Nella città, oggi unificata, di CoriglianoRossano si è svolta la prima festa della mietitura organizzata presso la Masseria Mazzei. Un evento voluto per valorizzare una delle matrici identitarie più caratteristiche del territorio.
Fin dall’antichità il grano ha rappresentato la fertilità, l’abbondanza e il nutrimento. Non a caso lo ritroviamo in tutti i principali miti e testi sacri: da quello greco di Demetra e Persefone, al culto egizio di Osiride, fino ai passi dei Vangeli che fanno riferimento a questo cereale, dono divino e cibo per l’anima. Un cereale in cui è racchiusa la nostra storia, anche perché indissolubilmente legato al nutrimento basilare dell’uomo, il pane. Negli ultimi anni, la riscoperta e valorizzazione dei grani antichi sembra appunto voler promuovere un ritorno agli elementi primari e ancestrali del grano.
I grani “cosiddetti antichi”
Le varietà di grano attualmente più diffuse sono state selezionate a fini industriali. Questo processo, iniziato negli anni Settanta (avviato dalla famosa “Rivoluzione Verde” partita dal Messico), nasce dall’esigenza di fornire all’industria alimentare delle farine forti, che si prestano a una lavorazione più rapida dando vita a impasti velocemente panificabili. La volontà di aumentare la resa produttiva porta così negli anni Settanta a variare la genetica del grano, per avere piante più basse (riducendo il rischio di allettamento) e produttive, grazie anche all’uso di raggi gamma. Con il tempo, le specie antiche sono state progressivamente abbandonate in favore di queste varietà. Negli ultimi anni, tuttavia, si assiste a una parziale inversione di tendenza, con la riscoperta e valorizzazione dei cosiddetti “grani antichi” (dall’ormai famoso Senatore Cappelli al Saragolla, la Tumminia, e poi ancora grano Monococco, Gentil Rosso, Verna, per citarne alcuni). L’importanza del recupero di questi grani non si limita tuttavia all’aspetto nutritivo e alle (presunte) minori alterazioni cui questi sarebbero sottoposti; ricordiamo che proprio il Senatore Cappelli nasce da una selezione genealogica messa in atto dal genetista agrario Nazareno Strampelli nel 1923 per migliorare il grano Rieti. Il ritorno ai grani antichi assume un grande valore anche a livello culturale e storico, recuperando abitudini, conoscenze e tradizioni fortemente legate al territorio.
La Masseria Mazzei
Proprio nell’ottica della valorizzazione di certa cultura rurale strettamente legata all'identità dei territori, si torna a celebrare la mietitura, con feste e appuntamenti che puntano a coinvolgere non solo addetti ai lavori ma anche persone comuni che possono, così, scoprire da vicino un momento cardine della vita agricola di cui per molto tempo si erano perse le tracce. Così è un po' in tutto il sud Italia e così è stato, il primo luglio, a CoriglianoRossano, in provincia di Cosenza. Qui, l’azienda Il Gelso – con la Masseria Mazzei e la linea di trasformazione NaturalIter – ha celebrato la sua festa della mietitura, un evento perfettamente coerente con l'approccio sostenibile dell'azienda: agricoltura biologica e preferenza verso grani italiani di origine antica, alternati a legumi per assicurare la giusta rotazione delle colture. L'azienda coltiva un grano della famiglia del khorasan, il Saragolla, grano arrivato in Italia nel V secolo, e come il Kamut coltivato per secoli in Egitto e noto come grano del Faraone.
