Mangiare etnico a Milano, e di qualità, si può. Probabilmente come in nessun altra città d'Italia. Ma anche il commerico di prodotti orientali ed esotici non è da meno. Così sul modello del grande food market Kathay aprono insegne dedicate a stranezze e curiosità alimentari di ogni tipo. Il nostro tour in cerca di specialità orientali.
La cucina etnica a Milano
Tra le grandi città d'Italia, indubbiamente è Milano a condurre le danze quando si parla di cucina etnica. Capace negli ultimi anni di attrarre visitatori in arrivo da ogni parte del mondo, il suo respiro internazionale piace pure ai grandi gruppi stranieri, che nel capoluogo lombardo investono con frequenza crescente. Il risultato evidente è il debutto italiano di celebri catene di ristorazione internazionale, da Toridoll – con le sue botteghe del ramen – a Wagamama, che prima dell'estate aprirà un grande locale a pochi metri dal duomo, al fast food filippino Jollibee, che nelle ultime settimane ha fatto molto parlare di sé. Per altro verso sono le insegne gourmet a fare della ristorazione etnica meneghina un fiore all'occhiello dell'offerta gastronomica locale: da Wicky's a Iyo, passando per Gong e Pacifico. Senza contare le numerose interpretazioni della cultura nipponica a tavola, l'apripista Casa Ramen e il nuovissimo Kanpai, Sakeya e la gastronomia Yamamoto (ma la lista è ben più nutrita). Certo è che non si può parlare di etnico a Milano senza addentrarsi nella China town di via Paolo Sarpi, diventata meta d'attrazione cittadina, specie per le numerose tavole autentiche che si avvicendano sul corso principale e nelle strade limitrofe. Campione del quartiere è Agie Zhou, imprenditore illuminato che si è fatto conoscere con la mitica ravioleria take away, e ora ci prova a piazzale Loreto con Le Nove Scodelle e la cucina fermentata del Sichuan. Anche alla luce del proliferare di insegne che interpretano la cucina orientale – e soprattutto per il successo trasversale che queste tradizioni gastronomiche incontrano in maniera crescente, anche tra le mura di casa - va letto il successo dei market multietnici che aprono uno dopo l'altro in città. E non parliamo di botteghe di scarsa ambizione o piccoli locali di dubbia legalità che accomunano gran parte delle città italiane, ma di veri e propri supermercati dell'etnico, che allineano scaffali ricolmi di specialità esotiche e rarità gastronomiche, spesso frutto di grandi investimenti.
Kathay
Pioniere del genere è stato Kathay, che al pubblico si è presentato sin dall'inizio, e specie dopo il trasloco di fine 2016, come il più grande e fornito food market multietnico della Penisola. Il locale attuale ha ereditato l'attività già consolidata in via Rosmini, ripensando gli spazi in modo più moderno e funzionale nella sede di via Canonica, zona Paolo Sarpi. Grandi insegne rosse a segnalarlo da lontano, il supermercato si sviluppa su due livelli e copre mille metri quadri tra prodotti bio, spezie e tè al piano inferiore, prodotti conservati e freschi, drogheria, bevande alcoliche e surgelati al secondo piano (più una sezione per l'oggettistica e i casalinghi, tra stoviglie, bacchette e complementi d'arredo in stile). L'offerta è pressoché pantagruelica, con prodotti in arrivo da tutto l'Estremo Oriente (Cina, Giappone, Thailandia, Filippine, Corea), l'India, il Medio Oriente e l'America Latina. Vastissima la selezione di spezie, Kathay è anche il paradiso per gli amanti delle salse esotiche, dalla teriyaki giapponese alla pad thai, al condimento giusto per le preparazioni al wok.
E poi ampia sezione per sake, birre e distillati dal mondo, gelati al mochi, ortaggi esotici. Con possibilità di ordinare online e orario continuato, da mattina a sera. Ma Kathay ha fatto scuola.
