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Produzione mondiale di vino a +2% nel 2015. Ecco le stime ufficiali dell'Oiv

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L'Italia riguadagna il primato in classifica, seguita da Francia e Spagna. L'Europa è la principale fonte del vino mondiale, ancora non disponibili i dati per Cina e Russia. E si attende anche una ripresa dei consumi. 

La produzione. Europa in testa

Risale nel 2015 la produzione mondiale di vino: +2% a 275,7 milioni di ettolitri (esclusi mosti e succhi d'uva). Le stime Oiv, diffuse oggi a Parigi, indicano un livello produttivo buono, con l'Italia che riguadagna il primato in classifica con 48,9 mln/hl prodotti e +10% sul 2014, la Francia seconda a 47,4 mln/hl e +1%, la Spagna al terzo posto con 36,6 mln/hl, in calo del 4%. Il direttore generale Oiv, Jean-Marie Aurand, ha spiegato che l'equilibrio nel mercato del vino mondiale sarà garantito e che ci sarà vino anche per l'industria che produce brandy, aceti e vermouth.

Sale la produzione in Europa, principale fonte del vino mondiale, con 164,6 milioni di ettolitri (+4%). Bene Italia, Francia e Spagna, principali produttori che sono sopra le medie del quinquennio. Ok anche Portogallo, Romania e Bulgaria; in calo, Germania e Grecia. Fuori dall'Europa, si segnala un generale calo nel 2015 rispetto ai due anni precedenti, ma la produzione è più alta del periodo 2010-2012. Crescono ancora gli Usa, record in Cile (12,9 mln/hl, +22,6%) e calo dell'Argentina (-12,1% a 13,4 mln/hl); stabili Sud Africa e Australia (12 mln/hl); Nuova Zelanda, dopo l'exploit del 2014, torna ai livelli degli ultimi tre anni, con 2,4 mln/hl. Non disponibili ancora i dati di Cina e Russia (ottavo e dodicesimo produttore nel 2014).

Quanto vino si consuma nel mondo?

I consumi mondiali dovrebbero risalire rispetto allo scorso anno, anche se l'Oiv non dispone ancora di dati precisi. La stima è compresa tra 235,7 e 248,8 milioni di ettolitri. Un dato che dovrebbe garantire l'equilibrio di mercato (rapporto produzione/consumo) e consentire alla parte industriale di soddisfare i bisogni di brandy, aceti e vermouth. Da notare come il mercato mondiale del vino prosegua il suo percorso di internazionalizzazione: nel 2000 il 27% dei vini consumati nel mondo proveniva dall'export, nel 2014 questa percentuale sale al 43%.

Il vino rosato piace sempre di più

Un'attenzione particolare ha riguardato i rosati. La produzione 2014, secondo un focus Oiv e Civp, si attesta sui 24,3 mln/hl (bollicine escluse), pari al 9,6% dei vini tranquilli prodotti nel mondo. L'Italia (con 2,5 mln/hl) si colloca al quarto posto tra i produttori dopo Francia (7,6 mln/hl), Spagna (5,5 mln/hl) e Stati Uniti (3,5 mln/hl). Dal punto di vista dei consumi, questa tipologia di vino nel periodo 2002-2014 ha guadagnato soprattutto il favore di consumatori giovani di Paesi non produttori e di genere femminile. Il consumo di rosati nel mondo (22,7 mln/hl nel 2014) è cresciuto del 20% in oltre dieci anni, si concentra in Francia e Stati Uniti, ma non si possono non notare le progressioni di Regno Unito (250%), Svezia (750%), Canada (120%) e Hong Kong (250%). Un mercato sempre più internazionale, con 9,8 milioni di ettolitri scambiati lo scorso anno, il livello più alto dal 2002. L'Italia, nonostante registri un calo produttivo negli ultimi cinque anni (con consumi stabili), detiene oggi il 15% delle quote mondiali di rosé vendute fuori confine ed è il secondo esportatore mondiale, dopo la Spagna.

 

A cura di Gianluca Atzeni


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