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In viaggio. Gansu, la Cina dei monaci: spiritualità e sapori nel segno del Budda

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Viaggio nella provincia di Gansu, ai confini con Tibet, ancora molto poco frequentata dai turisti stranieri. Qui si respira la spiritualità dei monaci e il cibo è a base di carne (yak in primis), spezie, farine di orzo e legumi. Un tour con scalo veloce a Pechino e Shangai.

Labrang

Questo è un luogo di studio e di preghiera”. Li Ming, la nostra guida, ci introduce nel passaggio sul piccolo ponte in legno sospeso sul fiume Xia He. Pochi passi ed entriamo a Labrang, città-monastero abitata da 3mila monaci tibetani nel cosiddetto Piccolo Tibet, prefettura autonoma della provincia del Gansu, a nord della Cina. Tante le curiosità da visitare: una grande Stupaper la conservazione delle reliquie, la pagoda del Gongtang che custodisce le ceneri del Gongtang Lama, i “mulini di preghiera” con i rulli girevoli e le incisioni dei Sutra, le preghiere tibetane, e altro ancora. Labrang, a 250 km da Lanzhou, è uno dei 6 monasteri dei “cappelli gialli”, i monaci più ortodossi. Fondato nel 1709, oltre che luogo di culto è la più importante accademia di Tibetologia al mondo, sorta di cittadina “universitaria” dove i giovani monaci studiano medicina tibetana, scienza tramandata oralmente con ripetizioni mnemoniche.

Le tonache rosse camminano distratte tra centinaia di fedeli in coloratissimi abiti tradizionali, la pelle del viso segnata dal sole. Siamo gli unici occidentali e gli sguardi interrogativi lasciano intuire curiosità e un pizzico di diffidenza. L’aura spirituale che pervade questo luogo dell’anima è disturbata solo da qualche segno d’inarrestabile modernità: qualche ragazza più alla moda gioca con il cellulare e un gruppo di monaci-studenti finisce di bere l’ultimo bicchiere di Coca Cola. Sarebbe uno spot perfetto per la multinazionale americana.

 

Prove di cucina sino-fusion

Ma questa è carne di Yak, il nostro bue Tibetano”ci rassicura Cui Cheng Yue, lo chef dell’ottimo ristorante dell’hotel Labuleng, appena fuori Labrang “È un piatto di queste terre, ma serviamo anche tante ricette di altre province cinesi: rivisitate, ma senza stravolgerne i sapori. Che vuole, il mondo è cambiato e i clienti vogliono provare qualcosa di nuovo. Ad esempio, la cucina cinese del sud è abbastanza dolce, così noi la personalizziamo con qualche tocco piccante”.

Dopo i deliziosi rotolini di Yak alla griglia con polvere di peperoncino e agrodolce, proviamo qualche proposta sino-fusioncome il Gong Bao Ji Din, una ricetta imperiale della provincia del Sichuan: un mix di pollo, peperoncino, arachidi leggermente scottate e croccanti; il tutto cotto in olio di colza e abbastanza piccante.

Dal vicino Tibet proviamo dei tortini pressati di farina d’orzo cruda, energetici e pastosi, mentre per rimanere nella provincia del Gansu – qui si trova Labrang – ecco una ricetta con radici di loto, fagioli, spaghetti di soia e peperoncino scottato, da abbinare a una grappa locale.

La cucina non è ancora un’attrazione turistica, ma con l’evoluzione degli stili di viaggio anche in Cina ci attendiamo maggior interesse”premette la signora Zang Hua, direttrice del dipartimento Turismo Estero della provincia del Gansu “Oggi circa il 99% del turismo è interno: pensi a 2 milioni di cinesi che ogni anno visitano Labrang, circa 100mila stranieri e appena 200 italiani. Ma con la nuova autostrada dalla città di Lanzhou nei primi tre mesi del 2015 abbiamo collezionato già un 10% di crescita nel flusso degli stranieri. Ma solo dall’anno scorso abbiamo le versioni in inglese, coreano e giapponese del sito web. E ora stiamo lavorando sul russo e l’arabo. Certo, è prevista anche in italiano!”

 

Lin Xia e Lanzhou

La provincia settentrionale del Gansu è attraversata dalla Via della Seta, quella famosa “autostrada” commerciale di 8mila chilometri che un tempo collegava l’Impero Cinese a quello Romano. Le carovane non portavano solo tessuti, ma spezie e sapori influenzando le cucine locali. Se poi pensiamo alla collocazione geografica del Gansu, stretta tra la Mongolia (a nord), le provincie del Qinghai (a sud) e la provincia autonoma del Tibet (a sud ovest) si fa presto a capire il perché di questo melting pottutto asiatico, buddista, mongolo e medio-orientale. Seppur distante geograficamente, anche il mondo musulmano cavalcando la Via della Setaha influenzato la Cina nord-occidentale.

