C'è un resort tra Firenze e Volterra che coinvolge un intero borgo medievale e che fa girare l'economia dei villaggi limitrofi. Si tratta del progetto virtuoso della tedesca TUI, un colosso del turismo con più di 65.000 dipendenti, che a Castelfalfi ha investito qualcosa come 250 milioni di euro per ristrutturare il borgo e farsi carico di mille ettari di terreno, tra vigne, oliveti, boschi.
Quanti abitanti ha Castelfalfi? Diciotto. Lo dice Wikipedia, ma senza tener presente che oggi in questo borgo medievale ci vivono, fisse, più di trecento persone. Sono gli “abitanti” del Toscana Resort Castelfalfi, il progetto del colosso del turismo tedesco TUI che ha salvato il paese dallo spopolamento.
Toscana Resort Castelfalfi
“A partire dagli anni Sessanta il borgo ha subìto un processo di spopolamento durato decenni”. Ci racconta Gerardo Solaro del Borgo, Ceo di Toscana Resort Castelfalfi. Un fenomeno che purtroppo nei piccoli borghi è spesso fisiologico: nonostante il legame tra abitanti e territorio sia saldo e antico, e il senso di appartenenza e di identificazione non sia un concetto vano, capita spesso che i giovani emigrino per studio e per lavoro, e che inesorabilmente la popolazione invecchi e progressivamente il borgo si spopoli. Un destino scritto anche per questa piccola frazione di Montaione fino a che, nel 2007, il tour operator TUI decide di acquistare la proprietà per ridare nuova vita a un’area che comprende più di 1.100 ettari suddivisi tra vigne, oliveti, boschi e una riserva di caccia. “Il Toscana Resort Castelfalfi è all’interno di un borgo medievale attentamente ristrutturato per mantenere le caratteristiche originarie”. Un diktat messo nero su bianco nel 2011: “Dopo un'ampia consultazione pubblica dei cittadini e delle associazioni ambientaliste, TUI ha potuto avviare i lavori solo dopo l'approvazione dell'Amministrazione comunale di Montaione”.
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Gli investimenti
L'investimento iniziale è stato di 250 milioni di euro, ma la cifra è destinata a crescere. “Nel 2014 abbiamo inaugurato dopo due anni di restauro il Castello (fondato nel 700 dal longobardo Faolfi, ndr), abbiamo poi costruito il nuovo hotel Il Castelfalfi e stiamo continuando la ristrutturazione dei casali”. All’interno della Tenuta si trovano infatti molti casali, disponibili per la vendita o l’affitto, che vengono ristrutturati secondo le indicazioni e i desideri dei futuri proprietari, sempre però seguendo il preciso piano urbanistico del 2011 che impedisce la costruzione di edifici più alti della Tabaccaia, l'altro hotel della proprietà che ha ridato nuova vita a un vecchio essiccatore di tabacco. Un piano di ristrutturazione che all'inizio ha coinvolto lo studio Spadolini di Firenze, ma ora vuole avviare una collaborazione con l'Università di Siena per premiare i giovani e le idee più innovative. A quando il raggiungimento del break even economico? “Difficile fare una previsione, dato che TUI continua ad investire. Penso per esempio all'impianto di teleriscaldamento e climatizzazione rinnovabile e a chilometro zero, che consente alla struttura di essere alimentata con cippato ricavato dalla manutenzione delle aree boschive della tenuta stessa e dai sottoprodotti agroforestali provenienti dal territorio, come gli scarti di potatura”. Una scelta di efficienza energetica, nel segno di un modello di economia circolare, che darà i propri frutti a lunga gittata ma che per ora ha richiesto ulteriori investimenti.
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I frutti degli investimenti e i progetti futuri
“In ogni caso gli introiti derivano dalla vendita dei casali, ma anche dagli ospiti degli hotel e dei ristoranti, dalla vendita del vino e dell'olio e dagli iscritti al golf club, che costituiscono un rendimento immediato. A oggi sono 70 i proprietari dei casali, un centinaio i renters, circa duecento i golfisti iscritti, altrettanti gli ospiti giornalieri degli hotel. Non solo, abbiamo tra i 200 e 250 dipendenti, a seconda della stagione: siamo il primo datore di lavoro della Valdelsa e della Valdera, se contiamo anche tutti i fornitori che lavorano con noi e gli agricoltori della tenuta”. Una grossa operazione immobiliare che diventa un formidabile attore economico e sociale.Un indotto notevole per una realtà che più ibrida non si può. Da una parte resort, con due hotel, tre ristoranti (La Rocca con i piatti dello chef Michele Rinaldi, Il Rosmarino e La Via del Sale gestiti dallo chef Francesco Ferretti), altrettanti bar (il pool bar Giglio Blu, Ecrù e la Limonaia con cocktail ispirati agli anni '20) e una spa, tutto studiato nel dettaglio: persino il profumo degli ambienti è stato creato appositamente da Bugetti ispirandosi ai profumi del territorio.
Dall'altra tenuta agricola con 10.000 piante di olivo che consegnano due tipi di olio, entrambi biologici, e 23 ettari di vigneti con una produzione di sei etichette di vino: San Piero, Cerchiaia, Cerchiaia Riserva, Poggionero, Poggio alla Fame e Poggio I Soli; tutti presenti nella nostra guida Vini d'Italia 2018. Ma la struttura è anche campo da golf biologico, organizza corsi di cucina, wine tasting, spedizioni alla ricerca di tartufi e vendemmie esperienziali, che ne fanno un vero parco giochi per i turisti stranieri. E sta diventando con il tempo un punto di aggregazione per tutti gli abitanti dei paesi limitrofi grazie agli eventi che regolarmente organizza. Il prossimo sarà a fine giugno e vedrà coinvolti artisti, musicisti e tutti i loro fornitori. “Da Paolo Parisi (allevatore, tra i più conosciuti d'Italia) all'azienda Poggio di Camporbiano, che rifornisce gli chef di formaggi, ortaggi, frutta, carne e farina, anche se in futuro vorremmo iniziare ad autoprodurcela”.
Se questi sono i risultati, benvengano dunque gli investimenti stranieri di questo tipo in Italia a patto che vengano ben iscritti in una programmazione pubblica e che le amministrazioni locali sappiano costruire insieme ai grandi capitali internazionali una visione comune di sviluppo da promuovere e non da subire. A Castelfalfi – così come in altre realtà non solo in Toscana - l'esperimento sembra funzionare.
a cura di Annalisa Zordan