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Degustazione Piccoli Lussi Quotidiani: la linea di piatti pronti firmata Vissani

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È uscita sul mercato più di un anno fa la linea di primi piatti pronti firmata Vissani. Il pluripremiato chef ha deciso di prestarsi alla grande distribuzione con una serie di proposte al di sotto dei 5 euro, fortemente volute dall'azienda Gastronomia Toscana. 

Il frutto dell'incontro fra Gastronomia Toscana e Gianfranco Vissani ha fatto il suo ingresso nei supermercati a marzo 2014. Gastronomia Toscana ha voluto portare le ricette d'autore nella cucina delle famiglie italiane, e la scelta di uno chef celeberrimo come Vissani coniuga il prestigio e la creatività di una grande firma della ristorazione italiana, alla familiarità del suo volto, noto agli appassionati di cucina di tutte le età, e non solo a loro. L'obiettivo della linea Piccoli Lussi Quotidiani è proprio quello esplicitato nel nome: offrire la possibilità al consumatore di concedersi un grande piatto a piccoli prezzi, da mangiare ogni giorno.

L'azienda

Ma prima di valutare la riuscita o meno di questi prodotti, un po' di storia sull'azienda: Gastronomia Toscana nasce come evoluzione della bottega di generi alimentari tradizionale, quella nel cuore di Prato di proprietà della famiglia Tempestini. Da sempre nel settore gastronomico, negli anni '80 FrancoMarcello Giovanni Tempestini hanno deciso di espandere l'attività dei genitori realizzando una azienda specializzata in piatti precotti. Oltre 50 dipendenti fanno oggi parte del team di Gastronomia Toscana, presente sui mercati nazionali e internazionali.

I prodotti Piccoli Lussi Quotidiani

Nella degustazione ci siamo concentrati sui primi piatti: zuppe, risotti, lasagne pronti, in confezioni da 300 grammi l'una, indicate per due porzioni, che necessitano di essere scaldati per un paio di minuti al microonde. Ma Piccoli Lussi Quotidiani comprende anche 4 diversi sughi, tutti privi di glutine, venduti in confezioni da 150 grammi: abbiamo assaggiato anche questi. Non sono mancate delle perplessità (prevedibili quando si parla di prodotti precotti e confezionati), ma abbiamo comunque stilato una classifica. Tra le note positive la cottura e la qualità del riso, perfettamente sgranato e al dente: difficilissimo da trovare in prodotti precotti.

La classifica

Zuppa di topinambur al caffè

Topinambur, spaghetti spezzati, porri, lenticchie, caffè e un tocco di salvia e rosmarino sono gli elementi compongono quella che, secondo noi, è la migliore fra le proposte in produzione. Decisamente la preparazione più originale e compiuta, una zuppa dal sapore antico e affascinante. Il sentore del caffè è pronunciato e gradevole, peccato per l'aspetto estetico, che non è dei migliori – problema riscontrato in tutti i piatti – dal colore uniforme, cupo. Le lenticchie risultano un po' troppo dure e gli spaghetti, molto pochi rispetto alla quantità di brodo, eccessivamente cotti.

Un piatto piacevole, con qualche difetto.

Risotto al Black Velvet con salsa di cipolle ed emmental

Questa ricetta prende il nome dal famoso cocktail inventato nel dicembre 1861 al Brook's club di Londra e ottenuto dall'unione tra Champagne e Stout Guinness, il Black Velvet, appunto. Nella versione dello chef, vengono utilizzati prosecco e birra stout, che si aggiungono a un riso carnaroli mantecato con brodo aromatizzato con bucce d'arancia, limone, timo, maggiorana, mentuccia ed erba cipollina, e salsa alla cipolla. È proprio quest'ultima a disturbare lievemente il palato, troppo persistente e probabilmente non stufata a sufficienza. La forza di questo piatto è il riso, eccellente e cotto a puntino. Nota di demerito all'aspetto, non troppo invitante. La crema color beige si rivela un po' acida e amara in bocca, nonostante al naso i profumi siano piuttosto intriganti.

Una riuscita migliorabile, ma sufficiente.

Risotto alla Certosina con gamberetti, sogliola, funghi e curry

Stesso brodo aromatizzato alle erbe e agrumi per il risotto condito da gamberetti, sogliola, funghi porcini trifolati, piselli e curry. Anche qui, ciò che ci convince di più è il carnaroli dal chicco grande e carnoso, che viene però sovrastato da una dolcezza eccessiva del crostaceo del quale si avverte in maniera preponderante il sapore del carapace. La sogliola è poco presente, così come gli aromi, quasi del tutto inesistenti. Al naso, si percepisce una nota vegetale di piselli e di funghi porcini secchi.

