Ismea stanzia 70 milioni per incentivare il primo insediamento agricolo per giovani tra i 18 e i 41 anni di età. Mentre il Mipaaf promuove un nuovo bando contro lo spreco alimentare: si cercano progetti innovativi capaci di ridistribuire risorse e limitare la produzione di eccedenze. Come partecipare.
Il ritorno alla terra
Da qualche anno a questa parte, il ritorno alla terra non è più un’utopia, e coinvolge pure una generazione che non necessariamente è cresciuta in campagna, ma sa di potersi confrontare con il lavoro agricolo con spirito rinnovato e nuovi strumenti a disposizione. Del resto se la vocazione rurale dell’Italia non è mai stata messa in dubbio, l’apporto di giovani forze (e idee) contribuisce a rilanciare il settore. Ma il bando Ismea istituito per il terzo anno consecutivo per finanziare il primo insediamento in agricoltura ha il duplice obiettivo di favorire da un lato l’accesso alla terra dei giovani imprenditori, dall’altro di alleggerire una situazione occupazionale che continua a preoccupare su base nazionale. Negli ultimi due anni sono stati più di 150 i giovani che hanno abbracciato l’imprenditoria agricola grazie all’aiuto finanziario stanziato da Ismea, circa 116 milioni di euro che hanno interessato un totale di 6mila ettari e contribuito alla creazione di 450 posti di lavoro. Per il 2018 la cifra a disposizione ammonta a 70 milioni di euro, suddivisi in 2 lotti: 35 per il Centro Nord, 35 per il Sud e le isole; e il bando chiama a partecipare i giovani di età compresa tra i 18 e i 41 anni che vogliano investire in agricoltura per la prima volta, e potranno usufruire di mutui a tasso agevolato per comprare un’azienda agricola.
Il bando Ismea. Chi può partecipare
La domanda, da presentare tramite sportello telematico Ismea entro l’11 maggio 2018, dovrà contenere un Piano di Sviluppo razionale, che dimostri la sostenibilità economica, finanziaria e ambientale del progetto. Chi beneficerà del fondo dovrà avviare il piano entro 9 mesi dalla proclamazione e portarlo a termine entro 5 anni dalla data dello stanziamento, pena la decadenza del contributo. E la candidatura è soggetto al possesso di requisiti specifici che precisano l’identikit del futuro imprenditore agricolo, che dovrà dimostrare di aver maturato adeguate competenze professionali: una laurea in indirizzo agrario, un titolo di scuola media superiore in campo agrario, un corso di formazione professionale o un’esperienza lavorativa di almeno 2 anni come lavoratore agricolo (con una deroga che ammette al bando anche chi, sprovvisto di tali qualifiche, si impegni a maturarle entro 36 mesi dal finanziamento).
Il Mipaaf contro lo spreco
Intanto il Ministero delle Politiche Agricole ha appena attivato un nuovo bando contro lo spreco alimentare, che segue l’iniziativa varata nel 2017 per promuovere i progetti legati alla lotta allo spreco. 700mila euro stanziati dal Mipaaf per selezionare a livello nazionale le idee innovative che incoraggino il recupero delle eccedenze alimentari (alla fine del 2017, la prima tornata aveva portato a scegliere i 10 più meritevoli). I progetti dovranno essere presentati entro il 10 maggio 2018, ciascuno potrà ricevere fino a un massimo di 50mila euro, e sarà valutato “in base a innovatività, applicabilità, classi di prodotti e platea interessata, con orientamento al recupero delle eccedenze ai fini dell'alimentazione umana e, in particolare, alla distribuzione agli indigenti ed eventuali forme di pubblicità”. Possono candidarsi al bando università, organismi di diritto pubblico, associazioni, fondazioni, consorzi, società e imprese individuali; ma pure reti di imprese o start up, come l’ultima che di recente vi abbiamo raccontato, la frutta di Bella Dentro a Milano (mentre qui trovate i 10 progetti premiati dal Mipaaf per il bando 2017).
a cura di Livia Montagnoli