La dimostrazione arriva con le tappe successive: Lin Xiae Lanzhou. La prima è la “capitale islamica” del Gansu, una cinquantina di moschee per un milione di abitanti: la più antica – Da Gong Bei – con 600 anni di storia, è stata realizzata durante la dinastia Ming. La seconda è la capitale amministrativa, coi suoi 4 milioni di abitanti, per l’80% di religione islamica, attraversata dal Fiume Giallo. Tanti brutti palazzi, ma un lungofiume niente male e un’attrazione da cartolina: il Ponte in Ferro progettato da ingegneri tedeschi nel 1907.
Cai Lu Yang, invece, è la nostra sosta gastronomica sulla strada per l’aeroporto, un mix d’ingredienti mongoli, cinesi e un tocco medio-orientale da leccarsi i baffi. “La nostra è una cucina di territorio un po’ piccante che fa abbondante uso di carne da animali al pascolo”ci spiega la proprietaria Mei Show Fang “Alcuni piatti rappresentativi? La zuppa di carne e peperoncino con i noodles (spaghettini) e il montone bollito con varie spezie”. Discreti anche gli straccetti di manzo alla piastra, cipolla, peperone e peperoncino in polvere, serviti con pane giallo alla curcuma.

 

Siti e itinerari da non perdere

L’aria da mille e una notte ci insegue mescolandosi a siti buddisti di valore culturale come le Grotte di Mogao e quelle di Bing Ling, entrambe tutelate dall’Unesco, e ci spinge inevitabilmente nel deserto, tra il passo di Yumen – antica dogana imperiale – e il Parco Geologico Nazionale Yardang, un museo all’aperto di sculture naturali modellate dal vento.

Partiamo dalle Grotte di Mogao, vicino Dunhuang, un percorso che si snoda tra 492 celle scavate lungo una parete rocciosa, piene di sculture buddiste dipinte e pitture murali. Particolarmente impressionanti sono i grandi Budda, due sdraiati (lunghi 17 metri) e due seduti: uno alto 35 metri, l’altro 26 (in restauro). Nei giardini fanno da cornice varie porte d’ingresso in antico stile cinese e un’originale pagoda della dinastia Sung (XI d.C.). Il museo è però in una costruzione contemporanea.Ancora grotte: il sito Unesco di Bing Lingrappresenta mille anni d’arte buddista, a partire dal 420 a.C.. Situato in una vallata di Dasigou, è composto da ben 216 siti tra grotte, nicchie, celle; oltre 800 immagini sacre, 5 pagode, tante pitture murali e un Buddha in pietra alto 26 metri. Ci arriviamo in 25 minuti di motoscafo dal porticciolo di Liu Gia Xia sul lago omonimo, a 100 km da Lanzhou.

Altro sito del deserto del Gobi, ilPasso di Yumenè chiamato anche “Porta di Giada”, poiché qui anticamente correva il confine tra l’Impero Cinese e i territori stranieri poi conquistati durante la dinastia Tang. Nei pressi della vecchia dogana sono presenti i resti dell’antica muraglia e nell’area circostante il nulla, solo una vasta pianura desertica. Un vasto sito pieno di maestose formazioni rocciose di sabbia e detriti sedimentati caratterizza il Parco Geologico Nazionale Yardang, area compresa nel deserto dei Gobi. Situato a 185 km da Dunhuang, al confine con la provincia dello Xinjiang, l’erosione millenaria del vento ha modellato le rocce scolpendo straordinarie sculture naturali, alcune di forme animali o semiumane, come il Pavonee la Sfinge. Si visita con bus collettivo che sosta nei punti panoramici lungo l’unica strada che costeggia il parco. In alternativa ci si può addentrare a bordo di una jeep a un prezzo aggiuntivo da trattare. (www.dunhuangyadan.net.cn)

La sabbia soffia fino alle porte di Dunhuang, una cittadina molto carina, senza edifici enormi e con un caratteristico mercato di spezie, frutta secca e tè, e l’inevitabile tappa turistica di Ming Sha, ovvero le “Dune che Sussurrano e il Lago della Luna Crescente”, uno spaccato di Sahara in salsa cinese. La zona desertica ci regala dune di sabbia, forti emozioni e un paesaggio mozzafiato da visitare a piedi lungo percorsi attrezzati (un po’ faticosi) o più “comodamente” in sella a un cammello o a una moto da sabbia. Alle pendici delle dune ammiriamo un piccolo lago a forma di luna crescente e una grande pagoda. Il sito si trova alle porte di Dunhuang. (www.mssyyq.com)

