Numeri delle grandi occasioni, la categoria dei pizzaioli ampiamente rappresentata da professionisti campani di vecchia data e giovani promesse, ma pure dai colleghi in arrivo da 40 Paesi del mondo. E soprattutto la pizza, con 50 forni a legna allestiti sul Golfo per onorare il grande villaggio della pizza napoletana.
Il grande villaggio della pizza
50 pizzerie, 600 pizzaioli, 10 giorni di festa sul lungomare Caracciolo. E se non bastano i numeri da capogiro, ci sono i nomi che scendono in piazza per animare il grande villaggio gastronomico dedicato alla pizza, 30mila metri quadri con vista sul golfo di Napoli per onorare l'appuntamento con una delle più animate feste popolari d'Europa. Chiaramente trainata dal richiamo del cibo, e della tradizione dei pizzaiuoli partenopei, che l'Unesco ha di recente riconosciuto patrimonio immateriale dell'umanità, sancendo la dignità professionale, sociale e storico del mestiere del pizzaiolo. Fino al 10 giugno, il Napoli Pizza Village movimenterà le giornate della città, mettendo in scena, ancora una volta, per l'ottava edizione, la pizzeria più grande del mondo, con l'ambizione di richiamare 1 milione di visitatori. Allo scopo Napoli si mobilita per favorire l'affluenza al villaggio, con un piano che ripensa la viabilità e bus-navetta garantiti per chi sceglie (saggiamente) di rinunciare alla macchina. Dunque, si mangia, e molto, con ingresso libero e menu base proposto a 12 euro, per pizza, bibita, dolce e caffè: 50 i forni a legna allineati sul lungomare, ognuno può scegliere secondo il proprio gusto, tra la “nuova” scuola di Concettina ai Tre Santi, con il giovane pizzaiolo a Tre Spicchi Ciro Oliva, e la tradizione di Gino Sorbillo, la pizza “gourmet” di Giuseppe Vesi e una delle ultime proposte arrivate in città, con l'apertura della pizzeria di Vincenzo Capuano. Ma anche la pizza fritta di Teresa Di Iorio e di Fiorenzano, la variante di Palazzo Petrucci, la pizza senza glutine di Guappo Amoriello. Tutti sforneranno pizze no stop dalle 18 alle 24, mentre concerti e spettacoli sono in programma ogni sera alle 21.
La pizza del futuro
Ma al festival si può anche approfondire la propria conoscenza sul tema, tra le pieghe di un comparto in grande fermento, che cresce e coinvolge un numero sempre più variegato di realtà improntate alla qualità. Lo spazio adibito allo scopo è quello dell'Area d'Essai alla rotonda Diaz, dove ogni giorno, alle 19.30, si confronteranno i maestri pizzaioli in arrivo da più di 40 Paesi del mondo (molti i rappresentanti di Brasile, Portogallo, Asia, a testimoniare la diffusione capillare del mestiere), invitati pure a partecipare alla XVII edizione del Campionato Mondiale del Pizzaiolo, che vedrà affrontarsi 600 di loro tra le nove sezioni della competizione, tra pizze fritte, gare di velocità e pizza acrobatica. Dopo il convegno di apertura dedicato alla cosiddetta pizza pascalina che previene i tumori col mix di farina, olive, noci, pomodori - oggetto di studio della ricerca promossa dalla Fondazione Pascale - si continua con la pizza (fritta) di nuova generazione di Isabella De Cham, la pizza da esportazione di Gino Sorbillo e Roberto Caporuscio, l'internazionalizzazione del mestiere e della pizza napoletana secondo Alessandro Condurro (Da Michele), con uno sguardo anche a quello che fanno gli altri a l'analisi del caso Big Mamma a Parigi. E nei giorni successivi pizza di territorio, prodotti d'eccellenza, pizza donna (sul palco Renata Sitko e Marzia Buzzanca). Mani in pasta, invece, per chi prenderà parte alle Pizza Class con i maestri dell'impasto, dedicati al pubblico amatoriale (ma solo su prenotazione). Il 4 giugno, il convegno Pizza e mandolino cercherà di smontare gli stereotipi per proiettare la pizza verso il futuro che merita.
a cura di Livia Montagnoli