Ancora incerti i tempi di approvazione del nuovo disciplinare annunciato un anno fa dal Consorzio di Tutela dei vini del Collio, che rappresenterebbe un passaggio fondamentale per spingere verso una maggiore qualità e identità territoriale. Noi abbiamo assaggiato le anteprime presentate a Enjoy Collio 2018.
Il Collio nel silenzioso limbo della DOCG
Erano molte le attese per Enjoy Collio 2018. In occasione della scorsa edizione, il Consorzio di Tutela dei vini del Collio aveva puntato molto sull’iter d’approvazione del nuovo disciplinare, che sancirà il passaggio della denominazione da DOC a DOCG. Un passo importante verso il riconoscimento del valore di una storica eccellenza del nostro patrimonio enologico. Il progetto avrebbe dovuto portare all’introduzione di due nuovi vini di punta, destinati a diventare veri simboli della nuova denominazione. Un Collio Gran Selezione DOCG, realizzato con vitigni del territorio (friulano dal 40% al 70% - ribolla gialla max 30% e malvasia max 30%), da mettere in vendita dopo almeno 24 mesi d’invecchiamento e un Pinot Grigio Superiore DOCG, realizzato con basse rese e lunghi tempi d’affinamento, destinato a elevarsi rispetto all’offerta di Pinot Grigio, spesso di modesta qualità, che sta inondando i mercati italiani ed esteri. Purtroppo, la spinta verso il rinnovamento sembra essersi arenata e il percorso verso la DOCG procede con silenziosa lentezza, ammantato da una straniante atmosfera da “falso movimento”.
Contrariamente a quanto ci si aspettava, più che a una decisa e fattiva accelerazione, quest’anno si è respirata un’aria di riflessione e ripensamento sui contorni della nuova DOCG, che sembra tradire una certa mancanza di chiarezza e unione d’intenti sui reali contenuti dei disciplinari. Durante le giornate di Enjoy Collio, il progetto è rimasto sempre ai margini dei discorsi, dimenticato in una zona d’ombra in cui nessuno sembrava volersi avventurare. Le giornate di degustazioni, seminari e visite in Cantina sono così trascorse in compagnia di uno scomodo convitato di pietra, che ha assistito in silenzio a tutta la manifestazione. Una rimozione inattesa, che sembra lasciare il Collio in un’indecifrabile situazione di stallo, senza una progettualità precisa e un chiaro obiettivo da perseguire.
Il Collio tra passato e futuro
L’attuale panorama del Collio è caratterizzato da una grande frammentazione ampelografica, un vero mosaico di vitigni, che se da un lato costituisce una ricchezza, dall’altro rischia di rappresentare un limite nel percorso di creazione di un’identità territoriale forte e facilmente riconoscibile. La composizione del vigneto si divide tra: pinot grigio (25,80%), friulano (15,35%), chardonnay (9%), ribolla gialla (7,5%), pinot bianco (3,9%), malvasia (2,60%), gewürztraminer (0,60%), picolit (0,57%), müller-Thurgau (0,12%), riesling renano (0,11%), riesling italico (0,02%); e per i rossi: merlot (7,16%), cabernet franc (4,36%), cabernet sauvignon (1,75%), pinot nero (1,74%) e altri vitigni minori. Se l’ambizione del Collio è di entrare a far parte dell’élite dei grandi terroir del vino, forse sarebbe opportuno puntare su un’identità territoriale più riconoscibile, che semplifichi un po’ il quadro attuale e indirizzi le migliori forze produttive verso un preciso obiettivo. I grandi vini dovrebbero anche essere espressione di uno stile facilmente riconducibile al territorio d’origine.