Da antico convento ad azienda biologica
Ritornare a coltivare grano nei terreni dell’azienda agricola ha rappresentato, per la famiglia Mazzei, un ritorno alla tradizione. Una tradizione prima di tutto familiare, ma che coinvolge l’intera comunità del territorio di Corigliano Rossano. L’attuale Masseria Mazzei, infatti, nasce come la dimora di campagna della famiglia, in un antico convento al centro di un vasto podere, ereditato molto tempo fa. Sono i primi decenni del Novecento: la struttura è piuttosto diroccata, ma viva. La vita del Gelso (così si chiama la dimora) è legata ai raccolti di grano, delle olive e all'attività dei bachi da seta. In questi appuntamenti stagionali la proprietà si popola di voci e allegria, come ricorda Rodolfo Mazzei: “Nella stagione della raccolta delle olive, decine di donne arrivavano qui, a popolare il piccolo borgo di campagna. Erano giornate di duro lavoro ma anche di festa”. Nel podere della famiglia Mazzei, tra le colline e il mare, per anni si respira questa atmosfera. Il vecchio convento viene pian piano ristrutturato, si ampliano le strutture per far posto ai contadini che occupano le case intorno al corpo centrale. "Mimì, Peppino, Cataldo, gli uomini della campagna, sono stati gli eroi della nostra infanzia. Hanno animato questi luoghi e segnato la nostra formazione". L’azienda continua a svilupparsi fino a che, circa cinque anni fa, inizia a produrre farina, in particolar modo semola: una semola rimacinata, dal tipico colore giallo e dalla consistenza granulosa, e una integrale macinata a pietra. Poco dopo nasce il marchio NaturalIter, che commercializza i prodotti realizzati dall’azienda agricola biologica Il Gelso, affiancando a una linea convenzionale (comnque prodotta in armonia con l'ambiente) e una linea certificata Bio (di olive, olio extravergine e marmellate a base di agrumi). Si tratta di una piccola produzione artigianale che comprende anche confetture (fra cui anche di melograna e di more di gelso) e caramellati. Grandi protagonisti sono gli agrumi, fiore all’occhiello di questi territori, e in particolar modo un’intera linea è dedicata alle clementine, proposte sia caramellate che con farcitura al cioccolato. Fra gli altri prodotti, anche il miele (di zagara e millefiori) e l’olio extravergine di oliva estratto dall’oliva dolce di Rossano.
La festa della mietitura
Rodolfo e i suoi fratelli non hanno dimenticato quelle giornate, operose ma cariche di emozioni. Ed è a quell’atmosfera che oggi la famiglia Mazzei vuole tornare, rievocando, con la festa della mietitura, antichi gesti e cerimonie (come la benedizione del raccolto), e riunendo un’intera comunità attorno a questo cereale così carico di significati simbolici. Il grano, come ha ricordato il Professor Filareto durante la conferenza di apertura dell’evento, rappresenta – insieme all’olio e al vino – uno dei marcatori di identità di questo territorio. Ed è proprio per questo che Rodolfo Mazzei, con la sua famiglia, ha deciso di ripartire proprio da qui per ricostruire l'anima profonda della sua terra, così indissolubilmente legata alla sua storia familiare. La prima festa della mietitura di Rossano ha rappresentato anche un’occasione per creare nuovi stimoli e sinergie fra le varie realtà imprenditoriali locali.L’evento è stato infatti organizzato con il Patrocinio dell’Amministrazione comunale in collaborazione con l’Istituto agrario cittadino, la locale condotta di Slow food, la Coldiretti Campagna amica, oltre ad associazioni sociali, culturali e artistiche rossanesi. Mente e cuore di questa prima festa delle mietitura è appunto Rodolfo Mazzei, avvocato e imprenditore che, pur avendo investito in altri progetti fuori dalla sua regione (dal ristorante pizzeria di Roma, Exquisitaly, alla fabbrica di cioccolato Bruco nelle Marche) ha poi deciso di riportare il suo know how e la sua capacità imprenditoriale nella sua terra, nel tentativo di dare nuovo slancio a un territorio così ricco eppure ancora fortemente penalizzato.
Masseria Mazzei - Le Colline del Gelso - Rossano (CS) - c.da Gelso Mazzei 18 – 0983 569136 - http://www.masseriamazzei.it/
a cura di Valentina Ferraro