Un piatto un po' confuso, salvato dalla qualità sorprendente del riso.

Lasagna ai carciofi con salsa di pistacchi

Passiamo alla pasta all'uovo, in questo caso condita con carciofi, salsa di Parmigiano Reggiano DOP aromatizzata con buccia di limone e salsa di pistacchi con succo e liquore d'arancia. Nota di merito per la pasta, sottile al punto giusto, ma forse un po' troppo morbida, così come la crema di carciofi e parmigiano, dalla consistenza troppo molle e in quantità, a nostro avviso, eccessiva rispetto alla sfoglia. Nel complesso, anche in questo piatto prevalgono delle note acidule.

Una ricetta migliorabile, ma con discrete materie prime.

Lasagna all'astice

Proseguiamo con un'altra lasagna, a base di salsa alla curcuma, melanzane, astice e origano. Il pesce, che dovrebbe essere protagonista del piatto, latita e lascia invece spazio alla melanzana e alla curcuma che, con le loro note pungenti, dominano la scena. La pasta è di nuovo ben tirata, ma una consistenza sbagliata fa sparire la positiva della preparazione. Molle la sfoglia, come anche il condimento.

Condimenti tutt'altro che convincenti su una buona pasta all'uovo.

Zuppa di patate con porcini

Al penultimo posto della nostra classifica, dobbiamo posizionare questa vellutata di patate e funghi porcini, cotta ancora una volta con il brodo aromatizzato alle erbe e agrumi. La vista è il primo campanello d'allarme: una consistenza viscida, molle, dal colore non promettente. Al naso si presentano sentori di bosco, si avverte il profumo dei porcini secchi, che non torna però al palato. Il gusto che rimane è metallico, forzatamente acido.

Una zuppa non equilibrata.

Crespelle al cavolo nero con salsa alle banane e curry rosso

Passiamo, infine, al più insolito dei piatti in assaggio, le crespelle ripiene di cavolo nero, salsa di tre formaggi – Pecorino Toscano DOP, Gorgonzola DOP, Parmigiano Reggiano DOP – e condite con una crema di burro, banane e curry rosso. Un abbinamento azzardato e non troppo riuscito, per una mancanza di equilibrio e sapore. La crema di banane è eccessivamente dolce, disturba al naso e al palato, e non trova armonia con il sapore del cavolo nero, che dovrebbe essere l'elemento principe del piatto. Lo stesso cavolo, solitamente preponderante nelle ricette, viene penalizzato dalla scelta della lavorazione: ridotto in crema, perde di croccantezza e sapore, e scompare di fronte alle banane. Ancora una volta, un appunto non positivo per l'estetica del piatto.

Assai deludente il tentativo fusion.

In conclusione il panel ha trovato alcuni pregi, ma non pochi difetti alla linea di prodotto. Ci aveva incuriosito il progetto perché solitamente queste collaborazioni tra grandi chef e grande distribuzione durano lo spazio di un giro di spot o di affissioni sui cartelloni pubblicitari. In questo caso invece la relazione tra Gianfranco Vissani e Gastronomia Toscana è ormai duratura ed è scandita da visite del grande cuoco allo stabilimento di Prato per la messa a punto delle ricette (poi realizzate dai cuochi resident) e per la selezione delle materie prime. La sensazione è che ci si dovrebbe orientare su proposte meno complesse, più lineari, lasciando da parte i tocchi eccessivamente creativi che rischiano di risultare fuori luogo.

I sughi

Anche i sughi sono stati testati dal panel, ma nessuna delle salse ci ha entusiasmati particolarmente. Slegati fra di loro gli ingredienti del pesto alle more, dal colore e gli aromi cupi, nel sugo all'astice il sapore del crostaceo risolta poco fresco, coperto dal pomodoro eccessivamente acido e l'aroma preponderante del rosmarino; in contrasto fra di loro l'aroma di liquirizia e il sugo di pomodoro del ragù di more, leggermente migliore la fondutina di Parmigiano Reggiano e noci pecan, alleggerita dalla nota vegetale e fresca del cuore di lattuga.

www.piccolilussiquotidiani.it

 

a cura di Michela Becchi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  


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