Chineat
Proprio su via Paolo Sarpi, un paio di mesi fa, ha inaugurato Chineat, un nome, un programma. Specializzato in prodotti orientali, anche il nuovo market si sviluppa su due livelli, ma copre spazi più ridotti. A scaffale prodotti freschi, alghe, mochi, noodle, riso, cereali, sake e birre. Ben fornito il reparto surgelati, con ravioli cinesi e udon, mentre il piano inferiore è riservato alla selezione di tè e tisane e all'oggettistica. Come da consuetudine, prezzi competitivi e alta probabilità di perdersi tra sacchetti di patatine dai gusti improbabili e curiosi snack in confezioni fluorescenti.
Gaghe
Ben precedente è la scommessa di Gaghe, in via Piacenza (Porta Romana), inaugurato alla fine del 2016 da una coreana che a Milano ha voluto importare la sua cultura gastronomica (ma il negozio vende anche specialità giapponesi). Dimensioni più ridotte – al pari di una bottega ben fornita – ma ampio assortimento di curiosità alimentari, dagli spaghetti di riso alle patatine al wasabi, alle alghe essiccate da sgranocchiare. Salse coreane immancabili, kimchi, gnocchi di riso, ravioli surgelati e piatti già pronti come pollo in agrodolce e ramen. Ma anche kit per onigiri, cioccolato al matcha e dolciumi di ogni tipo (con buona pace dei salutisti).
Oriental Milano
Fresco di inaugurazione, invece, in via San Gregorio (Buenos Aires) è arrivato il concept store di Oriental Milano, un po' market, un po' gastronomia (soprattutto take away) concentrato chiaramente sulla cucina orientale. A scaffale prodotti alimentari confezionati e utensili da cucina, da mangiare sul posto o a portar via piatti della cucina cinese e giapponese. Più uno spazio destinato agli eventi, in calendario per presentare i nuovi prodotti disponibili per l'acquisto, come il gelato e i prodotti surgelati, la radice di wasabi, polvere di yuzu e alga kombu bianca, la soia fermentata (natto), la base per preparare i gyoza homemade.
Ma anche riso giapponese organico e noodle del distretto di Nagasaki (goto tenobe udon), sake e birra artigianale Musashino, per una selezione che privilegia la qualità, e quindi si discosta dall'offerta dei market descritti fin qui. Dietro al progetto c'è un imprenditore italiano, Andrea Calvo, laureato all'Università di Pollenzo con un passato nella ristorazione cinese e da importatore di prodotti alimentari asiatici, oggi alla guida di 85 metri quadri dove l'esperienza gastronomica strizza decisamente l'occhio all'approfondimento culturale (lo spazio è stato progettato da Caterina Hu, scenografa italo-cinese). Dalla cucina ravioli (in tre varianti) e zuppe, una selezione di sushi e sashimi, dorayaki. E preparazioni liofilizzate da acquistare o idratare al momento con acqua bollente.
Ricca anche la sezione dedicata agli utensili, tra grattugie e cestelli in bambù, ciotole e cucchiai da ramen.
Aspettando Tenoha
Ma la rassegna si arricchirà prestissimo con l'esordio di Tenoha, in via Vigevano 18, pronto al debutto il 4 aprile. Un altro concept store, stavolta di importazione asiatica (in arrivo da Tokyo, dove ha esordito nel 2014), con spazio co-working, vendita, caffetteria e ristorazione, nei locali che in precedenza hanno ospitato anche il temporary store di Ikea in città. Presto per svelare tutti i dettagli, ma ne sentiremo parlare.
Kathay – Milano – via Canonica, 54 – www.kathay.it
Chineat – Milano – via Paolo Sarpi, 15 – 02 36795490
Gaghe – Milano – via Piacenza, 24 - www.facebook.com/GAGHE-759246040874287/
Oriental Milano – Milano – via San Gregorio, 25 – www.orientalmilano.com
Tenoha – Milano – via Vigevano, 18 – dal 4 aprile 2018 – www.tenoha.it
a cura di Livia Montagnoli