Un circuito di cantine, musei, paesaggi e tradizioni da scoprire nel territorio abruzzese, grazie al progetto Percorsi - L'Abruzzo del vino e della cultura, promosso dal Consorzio Tutela Vini d'Abruzzo. Oggi parliamo di “Guardando la Majella”, un itinerario fra castelli e aziende ai piedi dell'Appennino.
Guardando la Majella
Una visita alla cantina Tollo, ammiraglia del vino abruzzese, una gita all'Enomuseo del comune, e una passeggiata fra uliveti e vigneti de Il Feuduccio di Orsogna. Un viaggio alla scoperta dei territori della Majella, in provincia di Chieti, un paesaggio verde da esplorare nella sua natura selvaggia e disarmante, una terra florida e generosa, custode di prodotti di terra dal sapore intenso e il carattere deciso, ma anche di frutti di mare di prima scelta in arrivo dalle coste di Francavilla al Mare e quella dei Trabocchi. Un tour tutto da gustare che comprende anche tappe culturali di livello in luoghi che hanno fatto la storia del territorio abruzzese, e che segna l'inizio di un progetto innovativo promosso dal Consorzio Tutela Vini d'Abruzzo.
Percorsi
Si chiama Percorsi – L'Abruzzo del vino e della cultura e, come si intuisce dal nome, si tratta di una serie di itinerari pensati per i viaggiatori buongustai in cerca di indirizzi golosi. Una piattaforma online che mette a disposizione dei turisti informazioni su eremi, monumenti, chiese da visitare e poi, naturalmente, tante cantine e aziende dove poter degustare prodotti locali, e in alcuni casi anche pernottare o fermarsi a mangiare. 10 percorsi – a cui presto se ne aggiungeranno anche altri – nati proprio in occasione del 50esimo anniversario della Doc Montepulciano d'Abruzzo. “Oggi i turisti si affidano spesso a community, portali on line e app per pianificare le tappe del proprio viaggio”, ha spiegato il Presidente del Consorzio Tutela Vini d'Abruzzo Valentino Di Campli, che aggiunge: “Percorsi vuole diventare un punto di riferimento per i visitatori, gli operatori pubblici e privati in grado di diffondere la conoscenza dei luoghi e favorire la ricettività delle cantine”.
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I progetti per la Doc
La concomitanza con i festeggiamenti per i 50 anni della denominazione non è certo una casualità. Presente nella regione sin dalla metà del Settecento, il montepulciano è una delle uve simbolo della terra abruzzese, e un vino protetto da una Doc dal rigido disciplinare che continua a guadagnare punti in Italia e all'estero. Il 2017, infatti, si è chiuso con ottimi risultati nell'export: +13% rispetto al 2016, una cifra significativa che dimostra ancora una volta il forte potenziale delle aziende abruzzesi, sempre più orientate ai mercati internazionali. Ma non finisce qui: a partire dal 1 dicembre 2018 il Consorzio Tutela Vini d'Abruzzo adotterà il contrassegno dello Stato italiano per la Doc del Montepulciano e tutte le altre denominazioni tutelate.
La tradizione del vino a Tollo
Il primo viaggio intrapreso nei comuni incastonati nel panorama dell'imponente massiccio della Majella comincia a Tollo, piccolo borgo completamente distrutto durante la seconda guerra mondiale, e ricostruito nel tempo proprio a partire dall'agricoltura. Sono state le cooperative agricole del paese a porre le basi, negli anni '60 e '70, per la rinascita del comune attraverso la diffusione e il commercio di prodotti ortofrutticoli e vino. Qui, infatti, l'antica tradizione vitivinicola rappresenta molto di più di una semplice usanza locale: è la memoria storica della comunità, passato, presente e futuro di un paese che proprio nella tenacia dei suoi contadini ha trovato la forza per reagire e ricominciare. Non c'è da stupirsi, dunque, se il luogo d'attrazione principale del paese è l'Enomuseo, polo culturale aperto al pubblico inaugurato nel 2015, dove è possibile osservare gli strumenti più antichi donati dagli stessi cittadini: anfore e recipienti in terracotta, botti, damigiane, bottiglie di vecchie annate e stampe del passato.
