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Noma- My perfect storm. La favola di René Redzepi sul grande schermo

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Tra poco più di un mese il mondo riscoprirà sullo schermo gli ultimi tre anni di attività – tra tanti alti e qualche momento difficile – di uno dei ristoranti più apprezzati del mondo, capostipite della Nordic Cuisine. Pierre Deschamps fotografa in 95 minuti la vita di René Redzepi, ecco il trailer. 

Il film sul grande chef. Il cinema che ama la cucina contemporanea

Il prossimo 18 dicembre Magnolia proietterà (e rilascerà on demand su iTunes) per la prima volta il film documentario di Pierre Deschamps che racconta la vita di uno degli chef più apprezzati sulla scena internazionale: René Redzepi. Manca poco più di un mese, ma il trailer è già disponibile e l'aspettativa molto alta, tanto da rischiare di rubare la scena al blockbuster a tema gastronomico Burnt, il punto di vista hollywoodiano sulle cucine stellate – con Bradley Cooper nei panni di un novello Gordon Ramsay - che in America ha ricevuto un'accoglienza piuttosto tiepida (e vedremo sui grandi schermi italiani dal 26 novembre).
 


D'altronde lo chef del Noma, ai vertici della ristorazione mondiale, recentemente è stato in grado di sbancare le prenotazioni per 10 settimane di servizio in soli 90 secondi, e tutto per assicurarsi un posto nell'esclusivo temporary restaurant che aprirà all'inizio del 2016 in Australia, a Sydney. Al modico prezzo di 485 dollari da versare in anticipo.

 

Orgoglio nordico. Una carriera sul grande schermo

Il docu-film si intitola significativamente Noma- My Perfect Storm e si ispira in parte ai libri pubblicati da Redzepi su presente e futuro della Cucina Nordica. Così anche lo chef danese ha deciso di mettersi sotto i riflettori per sostenere la causa di una ricerca che lo porta a sperimentare costantemente, mai stanco di rielaborare la propria fisionomia gastronomica e in continua sfida con se stesso, proprio com'è accaduto recentemente a Gaston Acurio, sugli schermi con Finding Gaston per raccontare un'altra grande realtà della gastronomia contemporanea, quella sudamericana. L'occhio del regista ha seguito il lavoro del Noma e le giornate di Renè per tre lunghi anni con l'obiettivo di offrire alla platea un viaggio tra le pieghe della cucina creativa dello chef e raccontare come la sua ricerca sia stata in grado di trasformare “la terra di nessuno in uno splendido cigno”- come recita la sinossi del film - tra innovazione e rischio, per citare due aspetti particolarmente indagati dal regista nel film.

 

Tre anni di Noma. Viaggio in una favola dei giorni nostri

Tutto questo spiegando per immagini concetti distanti dalla percezione comune – la riscoperta della pratica del foraging, in primis – e ripercorrendo le tappe di una vera e propria favola dei tempi moderni, che non esclude anche momenti difficili, come l'annata turbolenta del 2013 (qualcuno ricorderà il caso dell'intossicazione alimentare), brillantemente superata l'anno seguente, quando il Noma riconquistò per la quarta volta la vetta della classifica 50 Best. E non a caso le riprese restituiscono anche gli ingranaggi perfetti di una macchina della ristorazione che Deschamps ha paragonato a una scuderia di Formula 1.

Si presentano così i 95 intensi minuti di pellicola per ora non disponibili in lingua italiana, che si sono già aggiudicati il riconoscimento come Miglior documentario a tema gastronomico all'International Film Festival 2015 di San Sebastian.


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