La regione, i suoli, il clima, i vigneti
Il Collio è una piccola regione, sono circa 1.400 gli ettari vitati, che ha la fortuna di poter contare su una certa uniformità dei suoli, formati dal famoso flysch o “ponca” e su un clima ideale per la viticoltura. Protetti a nord dalle Alpi Giulie, i dolci rilievi collinari possono beneficiare dei venti freschi che scendono dalle montagne e contemporaneamente sono dolcemente accarezzati dalle miti brezze del vicino mar Adriatico. Le vigne si trovano in un’area dal clima quasi mediterraneo, caratterizzato da notevoli escursioni termiche, che garantiscono una maturazione delle uve lenta e progressiva, con profili aromatici ricchi e intensi. Queste caratteristiche pedoclimatiche creano un ambiente piuttosto omogeneo e molto adatto a una viticoltura di qualità, soprattutto per le uve a bacca bianca. Se durante la presentazione delle nuove annate di Enjoy Collio non è stato presentato nessun vino rosso, è evidente quale sia la naturale vocazione del territorio, confermata anche dalla scelta di comunicare il Collio attraverso l’uso del colore giallo nel logo della denominazione. Le degustazioni hanno confermato che i risultati più interessanti sono espressi da: friulano, sauvignon blanc, ribolla gialla, malvasia e in parte da chardonnay, pinot bianco e pinot grigio.
Le ipotesi di un cambiamento alla ricerca di una maggiore identità
Nella prospettiva di una progressiva semplificazione ampelografica, si potrebbe già cominciare ad accantonare definitivamente alcune varietà marginali, come gewürztraminer, müller-Thurgau e riesling italico. Pur tenendo viva la tradizione dei vini monovarietali, si dovrebbe puntare sulla valorizzazione del Collio Bianco, il vino che sicuramente meglio esprime il territorio nella sua tipicità storica. Come accade per tutti i grandi vini, sono soprattutto le caratteristiche peculiari e irriproducibili del luogo di produzione, che ne costituiscono la vera essenza. La composizione dei suoli, il clima e la secolare tradizione nel campo della viticoltura, sono alla base del successo del Collio e su queste bisognerebbe lavorare per creare valore, identità e uno stile più riconoscibile. La strada intrapresa dal Consorzio di Tutela dei vini del Collio verso la creazione del Collio Gran Selezione DOCG è sicuramente giusta. Individuare e limitare l’utilizzo di poche varietà, definendone anche le percentuali, è un’operazione che va nella direzione di una tipicità territoriale e di una maggior uniformità dei vini. La speranza è che questo momento di temporanea stasi sia presto superato e si proceda in modo rapido alla definizione del nuovo disciplinare. L’obiettivo comune dovrebbe essere, infatti, lavorare per dare prestigio al territorio attraverso un grande vino, che ne rappresenti le migliori qualità e sia il vero ambasciatore del Collio nel mondo.
I nostri migliori assaggi di Enjoy Collio 2018
Autoctoni friulani
Collio Ribolla Gialla DOC 2017 - Fiegl
Collio Ribolla Gialla di Oslavia Riserva DOC 2013 - Primosic
Collio Ribolla Gialla di Oslavia Riserva DOC 2012 - Primosic
Collio Friulano DOC Ronco delle Cime 2017 - Venica
Collio Friulano DOC 2017 - Isidoro Polencic
Collio Friulano DOC 2016 - Alessio Komjanc
Collio Friulano DOC 2016 - Carlo di Pradis
Collio Friulano DOC 2016 - Roncùs
Collio Friulano DOC Manditocai 2016 - Livon
Collio Malvasia DOC 2017 - Caccese
Collio Malvasia DOC Soluna 2016 - Livon
Collio Bianco
Collio Bianco DOC 2016 - Terre del Faet
Collio Bianco DOC Pe-Ar 2016 - Skok
Collio Bianco DOC Bratinis 2015 - Gradis’ciutta
Collio Bianco DOC Col Disore 2015 - Russiz Superiore
Collio Bianco DOC 2015 - Venica & Venica
Collio Bianco DOC Klim 2013 - Primosic
Collio Bianco DOC Planta 2013 - Tercic
Internazionali
Collio Pinot Bianco DOC Tàlis 2017 - Venica & Venica
Collio Pinot Bianco DOC 2017 - Russiz Superiore
Collio Sauvignon DOC 2017 - Borgo Conventi
Collio Sauvignon DOC 2017 - Alessio Komjanc
Collio Sauvignon DOC 2017 - Castello di Spessa
Collio Sauvignon DOC 2017 - Zorzon
Collio Sauvignon DOC Gmajne 2016 - Primosic
a cura di Alessio Turazza