Una è una piattaforma che mette in comunicazione produttori e consumatori. L'altra è un'app di consegna di oggetti dimenticati. Due progetti che si coniugano fra loro creando un nuovo servizio per il cliente, che aiuta anche gli agricoltori.
Le start up
Sono giovani, intraprendenti, amanti della buona tavola. Sono i protagonisti della scena del food tech contemporaneo, un mondo in pieno fermento fatto di start up, progetti, applicazioni per smartphone, food delivery e servizi per i clienti pensati per valorizzare il settore agroalimentare di qualità, rendendo il buon cibo accessibile a tutti e fruibile dal grande pubblico. Fra le ultime iniziative nate, Orto e Porto, progetto pugliese che ora ha scelto di unire forze e competenze con una piattaforma completamente diversa ma complementare, Take My Things, app di delivery per oggetti dimenticati. Due servizi distinti che decidono di diventare partner per supportare gli agricoltori del territorio nella consegna dei prodotti di stagione appena raccolti. La filosofia è la stessa che accomuna la maggior parte dei programmi simili: attenzione alla filiera corta, al riciclo e all'ambiente.
Orto e Porto
Orto e Porto si propone come piattaforma innovativa, disponibile sul web e su app, dedicata all'alimentazione sana ed eco-sostenibile. Il funzionamento è semplice: i piccoli produttori agricoli aderenti possono esporre i propri prodotti, evidenziando prezzi, offerte e servizi speciali. Chi compra inserisce con pochi click la lista della spesa, selezionando l’orario e l’indirizzo desiderati. Le consegne vengono garantite nell’arco di 24 ore proprio grazie alla doppia rete: quella del web, che permette di far dialogare direttamente il consumatore con il produttore, e quella fisica del circuito, integrata e potenziata dai trasportatori di Take My Things.
Take My Things
Nata nell'ambito della sharing economy, Take My Things è una startup di delivery pensata per incrociare i dati inseriti da ogni utente – oggetto, indirizzo di presa e consegna, data e ora massima per la consegna, cifra che si è disposti a pagare – creando così una rete in grado di soddisfare le esigenze di trasporto 24 ore su 24. Ed è anche un'opportunità perfetta per studenti e giovani in cerca di un lavoro poco impegnativo ma remunerativo, vogliosi di guadagnare qualche soldo in più senza dover sottostare a orari di ufficio. Un'evoluzione della mobilità condivisa, una sorta di BlaBlaCar, ma studiata per gli oggetti, quelli dimenticati in ufficio, in auto, alla fermata, in metro o luoghi simili, nata per idea di Guido Balbis e Francesco Demichelis all'inizio del 2016. Un servizio attivo sempre, anche nei weekend, basato sulla disponibilità dei vari utenti.
La collaborazione
Due idee semplici ma efficaci, entrambe focalizzate sulla creazione di una comunità di membri in relazione fra loro in cui vige il confronto e il dialogo. Due campi diversi, ma lo stesso obiettivo: migliorare i servizi di consegna. Grazie alla collaborazione fra le due start up, a breve il servizio di Orto e Porto inizierà a prendere piede a Torino, città pilota della collaborazione. Ma approderà presto anche a Milano e Roma, Lecce e Firenze. E – chissà – forse anche altrove.
a cura di Michela Becchi