La sera ci attendono a tavola papaya e radici di giglio in gelatina – i gigli sono tipici del Gansu – una squisita zuppa di fagioli di soia e giuggiole, qualche assaggio di montone fritto e tante, tante altre portate. Il tutto accompagnato dall’ottimo servizio del ristorante Feng Wei, che esordisce con la rituale scelta del tè, già prima di inforcare le bacchette. “Domani si parte”sorride Li Ming “e stasera festeggiamo con il tipico banchetto di Dunhuang”… E pensare che il viaggio era cominciato con un bagno di spiritualità.

 

Extra-tour: tre indirizzi tra Shangai e Pechino

Se fate tappa a Shangai o a Pechino ecco qualche indirizzo da tenere a mente: il Mercato del pesce Tongchuan Lu, il più grande di Shangai, merita una visita soprattutto per scoprire un curioso mondo ittico, pieno di frutti di mare esotici, vari tipi di spugne, alghe e meduse essiccate, strani molluschi, granchi giganti e pesci del mar Giallo. Tra i più impressionanti esemplari le cosiddette conchiglie dell’elefante, sorta di telline giganti con lunga e carnosa “proboscide” di forma fallica. Vi si arriva in 30 minuti di taxi oppure in metro: linea 11 fermata Zhengru Rd, uscita 5. Aperto tutto il giorno, ma il bello è la mattina.

Bai Jiao Yuan, in italiano Il Giardino dei 100 Ravioli, è un ristorante di Pechino specializzato nel piatto cinese dell’accoglienza e della socialità. Nonostante il nome qui si servono durante l’anno 208 tipi di ravioli, diversi per ripieno, forma e cottura (griglia, vapore, fritti). Ogni giorno però ne sono garantiti 108 tipi, preparati a vista in un laboratorio davanti all’ingresso: ripieni di zampe di granchio e fritti; al vapore con gamberetti, verdura, erba cipollina, funghi e uova; oppure fritti ripieni di maiale ed erba cipollina, etc. In sala troviamo gli acquari per i pesci d’acqua dolce utilizzati in cucina. Da Dong(Il Grande Dong) è un ottimo ristorante di cucina cinese rivisitata dallo chef e proprietario Mr. Dong, un bel locale in design con varie sale, oggetti d’arte e un grande schermo, a due passi dallo stadio di Pechino. Guidato dal giovane chef Wu Jinzhou, è rinomato soprattutto per l’anatra laccata alla Pechinese. Una bontà che richiede 72 ore di lavorazione tra macellazione, spennellatura con miele, asciugatura in cella e cottura in forno a legna, alimentato da fuscelli di giuggiolo, pesco, melo e pero. I forni per la preparazione dell’anatra laccata, nel seminterrato, sono visitabili su richiesta. Uno spettacolo da gustare prima di sedersi a tavola.

 

GLI INDIRIZZI

 

dormire

 

Pechino

Brickyard | Beigou Village| Huairou District| Pechino| tel +86 010 61626506| www.brickyardatmutianyu.com| Doppia e colazione da 1.480 yuan (180 euro) 

 

Gansu

Hotel Dunhuang | 14 Yannguan East Road | Dunhuang | tel. +86 0937 8822 538 | www.dunhuanghotel.com | Doppia e colazione da 398 yuan (57 euro)

Labuleng Civil Aviation Hotel | 12 East Renmin Road | Xiahe | Gansu | tel. +86 0941 7128 777 | Doppie e colazione da 988 yuan (142 euro)

 

Shangai

Shangai Hotel|505 Wulumuqi Road | Shangai| tel +86 021 6248 0088 | www.jinjianghotels.com|

 

mangiare

 

Pechino

Hua’s Courtyard|235 Dongzhimennei Street |Dong Cheng District| tel. +86 010 51283315 | www.huajiacai.com| conto 150 yuan | Aperto 10-04 | Una casa vecchia di 300 anni, esempio d’architettura del periodo Qing, in legno, con veranda rossa e verde e un cortile interno. Cucina Pechinese e anatra laccata.