Cantina Tollo: Vigneto avanzato e vini vegan
Sulle cantine, non ci sono dubbi: è Cantina Tollo a trainare il panorama enologico locale, realtà nata nel 1960 e che oggi conta 3mila ettari di vigneti e 800 soci, per una produzione di 13 milioni di bottiglie l'anno. Trebbiano, pecorino, passerina e cococciola sono i vitigni autoctoni lavorati dall'azienda, ma il protagonista è solo uno: “Rosso, nella nostra terra, significa Montepulciano d'Abruzzo Dop. Un solo vitigno per una pluralità di vini accomunati dal colore rubino intenso e dal profumo di antichi giardini”. Fra le tante etichette dell'azienda, spicca la linea “Vigneto avanzato”, progetto innovativo che ha introdotto un cambiamento significativo: la retribuzione ai soci per ettari lavorati e non più per quintali prodotti, novità che ha trasformato radicalmente la filosofia produttiva di tutti, permettendo di ottenere una qualità costante nel tempo. Dal 2015, inoltre, ci sono anche i vini vegan, “un impegno che continueremo a portare avanti con determinazione puntando a un incremento annuo delle vendite pari al +5%”, ha spiegato Andrea Di Fabio, direttore commerciale e marketing di Cantina Tollo. A guidare il team, Riccardo Brighigna, umbro di nascita ma abruzzese di adozione ormai da tanti anni: punto di riferimento nella regione e più volte Enologo dell'anno per l'Associazione Italiana Sommelier Abruzzo, pioniere nella tecnica della fermentazione del bianco con le bucce, applicata a una delle ultime nate, C'Incanta, Trebbiano d'Abruzzo Doc.
Il Museo dell'Abruzzo Bizantino e Altomedievale a Crecchio
Procedendo verso l'entroterra, si giunge a Orsogna, nel cuore del Parco Territoriale dell'Annunziata, zona collinosa che si estende dalle falde della Majella al mare Adriatico. Ma non prima di una visita al Castello ducale di Crecchio, borgo medioevale dal fascino intramontabile sorvegliato dalla torre dell'Ulivo, elemento centrale della costruzione le cui origini sono avvolte nel mistero. La prima testimonianza scritta del castello risale al 1633, ma secondo gli storici l'edificio sul colle che divide i fiumi Arielli e Rifago esisteva già da molti anni prima. La struttura comprende il Museo dell'Abruzzo Bizantino e Altomedievale, dove sono esposti oggetti rinvenuti nelle ricerche dell'Archeocleb d'Italia in collaborazione con la Sopraintendenza Archeologica d'Abruzzo in una villa romano-bizantina presso la località di Vassarella tra il 1988 ed il 1991 (tra cui un elmo ostrogoto in rame dorato e ferro rinvenuto nei pressi di Torricella Peligna, pezzo unico in Italia che da solo vale il viaggio).
Il Feuduccio a Orsogna e Cascina del Colle a Villamagna
Si prosegue poi verso Guardiagrele, uno dei Borghi Più Belli d'Italia, in un percorso che porta nel comune di Orsogna, terra di origine di Gaetano Lamaletto e sua moglie Maria, abruzzesi doc che decisero di lasciare il paese per cercare fortuna in Venezuela, per poi tornare dopo 40 anni e dare vita a Il Feuduccio di S. Maria d'Orni, tenuta portata avanti oggi dal figlio Camillo e il nipote Gaetano, con la supervisione dell'amministratore Rocco Cipollone. Un'azienda di straordinaria bellezza e cura, con cantina nella roccia e articolata su cinque livelli, dove vengono lavorati tutti i vitigni autoctoni che danno vita a diverse linee di produzione.
Risalendo a nord, è poi d'obbligo una sosta a Villamagna, per visitare Cascina del Colle, una realtà giovane frutto dell'amore e l'unione di una famiglia profondamente contadina. 20 ettari di terreno gestiti da mamma e papà d'Onofrio e dal figlio più giovane, fresco di laurea in enologia, che insieme alla fidanzata - anche lei enologa appassionata - si occupa del lavoro in cantina.
