e agli operatori internazionali le basi concrete per il loro lavoro di selezione. Lavoro che in ambito Sol&Agrifood si estende anche ai paesi del Mediterraneo e da Verona arrivano una serie di report divisi per Paese, realizzati dai più importanti panelist internazionali e riferiti al proprio Paese di provenienza.

 

L'Italia: la produzione

Primo paese preso in analisi è l’Italia. Marino Giorgetti, capo panel del concorso Sol d’Oro e collaboratore della guida Oli d’Italia del Gambero Rosso, è uno dei massimi esperti a livello mondiale per la valutazione della qualità organolettica degli oli extravergine di oliva. “Non era difficile prevedere un consistente aumento della produzione rispetto alla tragica annata dello scorso anno” spiega il capo panel “anche se le Organizzazione dei Produttori sembrano indicare un difficile raggiungimento delle 300.000 tonnellate prodotte in Italia quest’anno. Personalmente, e vedendo l’intensa attività dei frantoi in diverse zone d’Italia, penso che l’effettiva produzione sarà ben superiore ai dati stimati”.

In estate, con l’eccessivo caldo e l’assenza di piogge a luglio, spiega Giorgetti, non si è determinata una buona inoliazione nelle drupe: “Generalmente si sta assistendo ad una riduzione delle rese. Ciò, ovviamente, influisce sui dati quantitativi di produzione, a cui si aggiunge una minor presenza di olive in alcune zone dove si sono avuti problemi di fioritura e allegagione”.

Il caldo, però, ha anche sollevato i produttori dal rischio di attacco della famigerata mosca dell’olivo: “Non si vedevano olive così belle, dal punto di vista sanitario, da diversi anni” afferma ancora Giorgetti “E non si sono riscontrati problemi particolari per l’acidità libera e di conseguenza per l’analisi organolettica”.

 

La qualità organolettica

Per il capo panel abruzzese, la qualità organolettica degli oli extravergine è mediamente molto buona: “Mi sembra, da questi primi ‘sentori’ dell’annata, che il livello medio qualitativo si sia alzato, con probabile diminuzione di oli difettati, anche se di particolari e pregevoli sensazioni forse dovremo, almeno in parte, fare a meno. Non so se avremo tanti ‘intensi’ quest’anno, ma ne dubito (e a dire il vero negli ultimi anni è la categoria che ha perso più presenze), ma sicuramente avremo un bel po’ di leggeri e soprattutto medi che, come al solito, se la dovranno battere e combattere tra loro per svettare in cima ai vari concorsi”.

 

 


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