Da Dong | Beijing Workers Stadium East Road | Choyang District | tel. +86 010 65511 806 | sempre aperto | prezzo 1 anatra 345 yuan, 50 euro

Bai Jiao Yuan | Xin Wen Hua Jie Jia 12 | Hao | tel. +86 010 66059371 | www.jjbjy.com | prezzo 4 piatti 50 yuan (7 euro) | orario 11-14 e 17-21

 

Gansu

Cai Lu Yuang| s.da per aeroporto di Lanzhou | tel. +86 0931 8169 622 | prezzo 2 portate 55 yuan (8 euro) | Sempre aperto | Cucina fusion sino-mongola, tradizionale del Gansu e della provincia del Sichuan, con uso di peperoncino e altre spezie piccanti.

Labuleng | 12 East Renmin Road | Xiahe | tel. +86 0941 7128 777 | prezzo 3 portate 100 yuan (15 euro) | Lun-dom | Ottimo ristorante del Labuleng Civil Aviation Hotel. Un mix di cucine regionali cinesi rivisitate dallo chef Cui Cheng Yue.

Lanzhou Yuansheng | East Renmin Road | Xiahe |Locale semplice specializzato in spaghetti cinesi, i noodles, impastati e tagliati a vista.

Ming Hui| East Renmin Road | Xiahe | prezzo 30 yuan (4,5 euro) | Lun-dom 8-23 |Cucina espressa cinese e tibetana in un locale semplice ed economico. Carne, verdure e riso.
Wang Chao | Tourism Building of Chenggua | Lanzhou | tel. +86 0931 8862 188 | prezzo 120 yuan (18) | sempre aperto | Un bel locale di cucina tipica del Gansu e dell’area di Lanzhou affidato allo chef Suxiao Lu.

 

Shangai

Nanxiang| 85 Yuyuan Road, Huangpu District, Shanghai | tel. +86 021 6355 4206| www.laomiaocanyin.com | take away 20 yuan (3 euro); prezzo da 50 yuan (7,5 euro) a 150 yuan (22 euro) | orario 7-22 | Nel cuore della città vecchia di Shangai, a due passi dal Giardino di Yu, un locale Statale su 4 piani diversi per fasce di prezzo. In carta sempre 13 tipi di ravioli.

 

 

da vedere

 

Shanghai

Casa di Soong Ching Lin | 1843 Huaihai Road | Shangai | tel. +85 021 6474 7183 | www.shsoong-chingling.com| La casa di Soong Ching Ling, cognata di Chiang Kai-shek, militare e politico cinese rifugiatosi a Taiwan dopo l’avvento del Comunismo. Una casa-museo in stile occidentale coloniale.

Museo T’Ou Sé Wé| 55 Puhuitang Road (vicino North Caoxi Road) | Shangai | tel +85 021 54249688 | tsw.xuhui.gov.cn | Un vecchio orfanotrofio riconvertito in museo, è considerato all’origine della nascita dell’arte moderna a Shangai. Metro 1 e 4.

Il Cavatappi| 100 Century Avenue |Pudong New Area |Shangai | tel. +85 4001 100 555 |www.swfc-observatory.com |L’Osservatorio dello Shangai World Financial Centre, il terzo grattacielo di Shanghai con i suoi 492 metri, offre una vista panoramica sul distretto finanziario di Pudong.

Tempio del Budda di Giada | 170 An Yuan Road | Shangai | Orari 9-17 |Costruito a inizio ‘900 in stile Song il tempio presenta sale e cortili simmetrici, grondaie rovesciate e pareti giallo intenso. La statua del Buddha di Giada fu realizzata su un pezzo unico proveniente dalla Birmania a fine ‘800.

Shanghai Wholesale Fish Market (Tongchuan Lu Haixian Shichang) | Tongchuan Lu | Caoyang Lu | Putuo | Shanghai

 

Gansu

Mercato Shazhou | Dunhuang | Aperto fino alle 23-24 |Tra le principali attrazioni della città. Caratteristiche bancarelle di frutta secca, tea sfuso, artigianato di legno e tessuti ricamati con soggetti cinesi.

 

come arrivare

Da Fiumicino a Pechino voli con Alitalia e KLM con scalo ad Amsterdam da 758 euro a/r tasse incluse (www.klm.com). Da Milano con Air France scalo a Parigi da 968 euro a/r tasse incluse oppure scalo ad Amsterdam da 548 euro a/r tasse incluse (www.airfrance.it).

Con China Eastern da Pechino a Lanzhou da 284 euro a/r tasse incluse e da Lanzhou a Dunguang da 405 euro a/r (www.flychinaeastern.com). Con Air China da Pechino a Dunhuang da 506 euro a/r tasse incluse (www.airchina.it).

 

 

testi e foto di Massimiliano Rella

Articolo uscito sul numero di Settembre 2015 del Gambero Rosso. Per abbonarti clicca qui

 

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