Guardiagrele: le Sise delle monache e la pasticceria tradizionale
Se pur incentrato sul vino, il “Percorso” non può completarsi senza un assaggio dell'autentica cucina abruzzese. Fra le località più caratteristiche e sviluppate dal punto di vista gastronomico, Guardiagrele, chiamata anche “la porta della Majella”, borgo guardiano di tradizioni artigianali millenarie, dall'arte orafa (è qui che nasce la celebre presentosa, gioiello abruzzese con intarsi in filigrana, in passato dote delle spose, oggi indossato nei giorni di festa, citato anche da D'Annunzio ne “Il trionfo della morte”) a quella del ferro battuto. Prodotto simbolo del paese sono le Sise delle monache, dolce a base di pan di Spagna farcito con crema pasticcera e composto da tre protuberanze che ricordano, appunto, il seno femminile. Si dice che il nome derivi dall'usanza delle suore di inserire una protuberanza finta al centro del seno per rendere meno evidenti le forme, ma c'è anche chi sostiene che si tratti in realtà di un riferimento ai tre monti principali d'Abruzzo: Gran Sasso, Majella e Sirente-Velino. In qualsiasi caso, per assaggiarli occorre recarsi alla Pasticceria Emo Lullo, bottega dal fascino antico e lo stile retrò, un luogo fermo nel tempo nato nel 1889 per volontà di Filippo Benigno e oggi portato avanti da Emo Lullo insieme alla sorella Dina. Da provare anche i fruttini di pasta reale, simili a quelli siciliani ma meno dolci, e il torrone di Guardiagrele, una sorta di croccante fatto di mandorle tostate mescolate con zucchero, frutta candita e cannella.
Ristorazione d'autore nei borghi antichi: l'esempio di Villa Maiella
Quando si pensa a una terra impervia e a tratti ostica come l'Abruzzo, si fa fatica a volte a immaginare una ristorazione contemporanea evoluta e matura. Eppure Guardiagrele, così come tanti altri paesini della regione, è una cittadina che guarda al futuro. Certo, non mancano le insegne tradizionali, quelle affidabili che non riservano mai cattive sorprese (Santa Chiara, per esempio, ottimo indirizzo per gustare pecora alla cottora e spaghetti alla chitarra con ragù d'agnello da maestro), ma ci sono anche una serie di trattorie che nel tempo hanno saputo rinnovarsi fino a trasformarsi in ristorante d'autore. Modello esemplare di questo filone è Villa Maiella, il tempio della famiglia Tinari, in principio – nel '66 – fischetteria di quartiere, oggi ristorante di alto livello grazie ad Angela, Peppino e i giovani figli Arcangelo – chef che si è fatto le ossa con Michel e Sebatien Bras – e Pascal, capo sala d'eccezione (di recente intervistato per lo speciale sulla sala in Italia nel numero di maggio del Gambero Rosso) dapprima alla corte della famiglia Santini (Dal Pescatore) e poi all'Auberge de L'Ill. Percorsi diversi che col tempo si sono poi intersecati di nuovo, creando una sinergia strettissima basata sul rispetto reciproco e la forza inarrestabile di una vera famiglia abruzzese. Qui, è possibile degustare il meglio della gastronomia regionale, interpretato con estro e tecnica ineccepibile da Arcangelo, studioso instancabile costantemente alla ricerca dei prodotti più raffinati. Il tutto abbinato a una selezione di etichette che dimostra ancora una volta quanto la cultura del buon bere passi anche e soprattutto attraverso la ristorazione.
a cura di Michela Becchi
GLI INDIRIZZI
Le cantine
Cantina Tollo – Tollo (CH) – via G. Garibaldi, 68 - 087196251 - www.cantinatollo.it/
Cascina del Colle – Villamagna (CH) – via Piana, 85 a - 0871301093 - www.lacascinadelcolle.it/
Il Feuduccio di S. Maria d'Orni – Orsogna (CH) – via Feuduccio, 1 a – 0871891646 - www.ilfeuduccio.it/
Cosa visitare
Enomuseo – Tollo (CH) – via Cesare Battisti - 3395420390 - www.facebook.com/EnoMuseo-TOLLO-910390705688594/
Museo dell'Abruzzo Bizantino e Altomedievale – Crecchio (CH) – Castello Ducale, piazza SS. Salvatore - 0871941662 - museo-crecchio.blogspot.it/
Dove mangiare
Pasticceria Emo Lullo – Guardiagrele (CH) – via Roma, 105 - 087182242 - www.pasticcerialullo.it/
Santa Chiara – Guardiagrele (CH) – via Roma, 10 – 3939127278 - www.facebook.com/santachiararistorante/
Villa Maiella – Guardiagrele (CH) – via Sette Dolori, 30 - 0871809319 - www.villamaiella.it/